Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Renzo Gubert

Renzo Gubert

1. FORMAZIONE

1950-1954 primi quattro anni di scuola elementare, a Tonadico (Trento)
1954-55 Quinto anno di scuola elementare con preparatoria per l'esame di ammissione alle scuole medie presso il Seminario Minore Arcivescovile di Trento
1955-58 Scuola media presso il Seminario Minore Arcivescovile di Trento
1958-60 lavori temporanei a Tonadico e a Fiera di Primiero in qualità di garzone in esercizi commerciali e in impresa artigiana
1960-65 Diploma di ragioniere e perito commerciale presso l’Istituto Tecnico Commerciale A.Tambosi di Trento (media dei voti esame di diploma 8,2/10)
1965-69  Corso di laurea in Sociologia a Trento con tesi su “Teoria sociologica e dimensione spaziale” (relatore prof. Franco Demarchi) con voto 110/110 e lode
1969-73  Borsa di perfezionamento del Ministero della Pubblica Istruzione in sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica di Milano
1972  Corso di perfezionamento di metodologia della ricerca presso il Graduate Center della City University di New York (prof Edgar F.Borgatta)

2. CARRIERA ACCADEMICA E ATTIVITA' DIDATTICA

1973-74  Assistente incaricato di sociologia urbano-rurale nell'Università di Trento
1974-82  Professore incaricato di Sociologia (corso superiore) alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica di Milano
1974-80  Professore incaricato di Sociologia urbano-rurale alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento.
1976-80  Assistente di ruolo di Sociologia dei fenomeni politici (fino al 1977) e successivamente di Sociologia urbano-rurale alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento
1980-92  Professore ordinario di Sociologia urbano-rurale alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento
1990  Maitre de Conférence invité, all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, Paris
1992-2001 Professore ordinario di Istituzioni di sociologia II alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento (dal 1994 al 2001 in aspettativa per mandato parlamentare) Dal 2001 in pensione.
 2007-2018 Professore a contratto di Sociologia delle comunità locali alla Facoltà di Sociologia e poi Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento.

3. ALTRE ATTIVITA' DIDATTICHE

1965-67 Insegnante presso l'ENALC di Trento
1967-69 Insegnante di matematica e osservazioni scientifiche alla sezione Seminario Minore di Trento dell'Istituto Sacro Cuore
1974-80 nel periodo; insegnante di sociologia sanitaria e di statistica presso la Scuola per Infermieri dell' Ospedale Civile Santa Chiara di Trento; professore nei corsi di sociologia presso il Carcere di Trento e relatore di tesi di laurea di un ergastolano
 1981 Co-direzione del Corso su “La pianificazione dei centri storici”,  in collaborazione con Istituto Universitario di Architettura di Venezia e Provincia Autonoma di Trento (19/3 – 29/6/1981)
1981-82 Direzione del Corso residenziale su “La metodologia della ricerca come strumento di programmazione degli interventi sociali”, Centro di Cultura dell’Università Cattolica – Passo della Mendola (Trento) (29/6-5/7/1981 e 12 – 18/7/1982)
2009–2011 Seminari di credito su “L’analisi fattoriale”, Facoltà di Sociologia Università di Trento
2016 collaborazione didattica con UNIMONT (Edolo), Università Statale di Milano, 30 novembre, lezione su "Politiche per la montagna dal livello nazionale a quello locale e impatto sulla società"

4. RICERCA SCIENTIFICA
4.1 INTERESSI PRINCIPALI

Valori
Appartenenze territoriali ed etniche
Emigrazione
Sviluppo e Mutamento Sociale nelle scale locale, nazionale, europea e nei paesi economicamente in via di sviluppo
Pianificazione territoriale

4.2 COLLABORAZIONI DI RICERCA PLURIENNALI (EXTRA-UNIVERSITARIE)
1969-1976 Collaboratore dell’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia
1984-1994 Collaboratore della Federazione Provinciale delle Scuole Materne di Trento
 
5. PUBBLICAZIONI
 
5.1 VOLUMI
 
 La situazione confinaria, Lint, Trieste, 1972, pp.532
 
 L'identificazione etnica. Indagine sociologica in un’area plurilingue del Trentino – Alto Adige, Del Bianco, Udine, 1976, pp.520
 
 La città bilingue, ICA, Bolzano, 1978, pp.229
 
Strutturazione sociale dello spazio urbano e crisi della città, Alcione, Trento, 1979 pp.63
 
Per la tutela delle minoranze linguistiche presenti sul territorio nazionale, Centro di Cultura A.Rosmini, Trento, 1981
 
Educazione permanente, Provincia Autonoma di Bolzano, Bolzano, 1991, pp.115

La differenziazione territoriale dei valori tra regionalità, nazionalità e sovranazionalità. I casi delle aree culturali italiana e tedesca in Europa nei primi anni del Duemila/ Die territoriale Differenzierung der Werte zwischen Regionalitaet, Nationalitaet und Supranationalitaet. Der italienische und deutsche Kulturraum in Europa dei Jahrhundertwende, Dunker&Humblot, Berlin, 2018, pp.390
 
 
5.2 VOLUMI CON CO-AUTORI
 
S.Goglio, R.Gubert, G.Pola, Sulle dimensioni ottimali di produzione di alcuni servizi di competenza della Provincia Autonoma di Trento, Libera Università degli Studi di Trento – Dipartimento di Organizzazione del Territorio, Trento, 1976
 
R.Gubert, A.Gorfer, U.Beccaluva, Emigrazione trentina, Manfrini, Calliano, 1978  (di Gubert L’emigrazione trentina: verso una sua analisi sociologica, pp.9-28)
 
S.Goglio, R.Gubert, A.Paoli, Etnie tra declino e risveglio, Angeli, Milano, 1979 (di R.Gubert, Solidarietà etnica e dimensione spaziale, pp.160-213
 
R.Gubert, G.Pollini, G.Rovati, Giovani, socialità e cultura, Provincia Autonoma di Bolzano, 1984, pp.513 (di Gubert i capitoli 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e le Conclusioni)
 
R.Gubert, G.Gadotti, La struttura socio-spaziale di Trento – Contributi sociologici alla pianificazione del centro storico, Angeli, Milano, 1986, pp.374 (di Gubert pp.13-294)
 
