Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Renzo Gubert

Renzo Gubert

1. FORMAZIONE

1950-1954 primi quattro anni di scuola elementare, a Tonadico (Trento)
1954-55 Quinto anno di scuola elementare con preparatoria per l'esame di ammissione alle scuole medie presso il Seminario Minore Arcivescovile di Trento
1955-58 Scuola media presso il Seminario Minore Arcivescovile di Trento
1958-60 lavori temporanei a Tonadico e a Fiera di Primiero in qualità di garzone in esercizi commerciali e in impresa artigiana
1960-65 Diploma di ragioniere e perito commerciale presso l’Istituto Tecnico Commerciale A.Tambosi di Trento (media dei voti esame di diploma 8,2/10)
1965-69  Corso di laurea in Sociologia a Trento con tesi su “Teoria sociologica e dimensione spaziale” (relatore prof. Franco Demarchi) con voto 110/110 e lode
1969-73  Borsa di perfezionamento del Ministero della Pubblica Istruzione in sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica di Milano
1972  Corso di perfezionamento di metodologia della ricerca presso il Graduate Center della City University di New York (prof Edgar F.Borgatta)

2. CARRIERA ACCADEMICA E ATTIVITA' DIDATTICA

1973-74  Assistente incaricato di sociologia urbano-rurale nell'Università di Trento
1974-82  Professore incaricato di Sociologia (corso superiore) alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica di Milano
1974-80  Professore incaricato di Sociologia urbano-rurale alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento.
1976-80  Assistente di ruolo di Sociologia dei fenomeni politici (fino al 1977) e successivamente di Sociologia urbano-rurale alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento
1980-92  Professore ordinario di Sociologia urbano-rurale alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento
1990  Maitre de Conférence invité, all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, Paris
1992-2001 Professore ordinario di Istituzioni di sociologia II alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento (dal 1994 al 2001 in aspettativa per mandato parlamentare) Dal 2001 in pensione.
 2007-2018 Professore a contratto di Sociologia delle comunità locali alla Facoltà di Sociologia e poi Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento.

3. ALTRE ATTIVITA' DIDATTICHE

1965-67 Insegnante presso l'ENALC di Trento
1967-69 Insegnante di matematica e osservazioni scientifiche alla sezione Seminario Minore di Trento dell'Istituto Sacro Cuore
1974-80 nel periodo; insegnante di sociologia sanitaria e di statistica presso la Scuola per Infermieri dell' Ospedale Civile Santa Chiara di Trento; professore nei corsi di sociologia presso il Carcere di Trento e relatore di tesi di laurea di un ergastolano
 1981 Co-direzione del Corso su “La pianificazione dei centri storici”,  in collaborazione con Istituto Universitario di Architettura di Venezia e Provincia Autonoma di Trento (19/3 – 29/6/1981)
1981-82 Direzione del Corso residenziale su “La metodologia della ricerca come strumento di programmazione degli interventi sociali”, Centro di Cultura dell’Università Cattolica – Passo della Mendola (Trento) (29/6-5/7/1981 e 12 – 18/7/1982)
2009–2011 Seminari di credito su “L’analisi fattoriale”, Facoltà di Sociologia Università di Trento
2016 collaborazione didattica con UNIMONT (Edolo), Università Statale di Milano, 30 novembre, lezione su "Politiche per la montagna dal livello nazionale a quello locale e impatto sulla società"

4. RICERCA SCIENTIFICA
4.1 INTERESSI PRINCIPALI

Valori
Appartenenze territoriali ed etniche
Emigrazione
Sviluppo e Mutamento Sociale nelle scale locale, nazionale, europea e nei paesi economicamente in via di sviluppo
Pianificazione territoriale

4.2 COLLABORAZIONI DI RICERCA PLURIENNALI (EXTRA-UNIVERSITARIE)
1969-1976 Collaboratore dell’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia
1984-1994 Collaboratore della Federazione Provinciale delle Scuole Materne di Trento
 
5. PUBBLICAZIONI
 
5.1 VOLUMI
 
 La situazione confinaria, Lint, Trieste, 1972, pp.532
 
 L'identificazione etnica. Indagine sociologica in un’area plurilingue del Trentino – Alto Adige, Del Bianco, Udine, 1976, pp.520
 
 La città bilingue, ICA, Bolzano, 1978, pp.229
 
Strutturazione sociale dello spazio urbano e crisi della città, Alcione, Trento, 1979 pp.63
 
Per la tutela delle minoranze linguistiche presenti sul territorio nazionale, Centro di Cultura A.Rosmini, Trento, 1981
 
Educazione permanente, Provincia Autonoma di Bolzano, Bolzano, 1991, pp.115

La differenziazione territoriale dei valori tra regionalità, nazionalità e sovranazionalità. I casi delle aree culturali italiana e tedesca in Europa nei primi anni del Duemila/ Die territoriale Differenzierung der Werte zwischen Regionalitaet, Nationalitaet und Supranationalitaet. Der italienische und deutsche Kulturraum in Europa dei Jahrhundertwende, Dunker&Humblot, Berlin, 2018, pp.390
 
 
5.2 VOLUMI CON CO-AUTORI
 
S.Goglio, R.Gubert, G.Pola, Sulle dimensioni ottimali di produzione di alcuni servizi di competenza della Provincia Autonoma di Trento, Libera Università degli Studi di Trento – Dipartimento di Organizzazione del Territorio, Trento, 1976
 
R.Gubert, A.Gorfer, U.Beccaluva, Emigrazione trentina, Manfrini, Calliano, 1978  (di Gubert L’emigrazione trentina: verso una sua analisi sociologica, pp.9-28)
 
S.Goglio, R.Gubert, A.Paoli, Etnie tra declino e risveglio, Angeli, Milano, 1979 (di R.Gubert, Solidarietà etnica e dimensione spaziale, pp.160-213
 
R.Gubert, G.Pollini, G.Rovati, Giovani, socialità e cultura, Provincia Autonoma di Bolzano, 1984, pp.513 (di Gubert i capitoli 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e le Conclusioni)
 
R.Gubert, G.Gadotti, La struttura socio-spaziale di Trento – Contributi sociologici alla pianificazione del centro storico, Angeli, Milano, 1986, pp.374 (di Gubert pp.13-294)
 
R.Gubert, A.Baldessari, S.Bonatta, Proverbi e cultura rurale nel Trentino oggi, Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, San Michele all'Adige, 1986, pp.212 (di Gubert i capitoli III e IV, pp.103-109)
 
 P.Schiera, R.Gubert, E.Balboni L'autonomia e l'amministrazione locale nell'area alpina, Jaca Book, Milano, 1988, pp.744 (di R.Gubert: Parte II Il profilo sociologico, pp.155-443)
 
R.Gubert, G.Dalle Fratte, C.Scaglioso, L'altra faccia della scuola. Comunità e autonomia-un modello di gestione, Armando, Roma, 1988, pp.508 (di R. Gubert: Capacità di autonomia: un modello causale, pp.266-401)
 
A.A.V.V.,Die Minderheiten im Alpen-Adria-Raum, Alpen Adria, 1990
 
S.Abbruzzese, R.Gubert, G.Pollini, Italiani atto secondo. Valori, appartenenze, strategie per la II Repubblica, Guaraldi, Rimini, 1995 (di R.Gubert, cap.I, La politica, pp.13-34 e cap.III, Relazioni sociali e appartenenze, pp. 63-85)
 
R.Gubert, L.Struffi, P.Venturelli Christensen, Appartenenza territoriale e valori. I risultati delle indagini in Trentino, Angeli, Milano, 2013  (di R.Gubert cap. 1 I mutamenti di valori e sentimenti di appartenenza socio-territoriale in Trentino, pp. 11-69 e cap. 2 Il senso di appartenenza dei trentini alla provincia e alla regione alla fine del XX secolo: configurazione e rapporti con gli orientamenti di valore, pp.70-114)
 
 
5.3 CURA DI VOLUMI (con eventuali contributi)
 
F.Demarchi, R.Gubert, G.Staluppi (a cura di), Territorio e comunità, Angeli, Milano, 1983 (di R.Gubert, Il mutamento sociale nell’area montana, pp.147-170)
 
R.Gubert, L.Struffi L.(a cura di) Strutture sociali del territorio montano, Angeli, Milano, 1987, pp.257  (in esso di R. Gubert: L’appartenenza socio-territoriale nelle aree montane: verso un modello causale, pp.67-100)
 
G.Dalle Fratte, R.Gubert, C.Scaglioso (a cura di), L’altra faccia della scuola. Comunità e autonomia: un modello di gestione, Armando, Roma, 1988
 
R.Gubert (a cura di) Ruralità e marginalità, Angeli, Milano, 1989, pp.354 (di R.Gubert: Introduzione, pp.11-20 e cap 9° Conclusioni. Tre situazioni di marginalità rurale montana: un unico modello interpretativo?, pp.324-354)
 
R.Gubert (a cura di), La sfida dello sviluppo in una società pastorale. Karamoja, Uganda, Jaca, Milano, 1989, pp.433 (di R. Gubert: Introduzione pp.1-6, capitolo 9: Gli atteggiamenti verso la modernizzazione, pp.281-320, (con M.Viganò) Progetti di intervento in Karamoja: sviluppo “difficile” o interventi sbagliati? pp.323-379 e Conclusioni, pp.381-391
 
R.Gubert (a cura di), Educazione permanente. Situazione e prospettive riferite alla popolazione di lingua italiana. Sintesi dei risultati di una ricerca, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige – Assessorato all’Istruzione e Cultura in Lingua Italiana, Bolzano, 1989
 
R.Gubert (a cura di), Adulti e domanda di educazione Una ricerca in Alto Adige, Marcon, Città di Castello, 1991, pp.295 (di R.Gubert: parte IV  Domanda ed offerta in ordine all’educazione permanente nella provincia di Bolzano, pp.239-253)
 
R.Gubert, L.Tomasi (a cura di), L'influsso di F.Le Play e della sua scuola sulla sociologia contemporanea, Reverdito, Trento, 1991, pp.183 (di R.Gubert: Presentazione, pp.5-9)
 
R:Gubert, (a cura di), Persistenze e mutamenti dei valori degli italiani nel contesto europeo, Reverdito, Trento, 1992, pp.642 (di R. Gubert: Introduzione, pp.5-10, cap 8° Gli orientamenti socio-politici, pp267-346, e le Conclusioni, pp.569-578)
 
R.Gubert (a cura di), L'appartenenza territoriale tra ecologia e cultura, Reverdito, Trento, 1992, pp.585 (di R. Gubert: Introduzione pp.9-17, cap. 3° I caratteri generali degli intervistati e del loro legame socio-territoriale, pp.139-332, cap 7° Le dimensioni dell’appartenenza territoriale: verso un modello causale, pp.411-532). Edizione rivista e ridotta in lingua inglese: R.Gubert (ed.) Territorial Belonging between Ecology and Culture, University of Trento, Department of Sociology and Social Research, Trento, 1999; by R. Gubert, Introduction (pp.IX-XVI); The general features of interviewees and of their socio.territorial attachment, pp.61-158; The dimensions of territorial belonging: towards a causal model, pp.209-279
 
R.Gubert (a cura di), Per poco, per sempre. Volti, storie e ricordi dell’emigrazione primierotta, Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1992, pp.230 (di R.Gubert: L’emigrazione da Primiero: uno sguardo generale sulla storia degli ultimi cento anni, pp.11-24)
 
R.Gubert, L.Tomasi (eds.), The contribution of Florian Znaniecki to sociological theory, Angeli, Milano, 1992, pp.183 (di R.Gubert, Introduction, pp.7-11)
 
R.Gubert (a cura di), Altri volti del Brasile, numero monografico di “Dimensioni dello sviluppo”, 1992, n.3-4 (di R.Gubert, Presentazione, pp.7-8)
 
R.Gubert (a cura di), Sociologia rurale – Land und Agrarsoziologie, Numero monografico di “Annali di Sociologia – Soziologisches Jahrbuch, 9, 1993 (di R.Gubert. Introduzione. Quale futuro per la sociologia rurale?, pp.7-17 e trad. ted.18-30)
 
R.Gubert, L.Tomasi (a cura di), Le catholicisme social de Pierre Gullaume Frédéric Le Play, Angeli, Milano, 1994 (di R.Gubert, Présentation, pp.7-9)
 
R.Gubert, L.Tomasi (eds.), Robert E. Park e la teoria del “melting pot” – Robert Park and the “melting pot” theory, Reverdito, Trento, 1994 (di R.Gubert, Presentazione, pp.9-11)
 
R.Gubert, L.Tomasi, (a cura di), Teoria sociologica ed investigazione empirica. La tradizione della Scuola sociologica di Chicago e le prospettive della sociologia contemporanea", Angeli, Milano, 1995, pp.360
 
