Che il centro-sinistra autonomista perdesse in Trentino tutti i collegi, uninominali e del proporzionale, salvo che una eletta nel proporzionale del PATT grazie ai voti in Alto Adige della SVP, nessuno se lo aspettava. Il PATT addirittura pubblicava un ultimo sondaggio che assegnava al centro-sinistra autonomista con largo margine non solo tutti i collegi, ma anche il collegio fino ad allora incerto di Pergine Valsugana. E poi c’è qualcuno, direttore di giornale, cui non interessa sapere se i metodi usati nel sondaggi danno risultati attendibili!
In autunno ci saranno in regione le elezioni provinciali, quelle che più contano per due Province che hanno larghi poteri di autonomia. E se finora pochi davano per probabile in Trentino una sconfitta del centro-sinistra, puntando a un’alternativa a partire da liste civiche di opposizione o in formazione, ora il quadro appare fortemente cambiato, nonostante ci sia chi si sforzi (il Presidente Rossi) di far considerare l’esito delle nazionali non ripetibile nelle provinciali, come altre volte in passato.
Si dice che il Trentino, per le nazionali, subisce il “vento” nazionale, ma che questo cesserà di soffiare in autunno per le provinciali. A parte che in autunno potrebbero esserci di nuovo elezioni nazionali, con “venti” che sarebbero rafforzati, sono troppo pochi i mesi che ci separano da ottobre perché il “vento” finisca. Il “vento”politico non è qualcosa di ineluttabile e poco prevedibile come quello meteorologico. Esso nasce con dinamiche più simili a quella della palla di neve che, in determinate condizioni, rotolondo lungo un pendio innevato, si ingrossa sempre più e diventa grande massa inarrestabile. Dapprima poche persone hanno il coraggio di dichiarare apprezzamenti per partiti o formazioni politiche non ortodosse secondo il “politicamente corretto”, imposto da gran parte dei giornali e delle TV, specie pubbliche. Ma, nelle condizioni adatte, alle poche persone se ne aggiungono altre, qualcosa si modifica anche in qualche emittente televisiva, in qualche articolo di giornale, e la moltiplicazione avanza, avanza sempre più, ciascuno rafforzato nei primi azzardi dalle dichiarazioni di altri. E si forma il “vento”. Se non si segue, si va controvento, e sono sempre meno coloro che, gente comune che chiacchiera con amici, conoscenti, dicono di contrastare il vento. Fin qui una mera constatazione sociologica e di psicologia sociale. Il rinforzo crescente di un’opinione diffonde quell’opinione fino a innescare fenomeni di conformismo dell’anticonformismo, dell’eterodossia, del politicamente “scandaloso”.
Improbabile che in pochi mesi tutto ritorni alla situazione precedente, soprattutto perché le condizioni che hanno favorito il sorgere del vento non sono eliminabili facilmente. Innanzitutto conta la voglia di cambiare. Da troppi anni comanda il centro-sinistra, che di fatto ha assorbito il PATT, disposto a perdere la sua parte più tradizionale. Da troppi anni si è consolidato un sistema di potere “parallelo” a quello formale, tramite società varie pubbliche e para-pubbliche, che sfuggono alle procedure di garanzia di imparzialità e di efficienza. Ricordo gli ultimi anni della gestione DC: non bastava aver amministrato tutto sommato bene. C’era voglia di cambiare, fino al punto che la DC, partito ancora di maggioranza relativa, aveva offerto sostegno a una leadership del PATT, tra l’altro restio ad accettarlo.Era un vento nazionale che spazzava il Trentino, trovando condizioni favorevoli. Non ci saranno PD, UPT, PATT di quasi-sinistra che tengano. La gente vuole cambiare. E i sindaci, che magari dovrebbero sentire obblighi di votare per chi ha dato loro risorse pubbliche per i loro programmi locali, faranno solo finta di sostenere le forze di governo provinciale, perché temono di essere spiazzati alle prossime comunali. Cose già viste.
Ma il “vento” non cambia solo per le forze di maggioranza di centro-sinistra; cambia anche per le opposizioni. La coalizione di centro-destra, specie attraverso la Lega, si è molto rafforzata e i vari movimenti civici dovranno prenderne atto. Non saranno più loro i “registi” dell’alternativa, ma le quattro formazioni politiche del centro-destra, Lega in primis. Certo i civici di opposizione e quelli in via di costruzione politica sono e saranno essenziali per una vittoria, che già per le nazionali deriva in parte anche dal loro sostegno al centro-destra, ma la strategia del costruire dapprima un nucleo civico e poi allargarlo al centro-destra è superata e non facilmente recuperabile.
I trentini sono in generale moderati, ma dubito che non valga anche per essi una legge di psicologia sociale che vede più propensi a giustificare un peccato se lo si è commesso personalmente. Votare Lega o M5S per un trentino moderato è un “peccato”, è uno strappo alla consuetudine. Nonostante che Di Maio non sia Grillo e Salvini non sia Bossi (quello giovane), votare i “grillini” o i leghisti va pur sempre contro la tradizionale moderazione. Il voto alla Lega è poi un peccato grave anche per molto clero cattolico. Chi vota Lega o centro-destra non accetta l’insistenza con la quale vescovi (compreso quello di Trento e il settimanale diocesano) e Papa predicano come dovere morale quello dell’accoglienza incondizionata, senza dare dignità di valore morale a scelte che cercano di raggiungere il bene comune anche nella regolazione e nel governo dei flussi migratori. Ma chi ha già peccato, tende ad essere più permissivo verso gli altri che compiono lo stesso peccato e tende a ri-peccare egli stesso. C’è scandalo per un Salvini che dice di credere nel vangelo e che mostra un rosario, anche se non si dice nulla degli inviti in chiesa a parlare di politica alla radicale Bonino e alla Boldrini, note per le loro posizioni su aborto, ideologia “gender”, utero in affitto, suicidio assistito ed eutanasia. La trasgressione e il gusto di farla, quindi, non si smorzerà per ottobre: il “vento” continuerà a soffiare.
7 marzo 2018