R.Gubert, A.Baldessari, S.Bonatta, Proverbi e cultura rurale nel Trentino oggi, Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, San Michele all'Adige, 1986, pp.212 (di Gubert i capitoli III e IV, pp.103-109)
 
 P.Schiera, R.Gubert, E.Balboni L'autonomia e l'amministrazione locale nell'area alpina, Jaca Book, Milano, 1988, pp.744 (di R.Gubert: Parte II Il profilo sociologico, pp.155-443)
 
R.Gubert, G.Dalle Fratte, C.Scaglioso, L'altra faccia della scuola. Comunità e autonomia-un modello di gestione, Armando, Roma, 1988, pp.508 (di R. Gubert: Capacità di autonomia: un modello causale, pp.266-401)
 
A.A.V.V.,Die Minderheiten im Alpen-Adria-Raum, Alpen Adria, 1990
 
S.Abbruzzese, R.Gubert, G.Pollini, Italiani atto secondo. Valori, appartenenze, strategie per la II Repubblica, Guaraldi, Rimini, 1995 (di R.Gubert, cap.I, La politica, pp.13-34 e cap.III, Relazioni sociali e appartenenze, pp. 63-85)
 
R.Gubert, L.Struffi, P.Venturelli Christensen, Appartenenza territoriale e valori. I risultati delle indagini in Trentino, Angeli, Milano, 2013  (di R.Gubert cap. 1 I mutamenti di valori e sentimenti di appartenenza socio-territoriale in Trentino, pp. 11-69 e cap. 2 Il senso di appartenenza dei trentini alla provincia e alla regione alla fine del XX secolo: configurazione e rapporti con gli orientamenti di valore, pp.70-114)
 
 
5.3 CURA DI VOLUMI (con eventuali contributi)
 
F.Demarchi, R.Gubert, G.Staluppi (a cura di), Territorio e comunità, Angeli, Milano, 1983 (di R.Gubert, Il mutamento sociale nell’area montana, pp.147-170)
 
R.Gubert, L.Struffi L.(a cura di) Strutture sociali del territorio montano, Angeli, Milano, 1987, pp.257  (in esso di R. Gubert: L’appartenenza socio-territoriale nelle aree montane: verso un modello causale, pp.67-100)
 
G.Dalle Fratte, R.Gubert, C.Scaglioso (a cura di), L’altra faccia della scuola. Comunità e autonomia: un modello di gestione, Armando, Roma, 1988
 
R.Gubert (a cura di) Ruralità e marginalità, Angeli, Milano, 1989, pp.354 (di R.Gubert: Introduzione, pp.11-20 e cap 9° Conclusioni. Tre situazioni di marginalità rurale montana: un unico modello interpretativo?, pp.324-354)
 
R.Gubert (a cura di), La sfida dello sviluppo in una società pastorale. Karamoja, Uganda, Jaca, Milano, 1989, pp.433 (di R. Gubert: Introduzione pp.1-6, capitolo 9: Gli atteggiamenti verso la modernizzazione, pp.281-320, (con M.Viganò) Progetti di intervento in Karamoja: sviluppo “difficile” o interventi sbagliati? pp.323-379 e Conclusioni, pp.381-391
 
R.Gubert (a cura di), Educazione permanente. Situazione e prospettive riferite alla popolazione di lingua italiana. Sintesi dei risultati di una ricerca, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige – Assessorato all’Istruzione e Cultura in Lingua Italiana, Bolzano, 1989
 
R.Gubert (a cura di), Adulti e domanda di educazione Una ricerca in Alto Adige, Marcon, Città di Castello, 1991, pp.295 (di R.Gubert: parte IV  Domanda ed offerta in ordine all’educazione permanente nella provincia di Bolzano, pp.239-253)
 
R.Gubert, L.Tomasi (a cura di), L'influsso di F.Le Play e della sua scuola sulla sociologia contemporanea, Reverdito, Trento, 1991, pp.183 (di R.Gubert: Presentazione, pp.5-9)
 
R:Gubert, (a cura di), Persistenze e mutamenti dei valori degli italiani nel contesto europeo, Reverdito, Trento, 1992, pp.642 (di R. Gubert: Introduzione, pp.5-10, cap 8° Gli orientamenti socio-politici, pp267-346, e le Conclusioni, pp.569-578)
 
R.Gubert (a cura di), L'appartenenza territoriale tra ecologia e cultura, Reverdito, Trento, 1992, pp.585 (di R. Gubert: Introduzione pp.9-17, cap. 3° I caratteri generali degli intervistati e del loro legame socio-territoriale, pp.139-332, cap 7° Le dimensioni dell’appartenenza territoriale: verso un modello causale, pp.411-532). Edizione rivista e ridotta in lingua inglese: R.Gubert (ed.) Territorial Belonging between Ecology and Culture, University of Trento, Department of Sociology and Social Research, Trento, 1999; by R. Gubert, Introduction (pp.IX-XVI); The general features of interviewees and of their socio.territorial attachment, pp.61-158; The dimensions of territorial belonging: towards a causal model, pp.209-279
 
R.Gubert (a cura di), Per poco, per sempre. Volti, storie e ricordi dell’emigrazione primierotta, Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1992, pp.230 (di R.Gubert: L’emigrazione da Primiero: uno sguardo generale sulla storia degli ultimi cento anni, pp.11-24)
 
R.Gubert, L.Tomasi (eds.), The contribution of Florian Znaniecki to sociological theory, Angeli, Milano, 1992, pp.183 (di R.Gubert, Introduction, pp.7-11)
 
R.Gubert (a cura di), Altri volti del Brasile, numero monografico di “Dimensioni dello sviluppo”, 1992, n.3-4 (di R.Gubert, Presentazione, pp.7-8)
 
R.Gubert (a cura di), Sociologia rurale – Land und Agrarsoziologie, Numero monografico di “Annali di Sociologia – Soziologisches Jahrbuch, 9, 1993 (di R.Gubert. Introduzione. Quale futuro per la sociologia rurale?, pp.7-17 e trad. ted.18-30)
 