R.Gubert (a cura di), Cultura e sviluppo. Un'indagine sociologica sugli immigrati italiani e tedeschi nel Brasile meridionale, Angeli, Milano, 1995, pp. 508 (di R.Gubert: cap.11° La cultura dello sviluppo: un prodotto di appartenenze religiose ed etniche?, pp.419-450 e Conclusioni, pp.451-456); edizione rivista in lingua portoghese: R.Gubert, G.Pollini (org.) Cultura e desenvolvimento, Est, Porto Alegre, 2005
 
R.Gubert (a cura di), Specificità culturale di una regione alpina nel contesto europeo. Indagine sociologica sui valori dei trentini, Angeli, Milano, 1997, pp.677+39; (di R.Gubert:, Identità culturale e valori dei trentini: lo scopo dell'indagine, pp.13-25; Gli orientamenti sociopolitici, pp.178-309; La percezione dell'identità culturale trentina e delle ragioni dell'autonomia, pp.453-533 e Il Trentino: la specificità culturale dei valori come originalità di composizione tra modernità e tradizione. Alcune considerazioni conclusive, pp.534-552)
 
R.Gubert, H.Meulemann. (a cura di), Valori a confronto: Italia e area culturale tedesca/Werte im Vergleich; Italien und der deutsche Kulturraum, Annali di Sociologia-Soziologisches Jahrbuch, 13, 1997, I-II (edito 1999); ( di R.Gubert, La differenziazione territoriale dei valori tra regionalità, nazionalità e sopranazionalità. I casi delle aree culturali italiana e tedesca in Europa/ Die territoriale Differenzierung der Werte zwischen Regionalitaet, Nationalitaet und Supranationalitaet. Der italienische und deutsche Kulturraum in Europa, pp.57-110 e 111-172 e di R.Gubert, H.Meulemann, Introduzione/ Einleitung, pp.7-12 e 13-20)
 
R.Gubert ( a cura di), Il ruolo delle Comunità Montane nello sviluppo della montagna italiana, Angeli, Milano, 2000, pp.432; (di R.Gubert: Introduzione, pp.9-19 e Conclusioni, pp.229-243
 
R.Gubert (a cura di), La via italiana alla postmodernità. Verso una nuova architettura dei valori, Angeli, Milano, 2000, pp.559; di R.Gubert, La nuova valenza strategica dell'indagine sui valori per la comprensione della dinamica sociale, pp.11-21; Gli orientamenti socio-politici, pp137-313 e Conclusioni, pp.475-485)
 
R.Gubert, G.Pollini (a cura di), Valori a confronto: Italia ed Europa, Angeli, Milano, 2006 (di R. Gubert: cap 7° Valori, appartenenze territoriali e solidarietà sociali in Europa: un modello causale, pp.181-226, nonché, con Pollini, Prefazione (pp. 9-11) e Conclusioni (pp.227-237))
 
R.Gubert, G.Pollini (a cura di), Il senso civico degli italiani, Angeli, Milano, 2008 (di R.Gubert:  Parte II, cap. 5 Un breve quadro descrittivo degli orientamenti di valore in ambito socio-politico: le risposte del questionario (pp.197-238), cap.6 Le dimensioni valoriali e di posizione sociale sottostanti alle risposte al questionario (pp.239-270), cap.7 Le differenziazioni dei valori socio-politici in relazione a differenti posizioni sociali degli intervistati (pp.271-314), cap.8 Possibili influssi dei caratteri della posizione sociale degli individui sui loro orientamenti di valore in ambito socio-politico (pp.315-334), cap 9 Verso modelli di connessione causale fra caratteristiche sociali, orientamenti di valore religiosi, etici, su famiglia, su lavoro e socio-politici (pp:335-448) e Conclusioni (pp.449-457)

R.Gubert, H.Meulemann. (a cura di), Valori a confronto: aree culturali tedesca e italiana/Werte im Vergleich: der deutsche bzw.italienische Kulturraum, Annali di Sociologia-Soziologisches Jahrbuch, 19, 2013-14, Dunker & Humblot, Berlin, 2018; (di R.Gubert, H.Meulemann, Introduzione/ Einleitung, pp.7-19 e 20-34)
 

5.4 CONTRIBUTI IN ALTRI VOLUMI
 
 (coautore R.Strassoldo) The boundary. An overview of its theoretical status, in Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia (a cura di), Confini e regioni – Boundaries and regions, Lint, Trieste, 1973, pp 29-57
 
Note sui criteri di ottimalità per la riorganizzazione territoriale-amministrativa locale, in Atti della Conferenza regionale sulle autonomie locali, Regione Trentino – Alto Adige, Trento, 1977, pp.208-228
 
Contributo per un’impostazione generale di una politica dei servizi sociali, in Atti della Conferenza provinciale sulla condizione e occupazione femminile, Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1978, pp.312-317
 
La politica dei servizi sociali, in Atti della Conferenza provinciale sulla condizione e occupazione femminile, Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1978, pp.242-245
 
 Indagine preliminare su modelli di consumo, aspirazioni, atteggiamenti verso lo sviluppo nell'Asia sud-orientale in F.Demarchi (a cura di), Interessi e valori in conflitto nell'Asia equatoriale, EMI, Bologna, 1979, pp.335-540
 
L’insediamento umano nel territorio montano, in F.Demarchi (a cura di), L’uomo e l’alta montagna, Angeli, Milano, 1979, pp.91-101
 
Come si individuano e si graduano i bisogni nel Comune e del Comune, in “Atti del Corso per Amministratori Pubblici”, Banca Piccolo Credito Valtellinese, Sondrio, 1981, pp.70-84
 
Prospettive di sviluppo per la città di Trento, in Coordinamento Provinciale Imprenditori (a cura di), Quali ruoli per Trento, Atti del Convegno 2/12/1981, Trento
 
I problemi della convivenza etnica in Alto Adige di fronte alla nuova domanda di bilinguismo degli italiani, in H.Moser (a cura di), Zur Situation der Deutschen in Suedtirol, Innsbrucker Beitraege zur Kulturwissenschaft, Germanistische Reihe Band 13, Insbruck, 1982
 
The problems of interethnic relations in Alto Adige with reference to the new demand for bilingualism by Italians, in B.De Marchi, A.M.Boileau (eds.), Boundaries and minorities in Western Europe, Angeli, Milano, 1982, pp.211-228
 
Migranti e cultura: all’esodo come al rientro, in ANEA, “Atti del Convegno della V Giornata dei migranti”, Trento, 1982, pp.17-28
 
Strutturazione sociale dello spazio urbano e crisi della città. Analisi e ipotesi riorganizzative, in A.Scivoletto (a cura di),Sociologia del territorio, Angeli, Milano, 1983, pp.64-115 (ristampa da volume edito con Alcione, Trento, 1979)
 
Cultura e territorio in Trentino, in Promozione culturale nel Trentino – “Atti del Convegno, Trento 5 giugno 1982”, Assessorato alle Attività Culturali della Provincia Autonoma di Trento, 1983, pp.45-58
 
La crisi di un’antica professione delle aree montane. Definizione della situazione e atteggiamenti verso ipotesi di riorganizzazione in un’indagine sui boscaioli del Trentino, in G.F.Elia, F.Martinelli (a cura di), La società urbana e rurale in Italia, Angeli, Milano, 1983, pp.283-296
 
Povertà e poveri in Europa e nel mondo: l’abitazione, in A.A.V.V., Povertà e poveri in Europa e nel mondo, Rezzara, Vicenza, 1984, pp.141-164
 
L’identificazione etnica, in Istituto Magistrale G.Pascoli -  Bolzano, La storia dell’Alto Adige, Borgogno, Bolzano, 1984, pp.81-89 (II ed. 1989)
 
Il turismo nell’area alpina: fattore di autonomia o di dipendenza?, in Lebensqualitaet im Alpenraum: Die Alpen als europaeischer Erholungsraum, Euregio Alpina, Innsbruck, 1984, pp.43-60
 
Note sul contributo della sociologia, in Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento (a cura di), La difesa del territorio: l’impegno dell’ingegnere, Atti del 31° C Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri, Trento – Riva del Garda, 19 – 21 settembre 1985, pp.58-67
 
Aspetti sociologici della marginalità della Comunità Montana Meduna-Cellina, in G.G.Lorenzoni (a cura di), Fattori di marginalità e sviluppo nell’economia montana, Atti del Convegno di Barcis, 18 ottobre 1985, CNR-IPRA, pp.105-109
 
Dinamiche dei bisogni e criteri di ripartizione delle risorse pubbliche tra i gruppi etnici dell’Alto Adige. Note introduttive, in Proporzionale e bisogno, Atti del Convegno 15 novembre 1986, Comunità, Bolzano, pp.17-27
 
Ricerche sulle comunità rurali e montane, in G.F.Elia, F.Martinelli (a cura di), Società e territorio. Ricerche su aree urbane e rurali, Bulzoni, Roma, 1986, pp.131-135
 
Valutazione d’insieme della ricerca sulla qualità della vita nell’area alpina, in F.Demarchi (a cura di), La qualità della vita nell’area alpina, Regione Trentino – Alto Adige, Trento, 1987, pp.112-128
 
Istituto familiare e sua dimensione, in F.Demarchi (a cura di), Crescita zero, Rezzara, Vicenza, 1987, pp.155-168
 
L’ambiente rurale in una problematica di sviluppo, in AES-C.C.C., Scuola, Famiglia, Servizio Civile Volontario, Atti del Convegno, Padova, 1987, pp.13-19
 
La montagna italiana: contributo sociologico, in AAVV, La montagna: una protagonista degli anni ‘90, Jaca, Milano, 1987, pp.43-57
 
Note sulla Carta europea delle lingue regionali e minoritarie del Consiglio d’Europa, 16 marzo 1988, in F.Demarchi (a cura di), Minoranze linguistiche fra storia e politica, CIVIS, Supplemento 4, 1988, Trento, pp,191-194
 
Note sui nodi problematici di natura socio-politica sulla programmazione degi interventi provinciali di politica abitativa, in Atti del Convegno: Modelli di programmazione, sistemi informativi: strumenti per una politica della casa, Provincia Autonoma di Trento, 27 maggio 1988, pp.29-48
 
Equilibri e squilibri demografici dei piccoli comuni montani e politica delle infrastrutture e dei servizi, in UNCEM, Piccoli Comuni Montani: realtà e prospettive, Atti del Convegno, S.Orsola Terme, 20 maggio 1989, pp.9-18
 
Organizzazione del territorio e cultura, in A.A.V.V. Cultura delle genti venete, Rezzara, Vicenza, 1989, pp.157-166
 
Persistenza e trasformazione delle identità regionali in Europa, in L’identità regionale in Europa, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Trento, 1991, pp.19-31
 
Risvolti umani della città, in G. Dal Ferro e F. Posocco (a cura di), La città abitazione dell’uomo, Rezzara, Vicenza, 1991
 
 Mutamenti sociali e regioni del Nord-est, in Dal Ferro G., Doni P. (a cura di), Comunità cristiane e futuro delle Venezie, Atti del 1° Convegno ecclesiale, Messaggero, Padova, 1991, pp.139-189
 
Bisogno di sempre, bisogno di comunità: alcune considerazioni sulla base di indagini condotte nell’Italia Nord-orientale, in G. Giorio (a cura di), Dall’intersoggettività alla reciprocità nelle risposte ai bisogni umani della società tecnologica, Cedam, Padova, 1991, pp.173-182
 
La cooperazione nella società contemporanea: note sociologiche, in A.A.V.V., Quale futuro per la cooperazione?, Federazione dei Consorzi Cooperativi di Trento, 1991, pp.33-43
 
La realtà socio-culturale del Trentino e il ruolo della Cooperazione, in A.A.V.V., Quale futuro per la cooperazione?, Federazione dei Consorzi Cooperativi di Trento, 1991, pp.55-62
 
Prefazione a G.Osti, Gli innovatori della periferia. La figura sociale dell’innovatore nell’agricoltura di montagna, Reverdito, Trento, 1991, pp.7-10
 
Processi di globalizzazione ed appartenenza etnica, in A.A.V.V. Relazioni etniche: vivere in una società plurilingue, ASTT, Bolzano, 1992, pp.147-153
 
Funzioni della ricerca empirica nello svolgimento del pensiero sociale contemporaneo, in A.A.V.V., Le scienze sociali europee sul finire del XX secolo. Sfide demografiche, tecnologiche, epistemologiche, Regione Autonoma di Trento, Trento, 1992, pp.65-70
 
Domanda di educazione e cultura nelle zone rurali, in A.A.V.V. L’educazione degli adulti nelle comunità rurali. Operatori culturali nei paesi dell’arco alpino, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, 1992, pp.66-77
 
