Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Divorzio breve: favorisce la stabilità della famiglia?

di il 8 Maggio 2015 in COMMERCIO, famiglia con Nessun commento

La nuova legge che riduce i tempi della separazione tra coniugi prima di giungere al divorzio è stata presentata come una vittoria dei diritti civili, come una conquista. Pare di capire che il successo completo sarebbe stato ottenuto abolendo del tutto il periodo di attesa tra decisione di separarsi e cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Se uno o entrambi i coniugi hanno perduto la convinzione che sia gratificante per loro continuare il rapporto, sarebbe inutile porre dei limiti di tempo allo stabilire un nuovo rapporto coniugale, nella speranza di una ricomposizione o di dare tempo all’eventuale coniuge abbandonato e ai figli di adattarsi alle nuove situazioni.

La preoccupazione cui la grande maggioranza dei parlamentari, di centro-destra come di centrosinistra, con l’eccezione di un manipolo di persone che si ispirano al pensiero sociale cristiano, ha dato risposta è quella di soddisfare i desideri dei contraenti matrimonio, nulla contando le responsabilità reciproche assunte verso la società, verso il coniuge abbandonato, verso i figli, specie se minori. Sarà un giudice a dirimere le questioni, sperabilmente con il minimo di costi.

V’è un dato da tenere in debito conto: il rendere del tutto facile sciogliere il legame tra coniugi incoraggia o scoraggia la stabilità della famiglia, la preparazione adeguata ad adempiere ai propri ruoli di partner e di genitore, la disponibilità a superare possibili e probabili difficoltà nei rapporti familiari?

Se posso in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo rimangiarmi una decisione, è difficile pensare che sia incentivato a riflettere molto prima di assumerla. Se invece quella decisione è irrevocabile, sono portato a pensarci su assai di più. Posso comprare via internet qualcosa che so di poter rimandare al venditore se non piace, pur se le spese del rendere sono un freno; se invece faccio un acquisto o una vendita di una casa da un notaio, la certezza dei motivi è senz’altro spontaneamente assai maggiore. Se ne deduce che quanto approvato dal Parlamento, relatori congiunti del PD e di FI, funziona come un incentivo alla dissoluzione dei matrimoni. Se ne sente il bisogno? Per dinamiche varie la nostra società, la cultura che vi prevale, porta già i legami familiari a diventare più fragili, con le conseguenze negative per i membri più deboli (figli, coniuge abbandonato). Perché incentivare tale fragilità? Perché togliere “pena” a chi non intende rispettare gli impegni assunti?

Il fatto che solo un manipolo di parlamentari si sia opposto a tale deriva individualista ed edonista e che siano parlamentari che si ispirano al pensiero sociale cristiano rende evidente come i pronunciamenti a favore della famiglia dei partiti che oggi vanno per la maggiore, che non si richiamano in modo espicito e prevalente alla visione cristiana della vita, suonino vuoti!

Renzo Gubert

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