R.Gubert, L.Tomasi (a cura di), Le catholicisme social de Pierre Gullaume Frédéric Le Play, Angeli, Milano, 1994 (di R.Gubert, Présentation, pp.7-9)
 
R.Gubert, L.Tomasi (eds.), Robert E. Park e la teoria del “melting pot” – Robert Park and the “melting pot” theory, Reverdito, Trento, 1994 (di R.Gubert, Presentazione, pp.9-11)
 
R.Gubert, L.Tomasi, (a cura di), Teoria sociologica ed investigazione empirica. La tradizione della Scuola sociologica di Chicago e le prospettive della sociologia contemporanea", Angeli, Milano, 1995, pp.360
 
R.Gubert (a cura di), Cultura e sviluppo. Un'indagine sociologica sugli immigrati italiani e tedeschi nel Brasile meridionale, Angeli, Milano, 1995, pp. 508 (di R.Gubert: cap.11° La cultura dello sviluppo: un prodotto di appartenenze religiose ed etniche?, pp.419-450 e Conclusioni, pp.451-456); edizione rivista in lingua portoghese: R.Gubert, G.Pollini (org.) Cultura e desenvolvimento, Est, Porto Alegre, 2005
 
R.Gubert (a cura di), Specificità culturale di una regione alpina nel contesto europeo. Indagine sociologica sui valori dei trentini, Angeli, Milano, 1997, pp.677+39; (di R.Gubert:, Identità culturale e valori dei trentini: lo scopo dell'indagine, pp.13-25; Gli orientamenti sociopolitici, pp.178-309; La percezione dell'identità culturale trentina e delle ragioni dell'autonomia, pp.453-533 e Il Trentino: la specificità culturale dei valori come originalità di composizione tra modernità e tradizione. Alcune considerazioni conclusive, pp.534-552)
 
R.Gubert, H.Meulemann. (a cura di), Valori a confronto: Italia e area culturale tedesca/Werte im Vergleich; Italien und der deutsche Kulturraum, Annali di Sociologia-Soziologisches Jahrbuch, 13, 1997, I-II (edito 1999); ( di R.Gubert, La differenziazione territoriale dei valori tra regionalità, nazionalità e sopranazionalità. I casi delle aree culturali italiana e tedesca in Europa/ Die territoriale Differenzierung der Werte zwischen Regionalitaet, Nationalitaet und Supranationalitaet. Der italienische und deutsche Kulturraum in Europa, pp.57-110 e 111-172 e di R.Gubert, H.Meulemann, Introduzione/ Einleitung, pp.7-12 e 13-20)
 
R.Gubert ( a cura di), Il ruolo delle Comunità Montane nello sviluppo della montagna italiana, Angeli, Milano, 2000, pp.432; (di R.Gubert: Introduzione, pp.9-19 e Conclusioni, pp.229-243
 
R.Gubert (a cura di), La via italiana alla postmodernità. Verso una nuova architettura dei valori, Angeli, Milano, 2000, pp.559; di R.Gubert, La nuova valenza strategica dell'indagine sui valori per la comprensione della dinamica sociale, pp.11-21; Gli orientamenti socio-politici, pp137-313 e Conclusioni, pp.475-485)
 
R.Gubert, G.Pollini (a cura di), Valori a confronto: Italia ed Europa, Angeli, Milano, 2006 (di R. Gubert: cap 7° Valori, appartenenze territoriali e solidarietà sociali in Europa: un modello causale, pp.181-226, nonché, con Pollini, Prefazione (pp. 9-11) e Conclusioni (pp.227-237))
 
R.Gubert, G.Pollini (a cura di), Il senso civico degli italiani, Angeli, Milano, 2008 (di R.Gubert:  Parte II, cap. 5 Un breve quadro descrittivo degli orientamenti di valore in ambito socio-politico: le risposte del questionario (pp.197-238), cap.6 Le dimensioni valoriali e di posizione sociale sottostanti alle risposte al questionario (pp.239-270), cap.7 Le differenziazioni dei valori socio-politici in relazione a differenti posizioni sociali degli intervistati (pp.271-314), cap.8 Possibili influssi dei caratteri della posizione sociale degli individui sui loro orientamenti di valore in ambito socio-politico (pp.315-334), cap 9 Verso modelli di connessione causale fra caratteristiche sociali, orientamenti di valore religiosi, etici, su famiglia, su lavoro e socio-politici (pp:335-448) e Conclusioni (pp.449-457)

R.Gubert, H.Meulemann. (a cura di), Valori a confronto: aree culturali tedesca e italiana/Werte im Vergleich: der deutsche bzw.italienische Kulturraum, Annali di Sociologia-Soziologisches Jahrbuch, 19, 2013-14, Dunker & Humblot, Berlin, 2018; (di R.Gubert, H.Meulemann, Introduzione/ Einleitung, pp.7-19 e 20-34)
 

5.4 CONTRIBUTI IN ALTRI VOLUMI
 
 (coautore R.Strassoldo) The boundary. An overview of its theoretical status, in Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia (a cura di), Confini e regioni – Boundaries and regions, Lint, Trieste, 1973, pp 29-57
 
Note sui criteri di ottimalità per la riorganizzazione territoriale-amministrativa locale, in Atti della Conferenza regionale sulle autonomie locali, Regione Trentino – Alto Adige, Trento, 1977, pp.208-228
 
Contributo per un’impostazione generale di una politica dei servizi sociali, in Atti della Conferenza provinciale sulla condizione e occupazione femminile, Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1978, pp.312-317
 
La politica dei servizi sociali, in Atti della Conferenza provinciale sulla condizione e occupazione femminile, Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1978, pp.242-245
 
 Indagine preliminare su modelli di consumo, aspirazioni, atteggiamenti verso lo sviluppo nell'Asia sud-orientale in F.Demarchi (a cura di), Interessi e valori in conflitto nell'Asia equatoriale, EMI, Bologna, 1979, pp.335-540
 
L’insediamento umano nel territorio montano, in F.Demarchi (a cura di), L’uomo e l’alta montagna, Angeli, Milano, 1979, pp.91-101
 
Come si individuano e si graduano i bisogni nel Comune e del Comune, in “Atti del Corso per Amministratori Pubblici”, Banca Piccolo Credito Valtellinese, Sondrio, 1981, pp.70-84
 