Comunità oggi. Alcune considerazioni sulla base di ricerche empiriche, in G.Dalle Fratte (a cura di), La comunità tra cultura e scienza. Il concetto di comunità nelle scienze umane, Armando, Roma, 1993, pp.199-220
 
 Problemi e politiche dello sviluppo rurale: aspetti sociologici”, in G.Cannata (a cura di), Lo sviluppo del mondo rurale: problemi e politiche, istituzioni e strumenti – Atti del XXXI convegno di studi della SIDEA, Campobasso, 22-24 settembre 1994, Società italiana di Economia Agraria – Il Mulino, Bologna, pp.87-116
 
Cultura delle pluri-appartenenze e della pluri-identità: quale cooperazione nell’Unione Europea, in A.A.V.V., Le diversità regionali in Europa. Il ruolo delle loro culture nella costruzione dell’unione europea, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Assemblea delle Regioni d’Europa, Centro Europeo per le culture tradizionali e regionali.Atti del Convegno di studio 1 ottobre 1993, Trento, 1994, pp.141-149
 

 Analysis of Regional Differences in the Values of Europeans, in Ruud de Moor (ed.) Values in Western Societies, Tilburg University Press, Tilburg, 1995, pp.179-194
 
L’Italia tra post-modernità e neo-tradizione: un’ipotesi conclusiva non storicista, in G.Capraro (a cura di), I valori degli europei e degli italiani negli anni Novanta, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige e Università degli Studi di Trento, Trento, 1995, pp.525-544
 
Strutture e processi sociali in Alto Adige. Dati generali, in A.Carli, K.Civegna, I.von Guggenberg, D.Larcher, R.R.Pezzei (a cura di), Zweisprachlernen in einem mehrsprachigen Gebiet – L’apprendimento della seconda lingua in un contesto plurilingue, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Bolzano, 1995, pp.15-22
 
La qualità della vita nelle città alpine con particolare riferimento a Bolzano, Merano, Rovereto, Trento, in R.Contro (a cura di), Qualità della vita nelle città alpine Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, Trento, 1996, pp.599-638
 
 Appartenenza e mobilità socio-territoriali: Primi risultati di un'indagine su operatori turistici nel nord-Est italiano, in A. Gasparini (ed.), Nation, ethnicity, minority and border. Contribution to an international sociology, Isig, Gorizia, 1998, pp.187-195
 
I valori dei giovani nell'Europa di oggi: presentazione di un'inchiesta,in  S.Bucci (a cura di), Giovani società educazione nell'Europa del 2000,  Università degli Studi di Perugia, Perugia,1998, pp.37-56
 
Mondi vitali tra indifferenza e conflittualità, in A:A:V.V. Società civile e mondi vitali, Rezzara, Vicenza, 1999, pp.19-36
 
La dimension sociologique des évolutions démographiques, in J.D. Lecaillon (sous la direction de), Les enjeux de la démographie européenne, Guilé Foundation Press, Boncourt and Thesis Verlag, Zuerich, 2001, pp. 57-76
 
Un’analisi sociologica del turismo, in A.Leonardi e H.Heiss (a cura di), Turismo e sviluppo in area alpina. Secoli XVIII-XX, StudienVerlag, innsbruck, Wien, Muenchen, Bozen, 2003, pp.145-164
 
La gestion de l’eau par bassins: un moyen de résoudre des conflits, in La politique européenne de l’eau, Les Dossiers Européens, Paris, 2005
 
Teoria e struttura sociale in Robert.K.Merton, in G.Pollini, A.Pretto (a cura di), Sociologi: teorie e ricerche. Sussidio per la storia dell'analisi sociologica, Angeli, Milano, 2009,
 
 La differenziazione territoriale degli orientamenti etici. I casi delle aree culturali italiana e tedesca nei primi anni del Duemila, in Cavanna D., Salvini A, Per una psicologia dell’agire umano. Scritti in onore di Erminio Gius, Angeli, Milano, 2010, pp.521-539.
 
I valori socio-politici: fiducia, libertà, solidarietà,  in  G. Rovati (a cura di), Uscire dalle crisi. I valori degli italiani alla prova, Vita e Pensiero, Milano, 2011, pp.265-345
 
I valori socio-politici degli italiani: tendenze di mutamento nell’ultimo trentennio e comunanze o specificità rispetto agli altri popoli europei, in G.Pollini, A.Pretto, G.Rovati (a cura di), L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni, Angeli, Milano, 2012, pp.359-452
 
Valori nell’Europa mediterranea, in P.Lacorte, V.A.Aresta (a cura di), Il Mediterraneo. Dalla multiculturalità all’interculturalità, Pensa multimedia, Lecce, 2012, pp.227-253
 
Antipolitica e frammentazione sociale, in A:A.V.V. Cultura e rigenerazione delle istituzioni, Edizioni Rezzara, Vicenza, 2013, pp.107-128

Il sociologo nella gestione del territorio e dell'ambiente, in A.Perino e L.Savonardo (a cura di), “Sociologia, professioni e mondo del lavoro”, Associazione Italiana di Sociologia, EGEA SpA,, Milano, 2015, pp.247-266
 
 Sentimento di appartenenza territoriale, in R.Serra, M.Pascoli (a cura di), Nuovi sentieri sociologici, Angeli, Milano, 2018, pp.79-95

Il Sessantotto a Trento: un'analisi non convenzionale, in M. Villa (a cura di), Il mio Sessantotto. Uno sguardo antropologico su memorie, immagini e narrazioni, Carocci, Roma, 2019, pp.105-120
 
 
5.5 VOCI IN DIZIONARI
 
 Analisi di contenuto (pp.70-77), Analisi fattoriale (pp.77-84), Campagna (pp.194-200), Metodologia (pp.733-743), Misurazione (pp.776-783), Mutamento (pp.800-807), Nazione (pp.808-817), Osservazione (pp.868-874) e Sistemica (pp.1137-1147) in F.Demarchi, A.Ellena (a cura di) Dizionario di sociologia, Paoline, Milano, 1976, ristampate con la voce aggiuntiva Territorio (pp.2206-2211) in F.Demarchi, A.Ellena, B.Cattarinussi (a cura di), Nuovo dizionario di sociologia, Paoline, Cinisello Balsamo, 1987
 
Territorial Belonging, in E.F. Borgatta, R.J.V. Montgomery,   Encyclopedia of Sociology (second edition), Macmillan Reference USA, 2000, pp.3128-3137
 
 
5.6 ARTICOLI SCIENTIFICI IN RIVISTE
 
Il Colloquio di Bruxelles sulle regioni frontaliere europee, in “Prospettive di efficienza”, 10, 1970, n.5-6, pp.171-176
 
Fattori della situazione confinaria: una ricerca empirica, in “Prospettive di efficienza – Numeri Unici di Sociologia”, 11, 1971, n.11-12, pp.1-19
 
Il bilinguismo: problema sociologico delle aree confinarie, in “Skolast”, 18, 1973, n.5, pp.23-28
 
Problemi di misurazione in sociologia, in “Prospettive di efficienza – Numeri Unici di Sociologia”, 13, 1973, pp.39-74
 
Ha ancora un significato la sociologia urbana?, in “La ricerca sociale”, 1974, n.7/8, pp.77-89
 
Entitività delle etnie e conflittualità interetnica, in “Studi di sociologia”, 13, 1975, n.3-4, pp.302-322
 
Recenti orientamenti degli studi sociologici sulla problematica etnica, in “Aggiornamenti – Aktuell”, 1975, n.2-3, pp.5-35
 
Verso un’analisi sociologica del bilinguismo, con particolare riferimento ad un’indagine su un’area plurilingue del Trentino – Alto Adige, in "Aggiornamenti – Aktuell", 1976, n.1-2, pp.15-35
 
Sulle potenzialità di impiego dell’analisi fattoriale negli studi interdisciplinari per la programmazione regionale, in “La ricerca sociale”, 1976, n.13, pp.49-61
 
Pluralismo etnico e migrazioni internazionali. Recenti contributi sociologici sulla persistenza delle solidarietà etniche e sui rapporti interetnici, in “Studi Emigrazione”, 43, 1976, pp.279-318
 
Domanda di bilinguismo in una città mistilingue: Bolzano, in “Quaderni per la promozione del bilinguismo”, n.14, 1976, pp.1-16
 
Pluralismo etnico e migrazioni internazionali. Recenti contributi sociologici sulla persistenza delle solidarietà etniche e sui rapporti interetnici, in “Studi Emigrazione”, n.43, 1976, pp.279-318
 
Conferenza regionale sulle autonomie locali, in “Rivista trimestrale di Scienza dell’Amministrazione”, 24, 1977, n.1, pp.163-169
 
Pianificazione e sviluppo delle aree rurali. Risultati del IV Congresso Mondiale di Sociologia Rurale, in “Animazione sociale”, 1977, n.22, pp.53-61
 
Influenza di fattori ambientali nei processi di scelta, in “Centro di orientamento professionale della Provincia Autonoma di Trento, Quaderno” n.2, 1977, pp.5-46
 
Struttura e attività del Dipartimento di Organizzazione del Territorio della Libera Università degli Studi di Trento, in “Sociologia Urbana e Rurale, I, 1979, n.1, pp.65-73
 
(con G.F.Summers), Conviene industrializzare le aree rurali?, in "Economia trentina", XXVIII, 1979, n.2-3, pp.47-61
 
Crisi della città e ruolo della sociologia nella pianificazione del territorio, in “Sociologia Urbana e Rurale”, n.6, 1981, pp.151.156
 
Dall’analfabetismo come stato di fatto all’analfabetismo come condizione accettata: tentativi di analisi causale, in Il fenomeno dell’analfabetismo in Lombardia, “Quaderni della Regione Lombardia”, 88, Istruzione, 1982, pp.103-119
 
Tentativo di composizione interdisciplinare dei contributi al seminario “Territorio e simboli”, in “Sociologia Urbana e Rurale”, n.12, 1983, pp.91-98
 
Il sentimento di appartenenza territoriale in aree marginali, in “Studi sociali”, XXIII, 1983, n. 9-10, pp.101-115
 
Urbanizzazione e crisi ambientale, in “Sociologia urbana e rurale”, n.14-15, 1984, pp.241-248, ristampato in P.Guidicini, F.Martinelli, G.Pieretti (a cura di), Città e società urbana in trasformazione, Angeli, Milano, 1985, pp.241-248
 
A margine di un’inchiesta, in “La Rivista del Clero Italiano”, n.65, 1984, pp.538-542
 
Alla ricerca delle radici delle differenziazioni interne della cultura dei giovani adolescenti, in “Scuola e cultura iniziative”, 5, 1985, n.4, pp.41-68
 
Aspetti sociologici della marginalità in Bassa Valsugana, Tesino e Vanoi, in “Economia Trentina”, n.3, 1985, pp.75-83
 
(coautori G.Girardi e P.Stefanini), Indagine su problemi e attese degli organismi gestionali delle scuole equiparate dell’infanzia. Organizzazione e metodologia di una ricerca sul campo, in “Il Quadrante Scolastico, n.27, 1985, pp. 104-114
 
La scuola di formazione dei gestori in fase sperimentale: una valutazione dei risultati, in “Il Quadrante Scolastico, n.28, 1986, pp.125-145
 
Capacità di autonomia scolastica e ruralità-urbanità del contesto sociale, in “Il Quadrante Scolastico”, n.33, 1987, pp.108-117
 
Appartenenza e comunità, in “Il Quadrante Scolastico”, n.37, 1988, pp.154-171
 
Tra comunità ecologica e comunità di cultura. Sintesi di un dibattito, in “Il Quadrante Scolastico”, n.38, 1988, pp.118-128
 
L’appartenenza territoriale nella società industriale, in “Annali di Sociologia/Soziologisches Jahrbuch” n.4, 1988, vol.II, pp.333-356 (tradotto anche in tedesco)
 
Le identità regionali europee di fronte alla modernizzazione, in “Dimensioni dello sviluppo” 1990, n.4, pp.45-53
 
Quali obiezioni ad un sistema di autonomie scolastiche?, in “Il quadrante scolastico”, 13, 1991, n.48, pp.123-131
 
Scuole dell’infanzia: la domanda educativa e le valutazioni dei genitori in un’indagine nel Trentino. Verso un’analisi causale, in “Il quadrante scolastico”, 15, 1992, n.54, pp.97-115 e 15, 1992, n.55, pp.80-127,
 
Valutazioni conclusive dei risultati dell’indagine sugli utenti delle scuola materne del Trentino, in “Il quadrante scolastico”, 56,1993, pp.138-144
 
Nord-Est: una costruzione mentale per favorire la dominanza veneta? Alcune riflessioni, in “Nord-Est”, n.4, 1994-95, pp.15-18
 
L'attualità di Martino Martini: per relazioni con la Cina che non siano solo rapporti d'affari, in “Studi su Martino Martini, Studi Trentini di Scienze Storiche”, LXXVII, 1998, n.4, Supplemento, pp. 673-677
 
Identità e identificazioni etnico-nazionali/Etnische-nationale Identitaeten: ein keineswegs zwangslaeufiger Zusammenhang, in “Annali di Sociologia- Soziologisches Jahrbuch”, 12, 1996 (edito 1999), I-II, pp. 197-218 /219-244
 
Orientaciones de valor sociopoliticas en Europa: Existe alguna especifidad del area euromediterranea? in Los valores hoy (numero monografico)  « Quaderns de la Mediterrania », 5, 2005, pp.53-64
 
La promocio’ de l’autonomia local dins les fronteres del Consell d’Europa, in "Diàlegs", 9, 2006, n.31, pp.87- 107
 
Sviluppo economico e globalizzazione tra valori della modernità e valori della “non modernità” (pre e post), in "Idee" - Nuova Serie, III, 2013, n.6, pp.115-141
 
5.7 RAPPORTI DI RICERCA
 
Ricerca sulla ristrutturazione territoriale-amministrativa del Trentino:
         -Rapporto sulle interviste a testimoni qualificati. I risultati dell’analisi fattoriale, Dipartimento di Organizzazione del Territorio, Libera università degli Studi di Trento, Trento, 1975, pp.41-70
          -(coautori S.Goglio e G.Pola) Sulle dimensioni ottimali di produzione di alcuni servizi di competenza della Provincia Autonoma di Trento, Dipartimento di Organizzazione del Territorio, Libera Università degli Studi di Trento, 1976, pp.108 (di R.Gubert i capitoli su settore scolastico, settore socio-sanitario e settore trasporti)
 
Ricerca sui boscaioli e sulla prima lavorazione del legno in Trentino:
         -Aspetti organizzativi del mercato e della prima lavorazione del legname in Provincia di Trento, Trento, 1978, pp.212
         -Indagine sui boscaioli trentini. Primi risultati globali delle interviste, Trento, 1978, pp.64
 
Ricerca sull’agriturismo in provincia di Trento: valutazione dei risultati del primo intervento legislativo della Provincia Autonoma di Trento:
Rapporto alla Provincia Autonoma di Trento
 
Documento programmatico - Commissione per lo studio e l’assistenza tecnica all’attuazione di un progetto integrato di sviluppo delle zone svantaggiate del Vanoi e del Mis,  Provincia Autonoma di Trento, 1992
 
Nota su andamento demografico, dinamica economica e fabbisogno di aree fabbricabili nel Comune di Canal San Bovo (prov. di Trento), Trento, 2008
 

6. APPARTENENZA A SOCIETA' E LORO COMITATI SCIENTIFICI

1977-79 Responsabile per l’Italia del “Gruppo dei sociologi rurali mediterranei”, Montpellier, Presidente prof. Pierre Boisseau
 
Membro del Research Committee on Social Ecology dell’International Sociological Association
 
1983-85 membro del Comitato Scientifico della Sezione “Sociologia del territorio” dell’Associazione Italiana di Sociologia
 
1985-89  Membro del Direttivo dell'Associazione Italiana di Sociologia e nel 1987 suo Vicepresidente
 
1984-1990 Membro del Council e poi dello Scientific Committee dell'European Society for Rural Sociology
 
1994-1998 Membro del Direttivo dell'International Institute of Sociology
  1989-2019  Membro del Consiglio di Amministrazione dell'Associazione italo-tedesca di Sociologia
 
 
7. PRINCIPALI CARICHE IN ISTITUTI  DI RICERCA
 
1985-89  Membro del Comitato Scientifico del Centro Ricerche Aree Montane, INEMO, Roma
 
1989-2012  Membro del Comitato Scientifico dell'Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia e  dal 2007 suo Presidente
 
1992-1996 Membro del Comitato Scientifico dell'Europaeische Akademie di Bolzano
 
1989-2008 Membro dello Steering Committee dell'European Values Systems Study Group, poi del Council dell’European Values Study, Università Cattoliche di Tilburg (Paesi Bassi) e Lovanio (Belgio)
 
 
8. RESPONSABILITA' EDITORIALI
 
1969-74 Membro del Comitato di redazione della rivista "Prospettive di Efficienza-Numeri Unici di Sociologia" di Trento
 
1975-78 Membro del Comitato di redazione della rivista "La ricerca sociale" di Bologna
 
dal 1976 Membro del Comitato di redazione e poi del Comitato Scientifico della rivista "Studi di sociologia" dell'Università Cattolica di Milano
 
1979-80 Corresponding editor della rivista "Sociologia Ruralis- Journal of the European Society for Rurali Sociology", Wageningen (Olanda)
 
dal 1985 Membro del Comitato Scientifico della rivista "Annali di sociologia-Soziologisches Jahrbuch" di Trento e dal 1992 suo Direttore responsabile
 
1988- ….. Membro del Comitato Scietifico della rivista “Dimesioni dello sviluppo” dell’AVSI di Cesena
 
1991- ….. Membro dell’International Editorial Board della rivista “Eastern European Countryside”
 
1991-……Membro del Comitato Scientifico della rivista “Persone e Imprese”
 

9. CONVEGNI E CONFERENZE

9.1 RELAZIONI UFFICIALI A CONVEGNI (escluse Comunicazioni)
 
Il ruolo della scuola trentina nella realizzazione di un nuovo modello di società e nella programmazione economica e sociale, “Corso di aggiornamento culturale sui problemi della scuola”, Ufficio scuola DC, Varone di Riva, 8 settembre 1978
 
La complessità della differenziazione sociale dello spazio urbano: implicazioni per la definizione degli obiettivi di pianificazione dei centri storici, I Meeting dei sociologi urbani italiani, Rimini, 1-3 maggio 1981
 
Il contributo della sociologia all’analisi dei centri storici urbani e rurali Corso di formazione e di aggiornamento culturale e tecnico sui problemi degli insediamenti storici, Provincia Autonoma di Trento, San Lorenzo in Banale, 18 marzo – 29 giugno 1981
 
Il problema degli handicappati visto dalla sociologia, “Anno internazionale delle persone handicappate 1981”, Fiera di Primiero, 19 marzo 1982
 
Cultura e territorio in Trentino, “Convegno sulla promozione culturale nel Trentino”, Provincia Autonoma di Trento, Assessorato alle Attività Culturali, Trento, 5 giugno 1982
 
A factorial ecological study of Trento (Italy) as a tool for urban policy, X World Congress of Sociology, Mexico City, 16-21 agosto 1982
 
Migranti e cultura: all’esodo come al rientro, con particolare riferimento al Trentino – Alto Adige, Giornata dei migranti,  ANEA, Trento, 26 settembre 1982
 
L’ambiente rurale in una problematica di sottosviluppo, Università di Padova, 11 ottobre 1985
 
Mutamento sociale e devianza, Convegno SIULP, Riva del Garda, 31 maggio 1986

L'agricoltura nella società e la sociologia rurale, Assemblea Movimento giovanile dell'Unione Contadini della Provincia di Trento, Trento, 29 novembre 1987
 
Equilibri e squilibri demografici dei piccoli comuni montani e politica delle infrastrutture e dei servizi, Convegno su “Piccoli comuni montani: realtà e prospettive” UNCEM, Sant’Orsola Terme, 20 maggio 1989
 
Persistenza e trasformazione delle identità regionali in Europa, Convegno internazionale “L’identità regionale in Europa”, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige e Assemblée des Régions d’Europe, Trento, 9-10 ottobre 1990
 
Aspetti sociali della marginalità agricola, Conferenza nazionale “Dallo spreco di suolo al progetto dell’ambiente”, CNR – Progetti finalizzati IPRA e RAISA, Milano, 25 gennaio 1991
 
Continuità e discontinuità nell’analisi sociologica delle minoranze etniche in Italia, Convegno nazionale su “Minoranze autoctone, minoranze immigrate. I possibili contributi della sociologia” ISIG, Gorizia, 5 febbraio 1991
 
Valori e azioni. Primi risultati di una ricerca europea, Ciclo di conferenze “Valori e politica in dimensione europea. Le radici etiche del pensiero politico”, Centro di Cultura Antonio Rosmini, Trento, 24 aprile 1991
 
Il ruolo dell’agriturismo nello sviluppo delle aree marginali, Convegno Europeo Interdisciplinare “L’agriturismo, ieri, oggi, domani. Problemi e riflessioni”, Università di Pavia, 17-18 maggio 1991
 
La civiltà contadina e la società attuale, Convegno “Agriturismo: realtà e prospettive” Mediocredito Trentino – Alto Adige, Roncegno, 29 giugno 1991
 
Appartenenze territoriali tra vecchio e nuovo, IV Convegno nazionale Associazione Italiana di Sociologia – Sezione Sociologie del Territorio, “Le nuove forme di urbanità. La trasformazione dei modi di aggregazione in città e in campagna” Bologna, 14-15 novembre 1991

Les identités régionales aux frontières de l'Italie du Nord-Est, Association Internationale des sociologues de langue française (AISLF), Journées de travail “Identités, Espaces, Frontiéres dans la problematique européenne”, Grenoble, 29-30 novembre 1991
 
Processi di globalizzazione e appartenenza etnica, Incontri all’Accademia su “Relazioni interetniche. Vivere in una società plurilingue”, Bressanone, 15 febbraio 1992
 
Il contesto socio-religioso in Italia in prospettiva sociologica, Convegno di aggiornamento teologico, Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, Frascati, 30 aprile – 3 maggio 1992
 
Il sentimento di appartenenza territoriale: rapporti con l’appartenenza etnica, Colloque international “Les minorités ethniques en Europe”, Région Autonome Vallée d’Aoste, Aoste, les 25-26-27 mai 1992
 
Domanda di educazione e cultura nelle zone rurali, 2° Congresso Internazionale “L’educazione degli adulti nelle comunità rurali” Provincia Autonoma di Bolzano e Land Tirolo (Assessorati alla cultura), Stella di Renon (Alto Adige), 1-5 giugno 1992
 
Granice:vove barijere ili nove spojnice?. Convegno Etnicitet, granice, Europa, Brioni, Croazia – Gorizia, Italia, 18-21 settembre 1992, Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia e Sveuciliste u Rijeci Odiel Humanistickih Znanosti – Sveucilista iz Trsta
 
Valori sociali e politici, identità e appartenenza - Europa, Convegno internazionale “Valori degli europei – European values” Trentanni di sociologia 1962-1992, Trento, 1-2 ottobre 1992
 
Prospettive metodologiche in sociologia, Convegno “In attesa del duemila”, Istituto Trentino di Cultura e Associazione Italo-tedesca di Sociologia, Trento, 14 dicembre 1992
 
Società pluriculturale: attese e ruolo dei giovani, Convegno “Realtà socio-culturale di Brunico: situazione attuale e stimoli per il futuro”, Comune di Brunico, Provincia Autonoma di Bolzano e Università Popolare Alpi Dolomitiche, Brunico, 5 giugno 1993
 
Evoluzione delle identità e loro salvaguardia da parte delle comunità interessate; mutamento dei valori e degli orientamenti culturali nei rispettivi contesti, e Identità culturale del Trentino Convegno “Da un conflitto internazionale a un comune impegno europeo. A cinquant’anni dall’Accordo Degasperi-Gruber”, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Bolzano, 11-12 giugno 1993
 
La montagna e le sue risorse: aspetti economici e sociali, Federazione Italiana Salariati Braccianti Impiegati e Tecnici Agricoli, 1° Settimana di incontro su “La montagna, la gente, il lavoro”, Predazzo, 5-10 luglio 1993
 
(con L.Tomasi), L’appartenenza territoriale tra ecologia e cultura, Convegno di studio “Le diversità regionali in Europa. Il ruolo delle loro culture nella costruzione dell’unione europea”, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Assemblea delle Regioni d’Europa e Centro Europeo per le culture tradizionali e regionali, Trento, 1 ottobre 1993
 
Problemi dello sviluppo rurale: aspetti sociologici, XXXI Convegno di studi “Lo sviluppo del mondo rurale: problemi e politiche, istituzioni e strumenti”, Università degli Studi del Molise – Società Italiana di Economia Agraria, Campobasso, 22-24 settembre 1994
 
La dimensione provinciale nel contesto italiano. Profili sociologici (l’appartenenza), Assemblea nazionale “Identità e ruolo della Provincia nel sistema delle autonomia”, Unione delle Province d’Italia, Roma, 6-7 ottobre 1994
 
Quale società per quale famiglia, Incontro “Rileggendo la lettera del Papa sulla Famiglia”, Centro Culturale di Milano, 27 febbraio 1995
 
Matrimonio e convivenza: aspetto sociologico, Tavola rotonda “Matrimonio – convivenza”, Comune di Bologna – Quartiere Santo Stefano 5 maggio 1995
 