Prospettive di sviluppo per la città di Trento, in Coordinamento Provinciale Imprenditori (a cura di), Quali ruoli per Trento, Atti del Convegno 2/12/1981, Trento
 
I problemi della convivenza etnica in Alto Adige di fronte alla nuova domanda di bilinguismo degli italiani, in H.Moser (a cura di), Zur Situation der Deutschen in Suedtirol, Innsbrucker Beitraege zur Kulturwissenschaft, Germanistische Reihe Band 13, Insbruck, 1982
 
The problems of interethnic relations in Alto Adige with reference to the new demand for bilingualism by Italians, in B.De Marchi, A.M.Boileau (eds.), Boundaries and minorities in Western Europe, Angeli, Milano, 1982, pp.211-228
 
Migranti e cultura: all’esodo come al rientro, in ANEA, “Atti del Convegno della V Giornata dei migranti”, Trento, 1982, pp.17-28
 
Strutturazione sociale dello spazio urbano e crisi della città. Analisi e ipotesi riorganizzative, in A.Scivoletto (a cura di),Sociologia del territorio, Angeli, Milano, 1983, pp.64-115 (ristampa da volume edito con Alcione, Trento, 1979)
 
Cultura e territorio in Trentino, in Promozione culturale nel Trentino – “Atti del Convegno, Trento 5 giugno 1982”, Assessorato alle Attività Culturali della Provincia Autonoma di Trento, 1983, pp.45-58
 
La crisi di un’antica professione delle aree montane. Definizione della situazione e atteggiamenti verso ipotesi di riorganizzazione in un’indagine sui boscaioli del Trentino, in G.F.Elia, F.Martinelli (a cura di), La società urbana e rurale in Italia, Angeli, Milano, 1983, pp.283-296
 
Povertà e poveri in Europa e nel mondo: l’abitazione, in A.A.V.V., Povertà e poveri in Europa e nel mondo, Rezzara, Vicenza, 1984, pp.141-164
 
L’identificazione etnica, in Istituto Magistrale G.Pascoli -  Bolzano, La storia dell’Alto Adige, Borgogno, Bolzano, 1984, pp.81-89 (II ed. 1989)
 
Il turismo nell’area alpina: fattore di autonomia o di dipendenza?, in Lebensqualitaet im Alpenraum: Die Alpen als europaeischer Erholungsraum, Euregio Alpina, Innsbruck, 1984, pp.43-60
 
Note sul contributo della sociologia, in Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento (a cura di), La difesa del territorio: l’impegno dell’ingegnere, Atti del 31° C Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri, Trento – Riva del Garda, 19 – 21 settembre 1985, pp.58-67
 
Aspetti sociologici della marginalità della Comunità Montana Meduna-Cellina, in G.G.Lorenzoni (a cura di), Fattori di marginalità e sviluppo nell’economia montana, Atti del Convegno di Barcis, 18 ottobre 1985, CNR-IPRA, pp.105-109
 
Dinamiche dei bisogni e criteri di ripartizione delle risorse pubbliche tra i gruppi etnici dell’Alto Adige. Note introduttive, in Proporzionale e bisogno, Atti del Convegno 15 novembre 1986, Comunità, Bolzano, pp.17-27
 
Ricerche sulle comunità rurali e montane, in G.F.Elia, F.Martinelli (a cura di), Società e territorio. Ricerche su aree urbane e rurali, Bulzoni, Roma, 1986, pp.131-135
 
Valutazione d’insieme della ricerca sulla qualità della vita nell’area alpina, in F.Demarchi (a cura di), La qualità della vita nell’area alpina, Regione Trentino – Alto Adige, Trento, 1987, pp.112-128
 
Istituto familiare e sua dimensione, in F.Demarchi (a cura di), Crescita zero, Rezzara, Vicenza, 1987, pp.155-168
 
L’ambiente rurale in una problematica di sviluppo, in AES-C.C.C., Scuola, Famiglia, Servizio Civile Volontario, Atti del Convegno, Padova, 1987, pp.13-19
 
La montagna italiana: contributo sociologico, in AAVV, La montagna: una protagonista degli anni ‘90, Jaca, Milano, 1987, pp.43-57
 
Note sulla Carta europea delle lingue regionali e minoritarie del Consiglio d’Europa, 16 marzo 1988, in F.Demarchi (a cura di), Minoranze linguistiche fra storia e politica, CIVIS, Supplemento 4, 1988, Trento, pp,191-194
 
Note sui nodi problematici di natura socio-politica sulla programmazione degi interventi provinciali di politica abitativa, in Atti del Convegno: Modelli di programmazione, sistemi informativi: strumenti per una politica della casa, Provincia Autonoma di Trento, 27 maggio 1988, pp.29-48
 
Equilibri e squilibri demografici dei piccoli comuni montani e politica delle infrastrutture e dei servizi, in UNCEM, Piccoli Comuni Montani: realtà e prospettive, Atti del Convegno, S.Orsola Terme, 20 maggio 1989, pp.9-18
 
Organizzazione del territorio e cultura, in A.A.V.V. Cultura delle genti venete, Rezzara, Vicenza, 1989, pp.157-166
 
Persistenza e trasformazione delle identità regionali in Europa, in L’identità regionale in Europa, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Trento, 1991, pp.19-31
 
Risvolti umani della città, in G. Dal Ferro e F. Posocco (a cura di), La città abitazione dell’uomo, Rezzara, Vicenza, 1991
 
 Mutamenti sociali e regioni del Nord-est, in Dal Ferro G., Doni P. (a cura di), Comunità cristiane e futuro delle Venezie, Atti del 1° Convegno ecclesiale, Messaggero, Padova, 1991, pp.139-189
 
Bisogno di sempre, bisogno di comunità: alcune considerazioni sulla base di indagini condotte nell’Italia Nord-orientale, in G. Giorio (a cura di), Dall’intersoggettività alla reciprocità nelle risposte ai bisogni umani della società tecnologica, Cedam, Padova, 1991, pp.173-182
 