Region Tirol, Internationale Tagung “Europa und seine Regionen, Oesterreichisches Ost – und Suedosteuropa Institut, Wien, 20 -22 September 1995
 
Futuri assetti istituzionali e ruolo delle popolazioni di lingua e cultura minoritaria, Convegno “Le ragioni delle minoranze nello sviluppo dell’autonomia”, Union Autonomista Ladina, Pozza di Fassa, 26 aprile 1997
 
La politica, l’ambiente, le istituzioni dell’autonomia, Convegno nazionale “I valori dei trentini”, Università degli Studi di Trento, Trento, 6-7 giugno 1997
 
La formazione al servizio sociale in Italia: strategie, contenuti e prospettive professionali. Il punto di vista della sociologia, Convegno internazionale su “Gli operatori sociali nel Welfare Mix”, Università di Trento, Riva del Garda, 20-21 maggio 1999
 
Varieties of social encounters and socio-territorial belonging: the case of tourist operators, 34th World Congress of International Institute of Sociology on “Multiple modernities in an era of globalization”, Tel Aviv, Juy 11-15, 1999

ZA Data Confrontation Seminar on the European Values Survey 1999, Cologne, 13 – 17 dicembre, 2000
 
Simboli e ordinamenti politici, Colloquio italo-tedesco, Villa Vigoni, Loveno di Menaggio, 10-11 settembre 2001
 
Valori e appartenenze sociali, Presentazione del volume, Istituto Luigi Sturzo, Roma, 8 giugno 2005
 
Pace e soluzione dei conflitti nell’attuale situazione mondiale, Tavola rotonda, ISIG e IUIES, Gorizia, 5 maggio 2006
 
I valori degli Europei. Una ricerca comparativa per i paesi del''Europa, Seminario su “La doppia secolarizzazione: la situazione religiosa della Romania post-comunista”, ISIG, Gorizia, 9 maggio 2008

Valori nell’Europa mediterranea: tendenze di mutamento, VII Convegno nazionale di Ostuni, 28-30 ottobre 2010

Antipolitica e frammentazione sociale, 45° Convegno sui problemi internazionali “Cultura e rigenerazione delle istituzioni”, Istituto di scienze sociali “Nicolò Rezzara” di Vicenza, Recoaro Terme, 14-16 settembre 2012
 
I valori socio-politici degli italiani: tendenze di mutamento nell’ultimo trentennio e comunanze o specificità rispetto agli altri popoli europei, Convegno su “L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni”, Università di Trento, Trento, 22 novembre 2012
 
Sviluppo economico e globalizzazione tra valori della modernità e valori della non-modernità (pre e post), Seminario Internazionale di studi italo-tedeschi su “Valori, finanza e sviluppo economico in Europa e nel mondo globalizzato”, Accademia di studi italo-tedeschi – Merano, 12-13 dicembre 2012

La causa montana per l'oggi e per il domani, Giornata di studio su La Causa Montana, CAI e Associazione ex-parlamentari della Repubblica, Trento Film Festival, Trento, 30 aprile 2016

Intervento su I saperi sociologici tra formazione e professione, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università di Trento, 5 maggio 2016
 
Trento Innsbruck European Research Seminars (TIERS) in European Integration, 9-10 dicembre 2019, Università di Trento
 
9.2 PRESIDENZA DI CONVEGNI, DI SESSIONI DI CONVEGNI
 
Sessione Il mutamento sociale nell’area montana, Convegno “Comunità montane in transizione negli anni Ottanta”, Università di Trento, 19-21 ottobre 1981,
 
Gruppo di lavoro Le comunità rurali e montane,  1° Congresso di Sociologia del Territorio “Le unità sociali territoriali e l’intervento professionale del sociologo”, Grosseto, 26-28 aprile 1985
 
Convegno Giovani oggi: esperienze, confronti, prospettive, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Bolzano, 1985
 
Convegno “Brasile, Le sfide della transizione”, Università di Trento, 12 novembre 1987
 
Sessione Religion and food supply, VII World Congress for Rural Sociology “Food security and rural development”, Bologna, 26 giugno – 2 luglio 1988
 
Parte I L’appartenenza socio-territoriale, Convegno “Appartenenza e comunità. Aspetti sociologici, storici e amministrativi”, Università di Trento, 6 – 9 ottobre 1988
 
Convegno “Educazione permanente oggi in Alto Adige”, Provincia Autonoma di Bolzano, Bolzano, 11 novembre 1988
 
Sessione Sociology and social policy formation in the mountain and peripheral areas, XXIXth International Congress, Institut International de Sociologie, “The status of sociology as a science and social policy formation”, Roma, 12 – 16 giugno 1989
 
Convegno internazionale I fattori culturali dello sviluppo, Università di Trento, Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale, Trento, 6-7 dicembre 1990
 
Sessione Le Play et ses continuateurs face au catholicisme social, XXI Conference “Religion et economie” Société Internationale de Sociologie des Religions, Maynooth – Ireland, 19-23.8.1991
 
Sessione La sociologia di Robert E. Park (parte I) Convegno internazionale “Immigrazione, integrazione e culture”, Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale – Università di Trento, Trento, 8-9-10 ottobre 1991
 
Sessione: Movimenti giovanili, assimilazione e relazioni etniche, Convegno internazionale “I giovani non europei ed il processo di integrazione. Per una cultura della tolleranza”, Associazione Culturale Studi Asiatici, Trento, 11-12 ottobre 1991
 
Seminario di studio “Educazione permanente. Quale futuro?”, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Appiano, 27 novembre 1991
 
Sezione sociologica, Convegno “Consenso sociale e buona amministrazione nei parchi di montagna” Parco Adamello Brenta e Centro Internazionale di Ricerche Sociali sulle Aree Montane (CIRSAM), Molveno (TN), 7-9 maggio 1992
 
Convegno Internazionale “I valori degli europei – European values”, , Università di Trento – Trent’anni di Sociologia 1962-1992, Trento, 1-2 ottobre 1992
 
Sessione 2^, Convegno “Società dell’informazione di fine millennio. Una prospettiva estetica?” Dipartimento di Analisi Economica e Sociale del Territorio – Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Venezia, 28 maggio 1993
 
Sessione: I cento anni della sociologia di Chicago, Convegno internazionale “La tradizione della Scuola ecologica di Chicago e le prospettive della sociologia contemporanea” Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale, Università di Trento, 6-7 ottobre 1993
 
(con S. Abbruzzese), Seminario “La sociologia di Raymond Boudon” Università di Trento, 16-17 giugno 1994
 
Presentazione del volume La vita religiosa. Per una sociologia della vita consacrata, Istituto Luigi Sturzo, Roma, 25 maggio 1995
 
Incontro su: Quali scenari per il futuro dell’Albania?, Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, Roma, 30 luglio 1997
 
Gruppo di lavoro: L’identità nell’Europa delle diversità, Convegno internazionale “I confini dell’Europa – Die Grenzen Europas – The borders of Europe” Regione Autonoma Trentino Alto Adige e Associazione Italo-tedesca di Sociologia, Trento, 30-31 marzo 2007
 
Sessione I Convegno “L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni”, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento, 22 novembre 2012
 

10. PRINCIPALI CARICHE ACCADEMICHE
 
1980-87 Membro eletto del Consiglio di Amministrazione dell'Opera Universitaria di Trento e 1983-87 suo Vicepresidente
 
1982-83 Membro della Commissione di Ateneo, Università di Trento
 
1987 Presidente del Consiglio di Indirizzo “Strutture e Processi Culturali” della Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento
 
1984-87 e 1989-1996 Membro eletto del Consiglio di Amministrazione dell'Università di Trento
 
1984-90 e 1991-93 Direttore del Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale dell' Università di Trento

11. NOTIZIE BIOGRAFICHE
 
Nato a Primiero (Trento) l'11 agosto 1944; primo di 11 figli
 
Residente a Primiero San Martino di Castrozza (Trento), fraz. Tonadico, via Roma 55
 
Domiciliato a Trento, via del Nespolar 33
 
Stato civile: coniugato; 9 figli, dei quali cinque sposati (13 nipoti), uno frate carmelitano e tre in famiglia
 
12. PRINCIPALI ATTIVITA’ SOCIALI
 
Responsabile di istituto di Gioventù Studentesca (studi superiori 1960-65 a Trento)

Aderente al Movimento Oasi, fondato dal gesuita padre Virginio Rotondi, Centro per un Mondo Migliore, (Rocca di Papa)

Presidente diocesano della FUCI – AUCT (studi universitari a Trento, 1965-69, e alcuni anni successivi)

Membro del Gruppo Famiglie (guidato da don Gianfranco Corradi), primo sorto nella diocesi di Trento

Tra i fondatori nel Trentino del Movimento per la Vita

Nel Direttivo e poi Presidente per un ventennio dell’Associazione trentina della famiglia (già “Associazione delle famiglie numerose” del Trentino

Tra i fondatori nel Trentino e primo presidente del Sindacato delle Famiglie (SIDEF)

Tra i fondatori nel Trentino del Forum delle associazioni familiari.

Tra i fondatori del Centro Studi “Martino Martini”, Trento, membro del Consiglio di Amministrazione, per due mandati suo Presidente.
 
Membro della Consulta dei laici della Diocesi di Trento in rappresentanza dell'Associazione Trentina della Famiglia
 
13. PRINCIPALI ATTIVITA’ AMMINISTRATIVE
 
Consigliere comunale a Tonadico e a Fiera di Primiero
 
Membro dell’Assemblea del Comprensorio di Primiero e capogruppo DC
 
Assessore alla Pianificazione urbanistica del Comprensorio di Primiero
 
Membro del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Primiero e San Martino di Castrozza
 
Membro della Commissione Urbanistica della Provincia Autonoma di Trento
 
Presidente della Cooperativa “Villa Alpina V. Pisoni” (casa per attività della FUCI-AUCT)
 
 
14. PRINCIPALI ATTIVITA’ POLITICHE[1]
 
Membro esterno cooptato del Comitato Regionale del Trentino – Alto Adige della DC (in seguito all’Assemblea degli esterni convocata dal segretario nazionale DC, F. Piccoli);

dal 1983 tesserato DC, poi membro del Comitato Provinciale della Dc Trentina e membro dell’Esecutivo Provinciale per le politiche sociali;

Tra i fondatori in Trentino del Movimento Popolare
 
1992 – 94 Segretario Provinciale della DC Trentina, trasformata poi in Partito Popolare del Trentino, parte del PPI;
 
dal 1995 Presidente di CDU del Trentino, poi, dal 1998, de Il Centro – Unione Popolare Democratica (federato con CDU), trasformato poi nel 2003 in Centro Popolare (con l'aggiunta facoltativa fino al 2006 di “Autonomista”)
 
1994-96 eletto alla Camera nella lista del Patto per l’Italia (PPI) (gruppo PPI e poi CCD); segretario della Commissione Agricoltura
 
1994-2006 Presidente dell’Associazione Parlamentare “Amici della Cina” fondata dall'on. Vittorino Colombo e guida di numerose visite parlamentari in Cina (dal 2006 Presidente onorario). Onorificenza ufficiale cinese come “Amico della Cina”
 
1995 – 2001 membro dell’Esecutivo nazionale CDU, responsabile per le politiche sociali (famiglia e scuola)
 
1996 –2001 eletto al Senato nella lista Polo delle Libertà del Trentino-Alto Adige, Collegio Valsugana, Fiemme e Fassa (Gruppo CDU, poi UDR, poi Misto Il Centro UPD), membro e vice-presidente della Commissione Difesa; membro capogruppo CDU delle Commissioni Bilancio, Attuazione della Riforma amministrativa, Questioni Regionali;
 
2001-2006 eletto al Senato nella lista Casa delle libertà del Trentino-Alto Adige, Collegio Valsugana, Fiemme e Fassa, (gruppo UDC) membro capogruppo UDC della Commissione Difesa, della Commissione Infanzia e della Commissione Questioni Regionali; membro delle Assemblee del Consiglio d’Europa e della UEO, Vice- presidente e per un mandato anche Presidente della Commissione Ambiente, Agricoltura e poteri locali e regionali dell’Assemblea del Consiglio d’Europa, relatore di importanti atti dell’Assemblea del Consiglio d’Europa in materia di politiche per la montagna e politiche di collaborazione transconfinaria; relatore di importanti atti dell’Assemblea della UEO sulle politiche di sicurezza in Europa e negli USA.
 