La cooperazione nella società contemporanea: note sociologiche, in A.A.V.V., Quale futuro per la cooperazione?, Federazione dei Consorzi Cooperativi di Trento, 1991, pp.33-43
 
La realtà socio-culturale del Trentino e il ruolo della Cooperazione, in A.A.V.V., Quale futuro per la cooperazione?, Federazione dei Consorzi Cooperativi di Trento, 1991, pp.55-62
 
Prefazione a G.Osti, Gli innovatori della periferia. La figura sociale dell’innovatore nell’agricoltura di montagna, Reverdito, Trento, 1991, pp.7-10
 
Processi di globalizzazione ed appartenenza etnica, in A.A.V.V. Relazioni etniche: vivere in una società plurilingue, ASTT, Bolzano, 1992, pp.147-153
 
Funzioni della ricerca empirica nello svolgimento del pensiero sociale contemporaneo, in A.A.V.V., Le scienze sociali europee sul finire del XX secolo. Sfide demografiche, tecnologiche, epistemologiche, Regione Autonoma di Trento, Trento, 1992, pp.65-70
 
Domanda di educazione e cultura nelle zone rurali, in A.A.V.V. L’educazione degli adulti nelle comunità rurali. Operatori culturali nei paesi dell’arco alpino, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, 1992, pp.66-77
 
Comunità oggi. Alcune considerazioni sulla base di ricerche empiriche, in G.Dalle Fratte (a cura di), La comunità tra cultura e scienza. Il concetto di comunità nelle scienze umane, Armando, Roma, 1993, pp.199-220
 
 Problemi e politiche dello sviluppo rurale: aspetti sociologici”, in G.Cannata (a cura di), Lo sviluppo del mondo rurale: problemi e politiche, istituzioni e strumenti – Atti del XXXI convegno di studi della SIDEA, Campobasso, 22-24 settembre 1994, Società italiana di Economia Agraria – Il Mulino, Bologna, pp.87-116
 
Cultura delle pluri-appartenenze e della pluri-identità: quale cooperazione nell’Unione Europea, in A.A.V.V., Le diversità regionali in Europa. Il ruolo delle loro culture nella costruzione dell’unione europea, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Assemblea delle Regioni d’Europa, Centro Europeo per le culture tradizionali e regionali.Atti del Convegno di studio 1 ottobre 1993, Trento, 1994, pp.141-149
 

 Analysis of Regional Differences in the Values of Europeans, in Ruud de Moor (ed.) Values in Western Societies, Tilburg University Press, Tilburg, 1995, pp.179-194
 
L’Italia tra post-modernità e neo-tradizione: un’ipotesi conclusiva non storicista, in G.Capraro (a cura di), I valori degli europei e degli italiani negli anni Novanta, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige e Università degli Studi di Trento, Trento, 1995, pp.525-544
 
Strutture e processi sociali in Alto Adige. Dati generali, in A.Carli, K.Civegna, I.von Guggenberg, D.Larcher, R.R.Pezzei (a cura di), Zweisprachlernen in einem mehrsprachigen Gebiet – L’apprendimento della seconda lingua in un contesto plurilingue, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Bolzano, 1995, pp.15-22
 
La qualità della vita nelle città alpine con particolare riferimento a Bolzano, Merano, Rovereto, Trento, in R.Contro (a cura di), Qualità della vita nelle città alpine Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, Trento, 1996, pp.599-638
 
 Appartenenza e mobilità socio-territoriali: Primi risultati di un'indagine su operatori turistici nel nord-Est italiano, in A. Gasparini (ed.), Nation, ethnicity, minority and border. Contribution to an international sociology, Isig, Gorizia, 1998, pp.187-195
 
I valori dei giovani nell'Europa di oggi: presentazione di un'inchiesta,in  S.Bucci (a cura di), Giovani società educazione nell'Europa del 2000,  Università degli Studi di Perugia, Perugia,1998, pp.37-56
 
Mondi vitali tra indifferenza e conflittualità, in A:A:V.V. Società civile e mondi vitali, Rezzara, Vicenza, 1999, pp.19-36
 
La dimension sociologique des évolutions démographiques, in J.D. Lecaillon (sous la direction de), Les enjeux de la démographie européenne, Guilé Foundation Press, Boncourt and Thesis Verlag, Zuerich, 2001, pp. 57-76
 
Un’analisi sociologica del turismo, in A.Leonardi e H.Heiss (a cura di), Turismo e sviluppo in area alpina. Secoli XVIII-XX, StudienVerlag, innsbruck, Wien, Muenchen, Bozen, 2003, pp.145-164
 
La gestion de l’eau par bassins: un moyen de résoudre des conflits, in La politique européenne de l’eau, Les Dossiers Européens, Paris, 2005
 
Teoria e struttura sociale in Robert.K.Merton, in G.Pollini, A.Pretto (a cura di), Sociologi: teorie e ricerche. Sussidio per la storia dell'analisi sociologica, Angeli, Milano, 2009,
 
 La differenziazione territoriale degli orientamenti etici. I casi delle aree culturali italiana e tedesca nei primi anni del Duemila, in Cavanna D., Salvini A, Per una psicologia dell’agire umano. Scritti in onore di Erminio Gius, Angeli, Milano, 2010, pp.521-539.
 
I valori socio-politici: fiducia, libertà, solidarietà,  in  G. Rovati (a cura di), Uscire dalle crisi. I valori degli italiani alla prova, Vita e Pensiero, Milano, 2011, pp.265-345
 
I valori socio-politici degli italiani: tendenze di mutamento nell’ultimo trentennio e comunanze o specificità rispetto agli altri popoli europei, in G.Pollini, A.Pretto, G.Rovati (a cura di), L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni, Angeli, Milano, 2012, pp.359-452
 
Valori nell’Europa mediterranea, in P.Lacorte, V.A.Aresta (a cura di), Il Mediterraneo. Dalla multiculturalità all’interculturalità, Pensa multimedia, Lecce, 2012, pp.227-253
 
Antipolitica e frammentazione sociale, in A:A.V.V. Cultura e rigenerazione delle istituzioni, Edizioni Rezzara, Vicenza, 2013, pp.107-128