2001-2006 capogruppo PPE al Consiglio d’Europa per la Commissione Ambiente, Agricoltura e poteri locali e regionali
 
2006 candidato individuale al Senato nel Collegio della Valsugana, Fiemme e Fassa per il partito Centro Popolare Autonomista (ottenendo l’11% dei voti); non eletto:
 
 2006-2011 rappresentante del Centro Popolare Autonomista presso gli organi della Democrazia Cristiana per le Autonomie e come tale partecipe al 1° Congresso del Popolo delle Libertà a Roma
 
dal 2009 Presidente e poi Coordinatore  del Centro Popolare, Trento
 
dal 2012 conferma di socio della Democrazia Cristiana e partecipazione al XIX Congresso di Roma, poi invalidato; nel XIX Congresso DC di Roma del 2018, validamente convocato dall'Assemblea dei soci autorizzata dal Tribunale di Roma nel 2016, eletto nel Consiglio Nazionale e nella Direzione della Democrazia Cristiana. Nel 2019 eletto Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana.
 
[1] Per le attività nel Parlamento, nell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e nell'Assemblea Parlamentare della UEO si rimanda ai rispettivi siti internet di Camera, Senato, Consiglio d'Europa e Unione Europea Occidentale.
 

Utile una ricerca valutativa sull’uso dei fondi per la cooperazione internazionale

Sul Trentino dell’11 maggio è riportata una lunga intervista a una responsabile di un’associazione che opera per lo sviluppo, nel caso specifico illustrando le iniziative a favore di una zona periferica del Vietnam. L’annuncio di una riduzione dei fondi provinciali per la solidarietà internazionale, vista la loro non trascurabile entità, metterebbe in crisi progetti e possibilità di mantenere l’attuale numero di dipendenti.

Non si tratta che di una delle realtà associative operanti nel settore che ha espresso forti critiche circa il ventilato dimezzamento dei fondi provinciali destinati alla solidarietà internazionali. Senza pretendere di avere in ogni caso ragione, sulla base di molte esperienze a stretto contatto con iniziative di sviluppo e di aiuto internazionale, in America Latina (Brasile e Argentina) e in Africa (Uganda), ho maturato alcune convinzioni.

La prima è che la solidarietà anche in termini economici con popolazioni povere non è compito solo delle agenzie internazionali, governative e non, ma può e deve investire tutti i livlli nei quali si struttura la vita collettiva, dai più piccoli, come le comunità locali, ai più grandi. A fatica si è maturata una sensibilità al riguardo in Italia e anche in Trentino e si è deciso di sacrificare una parte delle proprie risorse per aiutare chi è in condizioni di indigenza, tanto più se in qualche caso (vedi il Chaco, in Argentina) erano in condizioni difficili discendenti di trentini. Saggiamente non ci si è limitati da dare il pesce a chi aveva fame (e carestie ce ne sono sempre), ma si è puntato per lo più a insegnare a pescare, fornendo la canna, l’amo e l’esca. Più rischiose iniziative per costruire rapporti di pace tra popolazioni in guerra, come accaduto ad es. nella ex Jugoslavia. Sempre difficile misurarne l’efficacia e decidere quando il compito si può dire finito, ma comunque si tratta di “costruire la pace”, compito importante quanto aiutare lo sviluppo.

La seconda convinzione è che, dovendo dare all’impiego di risorse una scala di priorità, questa, accanto alla solidarietà con chi ha origini nella nostra terra, deve tener conto della condizione di bisogno non solo della popolazione che si intende aiutare, ma anche della società più ampia, dello Stato, nella quale tale popolazione è inserita. Se una nazione dal punto di vista economico ha raggiunto sufficienti livelli di benessere, il dovere di rimediare alle indigenze interne spetta innanzitutto ad essa. Tanto più se al suo interno vi sono forti disuguaglianze, per cui le condizioni di indigenza sono correlate all’esistenza di pochi ricchi cui importa poco correggere la situazione a favore dei più poveri. In Brasile e in Argentina, ad es., vi sono ceti molto ricchi e popolazioni molto povere. Se pensiamo noi a risolvere i loro problemi di povertà (o di contribuire a risolverli), esoneriamo il Paese a pensarvi. Prioritario è, a mio avviso, aiutare popolazioni povere in Stati poveri, in difficoltà ad assicurare a tutti livelli dignitosi di vita. Per tornare alle mie esperienze dirette, gli aiuti alla regione del Karamoja, in Uganda, dovrebbero essere prioritari rispetto a quelli in paesi in forte crescita o con livelli più alti di reddito, come il Brasile o il Vietnam.

Se posso dare un consiglio, primo compito della Provincia e della Regione in tema di cooperazione internazionale dovrebbe essere una verifica del rispetto di criteri di priorità, da definire con il concorso anche di chi sul campo opera e da adeguate ricerche valutative dei risultati. Se il taglio dei fondi è un modo di manifestare una qualche insoddisfazione circa le azioni di aiuto e di sviluppo condotte e in atto, assai meglio è una loro valutazione, combinata con un insieme di criteri di priorità. I sacrifici che anche i trentini sono chiamati a fare per la solidarietà tra popolazioni anche lontane sarebbero meglio capiti.

scritto 11 maggio 2019

Trattare diversamente le “seconde case” degli originari da quelle dei turisti

di il 31 Dicembre 2019 in Urbanistica con Nessun commento

E’ dei giorni scorsi l’emergere sui giornali locali della proposta di rivedere o di abolire la “legge Gilmozzi” sulle seconde case. Da un lato alcuni sindaci e albergatori preoccupati e dall’altra gli imprenditori del settore edile e del mercato immobiliare favorevoli.

Negli anni della mia attività politico-amministrativa nel Comprensorio di Primiero, in qualità di assessore all’Urbanistica portai all’elaborazione e poi all’approvazione, avvenuta all’unanimità dell’Assemblea, del Piano Urbanistico Comprensoriale, fondato su due “novità” che allora non erano scontate. La prima: no ad aree per costruire seconde case e sì ad aree per l’edilizia sociale e agevolata e ad aree edificabili di proprietà di residenti che intendevano costruire la prima casa per la propria famiglia o per i figli già adulti. La seconda: sì alla ristrutturazione di baite a scopo di residenza temporanea anche di tipo turistico (in precedenza era consentita solo per uso agricolo, pur con abusi e aggiramenti diffusi), purché fosse coltivato il prato di pertinenza, riservando una parte dei vecchi fienili per il deposito del fieno.

Gli Uffici provinciali competenti fecero qualche resistenza contro le due novità, ma poi le approvarono anche tecnicamente e il PUC, approvato dalla Giunta, divenne esecutivo. Poi venne la buriana sui comprensori, la politica decise di ridare ai Comuni la competenza urbanistica (salvo linee generali di indirizzo) e questi allargarono un po’ le maglie sui masi, mentre la legge Gilmozzi introdusse per i comuni turistici dei vincoli sulla nuova edificazione nonché limiti alla modificazione della destinazione d’uso delle baite.

Ora viene lamentata l’esistenza di case nuove invendute a causa, si pensa, del vincolo a prima casa. Si tratterebbe di fare allora una deroga, non si capisce ancora se temporanea, tipo “sanatoria” o se a regime. Si presuppone che ci sia una domanda non soddisfatta di seconde case, che potrebbe trovare soddisfazione nelle prime case rimaste invendute (da quando? e per quanto tempo?). Condivido l’idea che l’aumento di seconde case in comuni ad alta intensità di turismo sia una strategia sbagliata. Come già detto in altre occasioni, l’offerta di seconde case è utile alla comunità solo per avviare l’attività turistica in aree a bassa o nulla attività turistica; per esse non hanno senso limitazioni, anzi, avrebbero senso incentivazioni, esenzioni. Lo stesso dicasi dove si registrano abbandoni e degrado di masi di montagna. Laddove l’attività turistica è avviata e sviluppata, invece, alla comunità serve che essa generi posti di lavoro e l’indotto occupazionale dell’attività alberghiera è molto maggiore di quella che dà la seconda casa, il cui effetto occupazionale si esaurisce quasi del tutto con la costruzione.

Quando a governare la provincia c’era la DC, si avviarono programmi di finanziamento della ristrutturazione dei centri storici rurali (oltre che urbani). Non v’è chi non veda che vi sono ancora grandi spazi per interventi di risanamento, anche in centri turistici. Lo stessa dicasi per i masi di montagna. Nel programma di coalizione dell’attuale maggioranza provinciale il Centro Popolare propose che nelle politiche del territorio, dalla tassazione alle normative edilizie e urbanistiche, fosse introdotta una categoria di persone intermedia fra il residente e il non residente, quella dell’”originario”, ossia di quello la cui famiglia di origine (almeno per un paio di generazioni?), era residente, ma che poi ha lasciato il comune per andare a risiedere altrove, per lo più per lavoro. Tale categoria ha trovato riconoscimento da poco anche nella legislazione italiana su usi civici e proprietà collettive, ma vige da sempre in Svizzera. Gli “originari” hanno la prima casa altrove, ma il mantenere un legame con la terra di origine, costruendo o acquisendo o ristrutturando o semplicemente continuando ad usare la casa che fu dei genitori e dei nonni, ha certo un valore diverso, per la comunità, del turista estraneo alla comunità che desidera avere una casa per i fine-settimana e per le ferie. Vengo da una famiglia numerosa e non tutti i fratelli e le sorelle hanno potuto restare a Primiero, ma mi pare incongruo che vengano considerati dalle normative come estranei con seconda casa. Se si riconoscesse una situazione intermedia di originario, si aprirebbe uno spazio di attività edilizia e di mercato aggiuntiva, che certo non susciterebbe le preoccupazioni di veder usato in modo poco produttivo e con effetti positivi solo a breve termine il territorio, già scarso e già in parte compromesso da un modello di turismo poco vantaggioso per la comunità.

scritto 30 aprile 2019

Giusta la proposta di don Marcello Farina di fare sciopero della messa per protesta contro scelte relative a immigrazione?

di il 31 Dicembre 2019 in religione con Nessun commento

Non mi sarei mai atteso da un sacerdote, don Marcello Farina, la proposta nel corso di un’omelia di non celebrare la messa la domenica a sostegno di un’opinione politica concernente le politiche di affronto del problema immigrazione. Giustamente il vescovo ha ricordato come la messa serva per vivere più coerentemente il vangelo. Usarla come oggetto di uno sciopero o di una “serrata” dei preti mi sembra uno svilimento, una strumentalizzazione del proprio ministero di celebrazione dell’eucarestia.

Non ho mai sentito don Farina proporre nulla di simile per leggi che consentono e finanziano con denaro pubblico l’uccisione di essere umani nel grembo materno perché indesiderati, né mai egli si è distinto in dure condanne al riguardo. Lo fa su un tema nel quale le soggettive valutazioni politiche di opportunità hanno un peso assai maggiore di quello in merito alla tutela della vita umana. Di fronte a un cambiamento nelle politiche verso gli immigrati clandestini cui non è riconosciuto il diritto di asilo si può dissentire. Si poteva suggerire una fase di transizione che tenga conto delle aspettative delle persone consolidate da scelte politiche precedenti. Ma si è di fronte a una questione che non è di vita o di morte. Manca il senso della misura. Vi è un’intrusione clericale in un ambito di responsabilità dei laici. Vi è una strumentalizzazione clericale di un sacramento. Un prete ha molti strumenti per dare un insegnamento di morale. Si è ceduto al desiderio di clamore mediatico, facendo perdere autorevolezza all’insegnamento morale.

scritto 4 marzo 2019

Un monumento a Trento a Mauro Rostagno?

di il 31 Dicembre 2019 in Persone con Nessun commento

Sull’edizione del Trentino del 12 marzo scorso è pubblicato un articolo a firma S.A.M. Che sponsorizza la donazione e di fondi per erigere un monumento a Mauro Rostagno. A parte il fatto che se è vero, come afferma l’articolista, che in risposta all’appello di alcuni amici di Rostagno per tali donazioni fluisce denaro da tutta Italia, non si capisce perché chiedano, anche tramite il Trentino, altri fondi da parte dei trentini (ma, si sa, di denaro ne serve tanto se per una putrella di ferro che regge un masso di porfido non sono sufficienti i 33.000 euri già raccolti), ciò che colpisce è il panegirico di Rostagno per il suo ruolo avuto a Trento.

So solo quanto riportato dai giornali per il suo ruolo avuto in Sicilia, ricordato anche dal siciliano Presidente della Repubblica Mattarella per il suo impegno contro la mafia. Ma conosco benissimo il suo ruolo avuto a Trento. Per l’articolista, Rostagno si sarebbe impegnato per la difesa degli oppressi e degli sfruttati. Se lo fece, lo fece nel modo nel quale svolsero tale impegno gli estremisti rivoluzionari dell’ideologia marxista, un modo rifiutato anni più tardi dallo stesso Rostagno a Trento, che affermò che per fortuna i progetti rivoluzionari perseguiti da lui e da una parte del movimento studentesco non avevano avuto successo.