Il sociologo nella gestione del territorio e dell'ambiente, in A.Perino e L.Savonardo (a cura di), “Sociologia, professioni e mondo del lavoro”, Associazione Italiana di Sociologia, EGEA SpA,, Milano, 2015, pp.247-266
 
 Sentimento di appartenenza territoriale, in R.Serra, M.Pascoli (a cura di), Nuovi sentieri sociologici, Angeli, Milano, 2018, pp.79-95

Il Sessantotto a Trento: un'analisi non convenzionale, in M. Villa (a cura di), Il mio Sessantotto. Uno sguardo antropologico su memorie, immagini e narrazioni, Carocci, Roma, 2019, pp.105-120
 
 
5.5 VOCI IN DIZIONARI
 
 Analisi di contenuto (pp.70-77), Analisi fattoriale (pp.77-84), Campagna (pp.194-200), Metodologia (pp.733-743), Misurazione (pp.776-783), Mutamento (pp.800-807), Nazione (pp.808-817), Osservazione (pp.868-874) e Sistemica (pp.1137-1147) in F.Demarchi, A.Ellena (a cura di) Dizionario di sociologia, Paoline, Milano, 1976, ristampate con la voce aggiuntiva Territorio (pp.2206-2211) in F.Demarchi, A.Ellena, B.Cattarinussi (a cura di), Nuovo dizionario di sociologia, Paoline, Cinisello Balsamo, 1987
 
Territorial Belonging, in E.F. Borgatta, R.J.V. Montgomery,   Encyclopedia of Sociology (second edition), Macmillan Reference USA, 2000, pp.3128-3137
 
 
5.6 ARTICOLI SCIENTIFICI IN RIVISTE
 
Il Colloquio di Bruxelles sulle regioni frontaliere europee, in “Prospettive di efficienza”, 10, 1970, n.5-6, pp.171-176
 
Fattori della situazione confinaria: una ricerca empirica, in “Prospettive di efficienza – Numeri Unici di Sociologia”, 11, 1971, n.11-12, pp.1-19
 
Il bilinguismo: problema sociologico delle aree confinarie, in “Skolast”, 18, 1973, n.5, pp.23-28
 
Problemi di misurazione in sociologia, in “Prospettive di efficienza – Numeri Unici di Sociologia”, 13, 1973, pp.39-74
 
Ha ancora un significato la sociologia urbana?, in “La ricerca sociale”, 1974, n.7/8, pp.77-89
 
Entitività delle etnie e conflittualità interetnica, in “Studi di sociologia”, 13, 1975, n.3-4, pp.302-322
 
Recenti orientamenti degli studi sociologici sulla problematica etnica, in “Aggiornamenti – Aktuell”, 1975, n.2-3, pp.5-35
 
Verso un’analisi sociologica del bilinguismo, con particolare riferimento ad un’indagine su un’area plurilingue del Trentino – Alto Adige, in "Aggiornamenti – Aktuell", 1976, n.1-2, pp.15-35
 
Sulle potenzialità di impiego dell’analisi fattoriale negli studi interdisciplinari per la programmazione regionale, in “La ricerca sociale”, 1976, n.13, pp.49-61
 
Pluralismo etnico e migrazioni internazionali. Recenti contributi sociologici sulla persistenza delle solidarietà etniche e sui rapporti interetnici, in “Studi Emigrazione”, 43, 1976, pp.279-318
 
Domanda di bilinguismo in una città mistilingue: Bolzano, in “Quaderni per la promozione del bilinguismo”, n.14, 1976, pp.1-16
 
Pluralismo etnico e migrazioni internazionali. Recenti contributi sociologici sulla persistenza delle solidarietà etniche e sui rapporti interetnici, in “Studi Emigrazione”, n.43, 1976, pp.279-318
 
Conferenza regionale sulle autonomie locali, in “Rivista trimestrale di Scienza dell’Amministrazione”, 24, 1977, n.1, pp.163-169
 
Pianificazione e sviluppo delle aree rurali. Risultati del IV Congresso Mondiale di Sociologia Rurale, in “Animazione sociale”, 1977, n.22, pp.53-61
 
Influenza di fattori ambientali nei processi di scelta, in “Centro di orientamento professionale della Provincia Autonoma di Trento, Quaderno” n.2, 1977, pp.5-46
 
Struttura e attività del Dipartimento di Organizzazione del Territorio della Libera Università degli Studi di Trento, in “Sociologia Urbana e Rurale, I, 1979, n.1, pp.65-73
 
(con G.F.Summers), Conviene industrializzare le aree rurali?, in "Economia trentina", XXVIII, 1979, n.2-3, pp.47-61
 
Crisi della città e ruolo della sociologia nella pianificazione del territorio, in “Sociologia Urbana e Rurale”, n.6, 1981, pp.151.156
 
Dall’analfabetismo come stato di fatto all’analfabetismo come condizione accettata: tentativi di analisi causale, in Il fenomeno dell’analfabetismo in Lombardia, “Quaderni della Regione Lombardia”, 88, Istruzione, 1982, pp.103-119
 
Tentativo di composizione interdisciplinare dei contributi al seminario “Territorio e simboli”, in “Sociologia Urbana e Rurale”, n.12, 1983, pp.91-98
 
Il sentimento di appartenenza territoriale in aree marginali, in “Studi sociali”, XXIII, 1983, n. 9-10, pp.101-115
 
Urbanizzazione e crisi ambientale, in “Sociologia urbana e rurale”, n.14-15, 1984, pp.241-248, ristampato in P.Guidicini, F.Martinelli, G.Pieretti (a cura di), Città e società urbana in trasformazione, Angeli, Milano, 1985, pp.241-248
 
A margine di un’inchiesta, in “La Rivista del Clero Italiano”, n.65, 1984, pp.538-542
 
Alla ricerca delle radici delle differenziazioni interne della cultura dei giovani adolescenti, in “Scuola e cultura iniziative”, 5, 1985, n.4, pp.41-68
 
Aspetti sociologici della marginalità in Bassa Valsugana, Tesino e Vanoi, in “Economia Trentina”, n.3, 1985, pp.75-83
 
(coautori G.Girardi e P.Stefanini), Indagine su problemi e attese degli organismi gestionali delle scuole equiparate dell’infanzia. Organizzazione e metodologia di una ricerca sul campo, in “Il Quadrante Scolastico, n.27, 1985, pp. 104-114
 