Meraviglia ancora che l’articolista voglia ricordare Rostagno come “uno dei principali ideatori della riforma universitaria”. Di quale riforma universitaria si tratta? Rostagno accusava come “retrogradi” i riformisti. Serviva la rivoluzione sociale, che comprende anche l’uso della “violenza rivoluzionaria”. Per tale rivoluzione andò con amici a Milano, prima di terminare gli studi. E a questa doveva accompagnarsi la rivoluzione dei costumi, le esperienze delle “comuni” familiari. E più tardi fu in India nel movimento degli “arancioni”. L’articolista menziona anche Rostagno come ideatore dell’esperienza dell’università “critica”, allora detta anche “negativa”. Mi risulta che i padri di tale idea fossero altri e comunque coloro che la sperimentarono a Trento portano sulla coscienza un’intera generazione di laureati in sociologia che pagarono con la dequalificazione professionale l’esasperazione di un approccio alla scienza sociale che non può essere “alternativo”, come ideato dai suoi promotori, ma può giustamente portare solo a un’attenzione critica al sapere “positivo”, come con decenni di lavoro di professori e studenti seri si è riusciti a fare poi anche a Trento.

Non so chi sia l’articolista, del quale sono rese note solo delle iniziali; di certo non ha vissuto a Trento nel periodo di Rostagno o se lo ha fatto si è identificato con qualcuno dei suoi amici che ora vogliono nascondere i fallimenti con una santificazione di colui che dei fallimenti è stato guida carismatica. Bene, se poi, in Sicilia, Rostagno ha cambiato idee e pratiche. Ma non vedo perché non si debba dire la verità sul suo periodo trentino.

scritto 12 marzo 2019

La figura di Mauro Rostagno: risposta a Bruno Ballardini

di il 31 Dicembre 2019 in Persone, università con Nessun commento

Sul Trentino del 19 marzo è pubblicata una lettera di Bruno Ballardini, che, da non credente, ricordando quanto sentito frequentando la dottrina cristiana dei pomeriggi della domenica (quando non c’erano, per i più, mezzi di trasporto a motore per spostarsi e TV da vedere), ossia la comprensione per la fragilità umana e per la possibilità del riscatto come esemplificato dalla parabola del figliol prodigo, mi rimprovera di incoerenza per il mio giudizio negativo su Rostagno.

Ringrazio Bruno Ballardini per le parole gentili e per il tentativo di “correzione fraterna” nei miei confronti, altra pratica che si insegnava nei corsi di “dottrina”. Volevo rassicurarlo che non vi è nulla di personale nel mio giudizio su Rostagno, che, anzi in un paio di occasioni , in quanto ero da lui visto come “vero proletario” ( e non sbagliava), mi ha tutelato da reazioni aggressive di suoi seguaci. Si tratta solo di non lasciare passare, senza reazioni, il tentativo di suoi seguaci di “santificazione” di Rostagno, almeno per quanto riguarda il periodo trentino. Si può anche divergere su cosa sia la “santità”, specie se essa è vista da persone con visioni dell’uomo e del mondo molto diverse. Ciò che non mi sembra ammissibile è costruire il “mito del santo” sulla base di affermazioni non corrispondenti in alcun modo alla realtà, contraddette anche da esplicite affermazione del “santo” per continuare a far pressioni su pubbliche autorità e sui cittadini per donazioni per far erigere un monumento. Lo possono fare i seguaci, ma mi sembrava troppo che lo facesse anche il giornale che lei da pochissimo dirige.

Ballardini ricorda male un episodio che è di memoria comune tra gli studenti degli anni del Rostagno studente a Trento. Rostagno non indisse un’assemblea per evitare un esame di matematica, ma, essendo di sera senza più luce naturale, fece far saltare l’illuminazione dell’intero palazzo di via Verdi per poter senza più controlli passare gli esercizi dell’esame di matematica a chi poteva poi riconsegnarli a lui e agli amici suoi (che di matematica non ne sapevano tanto) già svolti. E andò proprio così. L’autorità accademica non ebbe il coraggio di far annullare la prova scritta di matematica (allora obbligatoria) e così Rostagno con i suoi amici superarono l’ostacolo. Certo poca cosa per coloro che dicevano inutile studiare dato che con l’autunno del 1969, con la saldatura tra rivoluzione studentesca e rivoluzione operaia, sarebbe arrivato in Italia un regime rivoluzionario dove a governare non sarebbero più stati i “competenti” in scienze borghesi e reazionarie, ma i rivoluzionari. Poca cosa rispetto a ciò che avrebbe colpito l’Italia col terrorismo, che traeva ispirazione dalle idee rivoluzionarie delle quali Rostagno di faceva portatore e da reazioni violente di matrice opposta. Poca cosa, ripeto, ma che qualcosa dice sulla “santità” a Trento. Basta la conversione della lotta alla mafia, pagata, come certo o assai probabile, con la vita, perché Trento debba vantare il Rostagno “trentino”? Una targa all’Università lo ricorda in modo equilibrato. Tanto non è stato concesso ai fondatori della sociologia a Trento, rei di non essere stati “rivoluzionari”. Si è fatta eccezione per Kessler e per Andreatta, nessuno sociologo, ma ricordati per il ruolo politico. Dobbiamo pagare un altri tributo al “mito del 68” cui la sinistra, compresa quella del Comune di Trento, continua a sentirsi legata?

scritto 19 marzo 2019

Proteste professori per sospensione corsi di ideologia “gender”: giustificate?

Il Trentino di giovedì scorso 4 aprile ritorna sulla presa di posizione di alcuni colleghi professori dell’Università di Trento contro la decisione della Provincia Autonoma di Trento di sospendere i corsi integrativi sul “genere” e contro il convegno che in merito ha più recentemente organizzato la stessa Provincia. Si aggiungono ora anche professori di liceo. Il suo giornale parla di “rivolta dei professori contro la giunta”.

Non occorre molto per capire le dinamiche che si sono messe in atto. Ci sono stati anni nei quali una firma su un documento critico non si negava a nessuno, e questa volta era in gioco la figura di un pro-rettore, che un suo collega invano ha cercato di far ragionare anche sul “Trentino”. Un pro-rettore di quelli tosti e bene introdotti negli ambienti di sinistra se gli (le) è stata offerta la candidatura per l’elezione suppletiva alla Camera per il collegio di Trento.

Non ho mai visto nessuno dei colleghi professori protestare per i convegni a tesi organizzati dalla Provincia quando a governarla c’era la sinistra, a cominciare dal Festival del’Economia, spesso travalicato in festival della politica di sinistra. Alcuni prendevano la loro parte di gloria, grati. Ora si accusa la Giunta di riportare ad “epoche buie”, di dare “segnali e atteggiamenti di chiara impronta autoritaria e fascista”. Ridicolo. Solo perché chi ha la responsabilità della scuola pubblica di fronte ai genitori e alla comunità ha inteso evitare che, in nome della lotta al pregiudizio, si considerasse doveroso educare tutti i bambini e i giovani all’”ideologia del gender” (mascherata) e perché ha voluto organizzare un convegno che chiamasse esperti che di questa ideologia non fossero espressione, dato che a proporre questa da anni c’erano coloro che sostenevano i corsi integrativi. Ma dove sta scritto che una comunità non abbia la libertà di sentire una voce diversa, dopo che per anni ne ha sentito altre e ha dato ad esse spazio? Si ripete l’intolleranza dimostrata dalla sinistra nei confronti del recente Congresso Mondiale delle Famiglie a Verona. Nessuno osi prendere posizioni contrarie all’ideologia dominante e se lo fa, deve dare spazio anche ad esponenti dell’ideologia dominante, altrimenti è un fascista e autoritario.

Ma poco convincente anche la “rivolta dei professori” per l’intervento delle forze dell’ordine a garantire un ordinato svolgimento del convegno. A negare ai partecipanti e ai relatori la libertà di dire la propria erano i “contestatori” e la magistratura dirà se per farlo hanno sfondato una porta secondaria. Quante volte mi sono sentito negare il permesso di entrare per il rispetto di norme sulla sicurezza, data la capienza di una sala. Chi ama la libertà e lo stato di diritto non vuole imporsi con la forza e se vuole protestare per la carenza di posti, lo può fare “democraticamente”, non con lo stile da “fascismo (autoritarismo) rosso” cui contestatori di sinistra ci hanno abituato per decenni a partire dal 1968.

Spiace vedere bravissimi colleghi professori allinearsi a proteste di chiaro sapore politico, mascherate da lotta al fascismo e all’autoritarismo. Forse un po’ meno di conformismo alla cultura dominante su temi eticamente sensibili non avrebbe guastato per degli intellettuali. Caro Direttore, conoscendo alcuni di essi stento a credere che siano dei “rivoltosi”; semplicemente molti o non hanno approfondito la questione e non se la sono sentita di dire di no a un pro-rettore (pro-rettrice) su un tema che profuma di “progressismo”. Non sia mai! L’università è per il progresso, anche a costo di mettere tra parentesi lo spirito critico.

scritto 4 aprile 2019

In memoria di Riccarda Rossaro

di il 31 Dicembre 2019 in COMMERCIO con Nessun commento

Il 4 novembre ho partecipato al funerale di Riccarda Rossaro, di Pedersano, mia coetanea. Come sempre accade nelle piccole comunità rurali, la chiesa era piena di gente e oltre al giovane parroco celebravano anche missionari comboniani, di uno dei quali, ormai defunto, Riccarda era nipote. Tra la gente anche rappresentanti dell’Associazione italo-tedesca di sociologia (tra i quali il prof. Lauro Struffi), associazione che ha sede presso l’Università di Trento e che da molti anni edita la rivista bilingue “Annali di Sociologia – Soziologisches Jahrbuch”, fondata dal prof. Franco Demarchi e da alcuni anni da me diretta, in collaborazione con altri docenti italiani e tedeschi e con i co-direttori prof. Arnold Zingerle (Bayreuth) e Raimondo Strassoldo (Udine).

Al ricordo in chiesa da parte di uno dei padri comboniani vorrei aggiungere quello mio, a nome della Direzione, del Comitato Scientifico e della Redazione della Rivista, dei quali Riccarda Rossaro è stata Segretaria, oltre che Segretaria dell’Associazione presieduta da anni dal prof. Antonio Scaglia, rappresentato alle esequie dalla consorte, dati suoi impegni inderogabili. La Rossaro è stata l’anima dell’iniziativa di dialogo tra sociologia italiana e sociologia di area culturale tedesca, dapprima in stretta collaborazione con il prof. Demarchi, aiutandolo soprattutto nella parte amministrativa (con essa Demarchi era poco familiare) e poi con me e con il prof. Scaglia, mantenendo i contatti con i sociologi italiani e tedeschi autori degli articoli, con i traduttori, con coloro che facevano la supervisione e con chi contribuiva da linguista a spiegare la più opportuna traduzione italo-tedesca dei concetti.
La sua non fu solo una collaborazione tecnica. Quando per il venir meno del sostegno economico di socio fondatore dell’Istituto Trentino di Cultura (scaricando con ciò sull’Associazione i costi di un ricercatore a tempo pieno assunto inizialmente con i fondi dell’ITC), l’attività dell’Associazione subì un forte rallentamento nella pubblicazione della rivista, ai contributi economici personali del prof. Demarchi, Riccarda aggiunse di sua iniziativa la sospensione per molti mesi del suo stipendio di impiegata, consentendo all’Associazione di superare la crisi, anche con l’aiuto, poi, della Regione Autonoma Trentino – Alto Adige/Suedtirol, della Provincia di Trento e della stessa Università, altri soci fondatori dell’Associazione.

Anche pensionata, Riccarda Rossaro non fece mancare il suo aiuto al segretario che l’ha sostituita, il dott. Manuel Beozzo, sociologo con doppia laurea a Trento e a Eichstaett (Baviera) e da poco ricercatore presso quest’ultima università. Non manca l’attenzione dell’opinione pubblica verso il tema del lavoro. Riccarda Rossaro è stata testimone di un rapporto con il lavoro di pieno coinvolgimento, di piena responsabilizzazione, esemplare. E a ciò ha aggiunto un’impegnativa assistenza in casa alla madre a lungo ammalata. Per questo merita un ricordo particolare in un ambito più largo di quello dei parenti e dei membri della piccola comunità locale dove viveva.

scritto 5 novembre 2019

In memoria di mons. Silvio Gilli

di il 31 Dicembre 2019 in COMMERCIO, Persone con Nessun commento

L’Adige del 30 marzo pubblica un ricordo di don Silvio Gilli scritto da Giampaolo Andreatta: episodi di vita che arricchiscono la descrizione di un prete un po’ “speciale”, sia per lo stile di comportamento sia per la missione che ha svolto in Vaticano. Aggiungo anch’io un episodio personale: neo-eletto alla Camera dei Deputati nel 1994, un po’ spaesato quanto a sistemazione alloggiativa, telefonai a don Silvio, in Vaticano, se poteva indicarmi qualche sistemazione un qualche struttura ricettiva religiosa, meno cara e meno soggetta all’incertezza delle prenotazioni di un albergo. In un attimo telefonò e mi trovò la camera presso un convento di suore, alle spalle del Vaticano. Purtroppo l’ora del rientro serale non era spesso compatibile con gli impegni e così, dopo poche settimane, scelsi di andare in albergo presso i Fori Imperiali, gestito dai frati di padre Massimiliano Kolbe, finché poi non trovai una sistemazione stabile in una camera d’affitto. Sento ancora riconoscenza per la cortesia usatami da don Silvio, che ogni tanto rivedevo a Trento per la visita di un collega sociologo che lo aveva conosciuto in uno dei viaggi in Cina organizzati da don Demarchi.