La scuola di formazione dei gestori in fase sperimentale: una valutazione dei risultati, in “Il Quadrante Scolastico, n.28, 1986, pp.125-145
 
Capacità di autonomia scolastica e ruralità-urbanità del contesto sociale, in “Il Quadrante Scolastico”, n.33, 1987, pp.108-117
 
Appartenenza e comunità, in “Il Quadrante Scolastico”, n.37, 1988, pp.154-171
 
Tra comunità ecologica e comunità di cultura. Sintesi di un dibattito, in “Il Quadrante Scolastico”, n.38, 1988, pp.118-128
 
L’appartenenza territoriale nella società industriale, in “Annali di Sociologia/Soziologisches Jahrbuch” n.4, 1988, vol.II, pp.333-356 (tradotto anche in tedesco)
 
Le identità regionali europee di fronte alla modernizzazione, in “Dimensioni dello sviluppo” 1990, n.4, pp.45-53
 
Quali obiezioni ad un sistema di autonomie scolastiche?, in “Il quadrante scolastico”, 13, 1991, n.48, pp.123-131
 
Scuole dell’infanzia: la domanda educativa e le valutazioni dei genitori in un’indagine nel Trentino. Verso un’analisi causale, in “Il quadrante scolastico”, 15, 1992, n.54, pp.97-115 e 15, 1992, n.55, pp.80-127,
 
Valutazioni conclusive dei risultati dell’indagine sugli utenti delle scuola materne del Trentino, in “Il quadrante scolastico”, 56,1993, pp.138-144
 
Nord-Est: una costruzione mentale per favorire la dominanza veneta? Alcune riflessioni, in “Nord-Est”, n.4, 1994-95, pp.15-18
 
L'attualità di Martino Martini: per relazioni con la Cina che non siano solo rapporti d'affari, in “Studi su Martino Martini, Studi Trentini di Scienze Storiche”, LXXVII, 1998, n.4, Supplemento, pp. 673-677
 
Identità e identificazioni etnico-nazionali/Etnische-nationale Identitaeten: ein keineswegs zwangslaeufiger Zusammenhang, in “Annali di Sociologia- Soziologisches Jahrbuch”, 12, 1996 (edito 1999), I-II, pp. 197-218 /219-244
 
Orientaciones de valor sociopoliticas en Europa: Existe alguna especifidad del area euromediterranea? in Los valores hoy (numero monografico)  « Quaderns de la Mediterrania », 5, 2005, pp.53-64
 
La promocio’ de l’autonomia local dins les fronteres del Consell d’Europa, in "Diàlegs", 9, 2006, n.31, pp.87- 107
 
Sviluppo economico e globalizzazione tra valori della modernità e valori della “non modernità” (pre e post), in "Idee" - Nuova Serie, III, 2013, n.6, pp.115-141
 
5.7 RAPPORTI DI RICERCA
 
Ricerca sulla ristrutturazione territoriale-amministrativa del Trentino:
         -Rapporto sulle interviste a testimoni qualificati. I risultati dell’analisi fattoriale, Dipartimento di Organizzazione del Territorio, Libera università degli Studi di Trento, Trento, 1975, pp.41-70
          -(coautori S.Goglio e G.Pola) Sulle dimensioni ottimali di produzione di alcuni servizi di competenza della Provincia Autonoma di Trento, Dipartimento di Organizzazione del Territorio, Libera Università degli Studi di Trento, 1976, pp.108 (di R.Gubert i capitoli su settore scolastico, settore socio-sanitario e settore trasporti)
 
Ricerca sui boscaioli e sulla prima lavorazione del legno in Trentino:
         -Aspetti organizzativi del mercato e della prima lavorazione del legname in Provincia di Trento, Trento, 1978, pp.212
         -Indagine sui boscaioli trentini. Primi risultati globali delle interviste, Trento, 1978, pp.64
 
Ricerca sull’agriturismo in provincia di Trento: valutazione dei risultati del primo intervento legislativo della Provincia Autonoma di Trento:
Rapporto alla Provincia Autonoma di Trento
 
Documento programmatico - Commissione per lo studio e l’assistenza tecnica all’attuazione di un progetto integrato di sviluppo delle zone svantaggiate del Vanoi e del Mis,  Provincia Autonoma di Trento, 1992
 
Nota su andamento demografico, dinamica economica e fabbisogno di aree fabbricabili nel Comune di Canal San Bovo (prov. di Trento), Trento, 2008
 

6. APPARTENENZA A SOCIETA' E LORO COMITATI SCIENTIFICI

1977-79 Responsabile per l’Italia del “Gruppo dei sociologi rurali mediterranei”, Montpellier, Presidente prof. Pierre Boisseau
 
Membro del Research Committee on Social Ecology dell’International Sociological Association
 
1983-85 membro del Comitato Scientifico della Sezione “Sociologia del territorio” dell’Associazione Italiana di Sociologia
 
1985-89  Membro del Direttivo dell'Associazione Italiana di Sociologia e nel 1987 suo Vicepresidente
 
1984-1990 Membro del Council e poi dello Scientific Committee dell'European Society for Rural Sociology
 
1994-1998 Membro del Direttivo dell'International Institute of Sociology
  1989-2019  Membro del Consiglio di Amministrazione dell'Associazione italo-tedesca di Sociologia
 
 
7. PRINCIPALI CARICHE IN ISTITUTI  DI RICERCA
 
1985-89  Membro del Comitato Scientifico del Centro Ricerche Aree Montane, INEMO, Roma
 
1989-2012  Membro del Comitato Scientifico dell'Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia e  dal 2007 suo Presidente
 
1992-1996 Membro del Comitato Scientifico dell'Europaeische Akademie di Bolzano
 
1989-2008 Membro dello Steering Committee dell'European Values Systems Study Group, poi del Council dell’European Values Study, Università Cattoliche di Tilburg (Paesi Bassi) e Lovanio (Belgio)
 
 
8. RESPONSABILITA' EDITORIALI
 
1969-74 Membro del Comitato di redazione della rivista "Prospettive di Efficienza-Numeri Unici di Sociologia" di Trento
 