Ai funerali a Gardolo, oltre ai tantissimi preti con il vescovo emerito e tanta folla, il vescovo in carica mons. Tisi ha delineato la figura di don Gilli in modo appassionato (era stato, ha detto, suo confessore), insistendo sulla sua mitezza e sul grande amore per la Chiesa. Una sua nipote lo ha ricordato con grande affetto: sapeva “tenere insieme” la famiglia. Un esponente della San Vincenzo e un altro dell’Apostolato della Preghiera ne hanno ricordato le attività, carità e preghiera. Nessuno ha fatto cenno al suo impegno come assistente ecclesiastico dell’Associazione Famiglie Numerose, trasformata poi in Associazione Trentina della Famiglia, rette da una figura di spicco del Trentino, il prof. Sisto Plotegheri (del quale sono stato successore), aiutato da soci sostenitori, anche finanziariamente, come Tullio Odorizzi.

Sono stati gli anni nei quali l’Associazione era tra i promotori in Italia del referendum sulla legge che introduceva in Italia il divorzio e di quello, successivo, sulla legge che legalizzava l’aborto. Seguirono convegni europei in materia, uno dei quali tenuto, guarda caso, a Verona, e l’Associazione presieduta da Plotegheri era co-organizzatrice. Ebbene, don Gilli non aveva remore nel sostenere tali iniziative e, a differenza della chiesa trentina di oggi, che critica il Congresso Mondiale sulle Famiglie di Verona perché “odora” politicamente di destra, poco gli importava che a favore della stabilità della famiglia e per la difesa della vita vi fossero, in entrambe lo occasioni, oltre alla Democrazia Cristiana, un partito di destra (quella vera e storica): ciò che contava erano i contenuti, era la sostanza delle posizioni sostenute. E non taceva per la paura di “andare contro” su temi allora assai divisivi. Altra tempra di cristiano e di prete, che sapeva unire mitezza, preghiera e impegno per principi fondamentali in merito a vita e famiglia.

Avrei desiderato ricordare ciò al funerale di don Silvio, ma non sarebbe stato certamente gradito. Mi affido a l’Adige, sperando che ritenga giusto completare il profilo di un prete mite e umile, ma non fino al punto di tacere su principi fondamentali o di criticare chi li difende perché poco gradito politicamente.

Provincia di Trento: peggioramenti per agricoltura marginale

Oggi mi è arrivata la richiesta dell’Azienda Sanitaria Provinciale di pagare una nuova tassa per l’iscrizione (obbligatoria) delle mie poche capre (dieci) all’apposita Anagrafe. A differenza di quanto accade per i debiti verso il fisco per l’IRPEF, da non versare se gli importi sono piccoli, in questo caso si stabilisce un minimo che è stato fissato nell’equivalente di 75 capre (15 euri più IVA più un altro balzello), non importa se uno ne ha una o due o dieci come me. A decidere questa nuova tassa è stata la Giunta Rossi con delibera del luglio 2018, un piccolo “regalo” pre-elettorale ai piccoli allevatori. Ma non basta; bisogna andare da un commercialista, a meno che uno non sia un esperto in materia, per capire come far funzionare il sistema della fatturazione elettronica. Mi chiedo come mai la nuova Giunta Fugatti, giunta popolare-autonomista per il cambiamento, non abbia provveduto a correggere gli odiosi balzelli introdotti dal centro-sinistra. Esistono anagrafi obbligatorie dei cittadini ed esistono anagrafi, sempre obbligatorie, delle api. Ma sono gratuite. Perché quella delle capre da gratuita è divenuta a pagamento? Per “servire” i piccoli allevatori marginali, dopo averli serviti con la presenza sussidiata dall’ente pubblico di orsi e lupi?
Ma non è l’unico peggioramento delle condizioni dei piccoli allevatori che la Giunta nuova ha introdotto o applicato ex novo senza correzioni, nonostante le segnalazioni.
In passato mi è capitato più volte che muoia una capra; con una telefonata si avvisava il Servizio provinciale veterinario e si consegnava  la capra morta alla ditta che provvede al trattamento della salma. Il veterinario pubblico andava dalla ditta per fare eventuali controlli sanitari. Il tutto veniva a costare 4 euri. Da alcuni mesi la procedura è cambiata; qualche settimana fa mi è morta, forse per avvelenamento al pascolo, una capra: non basta più avvisare il servizio veterinario provinciale, ma occorre chiamare un veterinario privato libero professionista (il quale non è subito disponibile) che viene presso il luogo dove è stato messo il cadavere della capra e fa il prelievo per gli accertamenti sanitari ed emette parcella. I peggioramenti sono due: necessità di mettere in qualche luogo il cadavere (che può iniziare a decomporsi se fa caldo e il veterinario privato non può venire o se il tutto accade di sabato e domenica) e pagare la parcella (una quota elevata del valore della capra viva). Fatta questa procedura, bisogna andare al Servizio Veterinario Provinciale (tempo da impiegare e costi) e consegnare l’attestazione del veterinario circa il prelievo fatto assieme al materiale organico prelevato. Poi bisogna contattare la ditta che tratta i cadaveri per la consegna del cadavere, il che può avvenire anche a distanza di giorni. Il peggioramento intervenuto è netto.
Un altro problema merita segnalare. Se muore un asino che hai dichiarato destinato al macello per carne, la PAT, come per le capre, assume l’onere delle spese di consegna del cadavere alla ditta che se ne occupa (salvo 4 euri). Se invece muore un asino che hai destinato alla riproduzione (ossia per tenerlo qualche anno perché produca asinelli), il costo dello smaltimento del cadavere è a carico del proprietario. Un paio d’anni fa, per un’asina morta nel partorire, il costo è stato di circa 300 euri, circa la metà del valore dell’asino vivo. Ma per avere asini da carne si devono pur avere asini per la riproduzione, ossia da vita!
E’ un po’ strano che la PAT da un lato condivida le lagnanze degli allevatori, specie marginali, sottoposti al rischio lupo e orso e dall’altro aggravi di costi e di burocrazia gli stessi allevatori che subiscono la perdita di qualche animale. Se il problema è quello economico, lo si risolva almeno senza aggravi burocratici, davvero eccessivi.
Un ultimo problema con il Servizio Veterinario; mia moglie quest’estate è stata morsa a un braccio dal nostro cane (spaventato dal trattamento anti-zecca). Si è recata al pronto soccorso e ha pagato la medicazione con la tariffa più alta. Giusto. Ma dopo alcune settimane il Servizio Veterinario Provinciale ha mandato un’ingiunzione di pagare circa 20 euri, solo perché qualcuno del Servizio ha telefonato a casa per informarsi sulla eventuale volontà di abbattere il cane. Mi sembra una ingiunzione ingiustificata, che fa arrabbiare chi la deve pagare, dato che non corrisponde ad alcuna prestazione nè ad alcuna osservazione dell’animale, come dichiarato anche nella lettera che trasmette l’ammontare da pagare.
I problemi che la giunta popolare-autonomista per il cambiamento deve affrontare sono certamente più grandi di quelli segnalati, ma si incarichi qualcuno ad occuparsi delle cose di poca importanza o che riguardano persone non molto “pesanti” politicamente, cominciando, almeno dal rispondere alle segnalazioni. Anche questo segnala il cambiamento, anche se il ministro Fraccaro, tempo fa, mi ha accusato di occuparmi di problemi risibili! Saranno risibili per lui, ma non per chi li subisce.

scritto 11 dicembre, inviato a l’Adige e non pubblicato

Ma è proprio vero che è bene che ci sia immigrazione in Italia? Osservazioni a Michele Andreaus

L’Adige del 13 marzo u.s. pubblica un intervento del prof. Michele Andreaus, che ripropone la tesi secondo la quale l’Italia dovrebbe ricorrere all’immigrazione per rimediare agli squilibri demografici derivanti dalla bassa natalità, che carica sugli attivi un onere eccessivo, soprattutto per l’ampliarsi della quota di anziani, il cui costo sociale (pensioni e assistenza sanitaria) risulterebbe eccessivo senza un aumento di attivi tramite l’immigrazione.

Due soluzioni alternative sono ritenute da Andreaus inapplicabili per l’Italia: l’aumento di produttività del lavoro (richiederebbe un sistema formativo di livello molto alto in grado di produrre e gestire forme automatizzate di produzione) e l’aumento della natalità (data l’inefficacia rilevata di misure a ciò destinate). Tali opinioni non paiono, peraltro incontrovertibili. L’aumento di produttività tramite l’innovazione tecnologica non è preclusa. Le tecnologie più avanzate possono essere importate. E’ quanto accaduto ad es. in Cina, che è passata da tecnologie arretrate in pochi anni a tecnologie modernissime, grazie all’importazione. I sistemi formativi possono essere migliorati, anche attraverso la mobilità internazionale di docenti, ricercatori e studenti. La natalità può essere aumentata come accaduto in altri paesi con serie politiche a sostegno della natalità e della famiglia, non certo di molto, ma comunque in modo che si avvicini a garantire la stabilità della popolazione. L’Italia è agli ultimi posti per politiche fiscali e tariffarie e per trasferimenti di reddito tali da non penalizzare chi fa figli. E non a caso l’Italia ha tassi di natalità tra i più bassi al mondo. Combinando gli effetti di miglioramento della produttività del lavoro e della eliminazione del peggioramento della qualità della vita (anche solo in termini di reddito) derivante dalla nascita di un figlio, verrebbero a mancare le condizioni per la validità della tesi proposta da Andreaus.

Ma ci sono altri elementi non considerati dall’intervento del collega, che possono mettere in crisi la sua tesi. Non si capisce perché sia necessaria l’immigrazione in Italia, quando c’è un alto tasso di disoccupazione, veramente alto specie tra i giovani. E non pare che il fenomeno sia solo congiunturale, durando da molti anni. Si aggiunga anche il tasso di attività, tra i più bassi in Europa. Non c’è carenza di persone in età di lavoro, e ce ne sono che, non trovando lavoro in Italia, emigrano all’estero. L’immigrazione ora serve solo a poter pagare poco certi lavori, ma non penso che la via per far crescere l’economia italiana sia quella di importare manodopera a basso costo, lasciando disoccupati gli italiani non disposti a lavorare a condizioni così sfavorevoli.

Infine gli squilibri nella piramide dell’età della popolazione si traducono in squilibri della finanza pubblica per le pensioni per il perdurare in Italia di un sistema a ripartizione, per cui i contributi versati da chi lavora vengono usati per pagare chi non lavora, ma questo non è l’unico sistema possibile. V’è il sistema ad accumulazione, per cui ciascuno accumula con i propri contributi la propria pensione (è il sistema usato dalle assicurazioni private e dai “fondi pensione” pubblici o para-pubblici). Non si capisce perché Andreaus liquidi tale sistema come iniquo perché aumenterebbe le disuguaglianze sociali. A parte che esso potrebbe essere integrato con interventi di tipo assistenziale , già ora il sistema previdenziale fa conto dei contributi versati. Non è il sistema a ripartizione che elimina le disuguaglianze sociali, ma il rapporto tra contribuzioni e prestazioni. E per l’assistenza sanitaria, per le cui spese da molti anni si sono aboliti i contributi a carico dei lavoratori e dei datori di lavoro, sostituiti da imposte, non pare così chiaro che gli immigrati ne godano meno o con meno costi. Le ricongiunzioni familiari hanno evidenti effetti sulla spesa sanitaria, che si aggiungono a quelli del lavoratore immigrato. Si aggiungano le spese per assistenza, per gli alloggi pubblici o agevolati. In breve gli immigrati non sono solo contributori netti alle risorse pubbliche, ma sono destinatari di misure sociali, sovente con quote maggiori della loro proporzione nella popolazione.

Si può ancora aggiungere una considerazione che deriva dal pensiero sociale cristiano: è assai più giusto che a spostarsi sia il capitale e non le persone. Se gli apparati produttivi di un paese risultano in eccesso rispetto alla popolazione attiva, mentre altrove essi sono sottodimensionati rispetto alla popolazione, sia il capitale a spostarsi. E ci sarebbe in Italia meno congestione.

scritto 13 marzo 2019

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