1975-78 Membro del Comitato di redazione della rivista "La ricerca sociale" di Bologna
 
dal 1976 Membro del Comitato di redazione e poi del Comitato Scientifico della rivista "Studi di sociologia" dell'Università Cattolica di Milano
 
1979-80 Corresponding editor della rivista "Sociologia Ruralis- Journal of the European Society for Rurali Sociology", Wageningen (Olanda)
 
dal 1985 Membro del Comitato Scientifico della rivista "Annali di sociologia-Soziologisches Jahrbuch" di Trento e dal 1992 suo Direttore responsabile
 
1988- ….. Membro del Comitato Scietifico della rivista “Dimesioni dello sviluppo” dell’AVSI di Cesena
 
1991- ….. Membro dell’International Editorial Board della rivista “Eastern European Countryside”
 
1991-……Membro del Comitato Scientifico della rivista “Persone e Imprese”
 

9. CONVEGNI E CONFERENZE

9.1 RELAZIONI UFFICIALI A CONVEGNI (escluse Comunicazioni)
 
Il ruolo della scuola trentina nella realizzazione di un nuovo modello di società e nella programmazione economica e sociale, “Corso di aggiornamento culturale sui problemi della scuola”, Ufficio scuola DC, Varone di Riva, 8 settembre 1978
 
La complessità della differenziazione sociale dello spazio urbano: implicazioni per la definizione degli obiettivi di pianificazione dei centri storici, I Meeting dei sociologi urbani italiani, Rimini, 1-3 maggio 1981
 
Il contributo della sociologia all’analisi dei centri storici urbani e rurali Corso di formazione e di aggiornamento culturale e tecnico sui problemi degli insediamenti storici, Provincia Autonoma di Trento, San Lorenzo in Banale, 18 marzo – 29 giugno 1981
 
Il problema degli handicappati visto dalla sociologia, “Anno internazionale delle persone handicappate 1981”, Fiera di Primiero, 19 marzo 1982
 
Cultura e territorio in Trentino, “Convegno sulla promozione culturale nel Trentino”, Provincia Autonoma di Trento, Assessorato alle Attività Culturali, Trento, 5 giugno 1982
 
A factorial ecological study of Trento (Italy) as a tool for urban policy, X World Congress of Sociology, Mexico City, 16-21 agosto 1982
 
Migranti e cultura: all’esodo come al rientro, con particolare riferimento al Trentino – Alto Adige, Giornata dei migranti,  ANEA, Trento, 26 settembre 1982
 
L’ambiente rurale in una problematica di sottosviluppo, Università di Padova, 11 ottobre 1985
 
Mutamento sociale e devianza, Convegno SIULP, Riva del Garda, 31 maggio 1986

L'agricoltura nella società e la sociologia rurale, Assemblea Movimento giovanile dell'Unione Contadini della Provincia di Trento, Trento, 29 novembre 1987
 
Equilibri e squilibri demografici dei piccoli comuni montani e politica delle infrastrutture e dei servizi, Convegno su “Piccoli comuni montani: realtà e prospettive” UNCEM, Sant’Orsola Terme, 20 maggio 1989
 
Persistenza e trasformazione delle identità regionali in Europa, Convegno internazionale “L’identità regionale in Europa”, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige e Assemblée des Régions d’Europe, Trento, 9-10 ottobre 1990
 
Aspetti sociali della marginalità agricola, Conferenza nazionale “Dallo spreco di suolo al progetto dell’ambiente”, CNR – Progetti finalizzati IPRA e RAISA, Milano, 25 gennaio 1991
 
Continuità e discontinuità nell’analisi sociologica delle minoranze etniche in Italia, Convegno nazionale su “Minoranze autoctone, minoranze immigrate. I possibili contributi della sociologia” ISIG, Gorizia, 5 febbraio 1991
 
Valori e azioni. Primi risultati di una ricerca europea, Ciclo di conferenze “Valori e politica in dimensione europea. Le radici etiche del pensiero politico”, Centro di Cultura Antonio Rosmini, Trento, 24 aprile 1991
 
Il ruolo dell’agriturismo nello sviluppo delle aree marginali, Convegno Europeo Interdisciplinare “L’agriturismo, ieri, oggi, domani. Problemi e riflessioni”, Università di Pavia, 17-18 maggio 1991
 
La civiltà contadina e la società attuale, Convegno “Agriturismo: realtà e prospettive” Mediocredito Trentino – Alto Adige, Roncegno, 29 giugno 1991
 
Appartenenze territoriali tra vecchio e nuovo, IV Convegno nazionale Associazione Italiana di Sociologia – Sezione Sociologie del Territorio, “Le nuove forme di urbanità. La trasformazione dei modi di aggregazione in città e in campagna” Bologna, 14-15 novembre 1991

Les identités régionales aux frontières de l'Italie du Nord-Est, Association Internationale des sociologues de langue française (AISLF), Journées de travail “Identités, Espaces, Frontiéres dans la problematique européenne”, Grenoble, 29-30 novembre 1991
 
Processi di globalizzazione e appartenenza etnica, Incontri all’Accademia su “Relazioni interetniche. Vivere in una società plurilingue”, Bressanone, 15 febbraio 1992
 
Il contesto socio-religioso in Italia in prospettiva sociologica, Convegno di aggiornamento teologico, Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, Frascati, 30 aprile – 3 maggio 1992
 
Il sentimento di appartenenza territoriale: rapporti con l’appartenenza etnica, Colloque international “Les minorités ethniques en Europe”, Région Autonome Vallée d’Aoste, Aoste, les 25-26-27 mai 1992
 
Domanda di educazione e cultura nelle zone rurali, 2° Congresso Internazionale “L’educazione degli adulti nelle comunità rurali” Provincia Autonoma di Bolzano e Land Tirolo (Assessorati alla cultura), Stella di Renon (Alto Adige), 1-5 giugno 1992
 
Granice:vove barijere ili nove spojnice?. Convegno Etnicitet, granice, Europa, Brioni, Croazia – Gorizia, Italia, 18-21 settembre 1992, Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia e Sveuciliste u Rijeci Odiel Humanistickih Znanosti – Sveucilista iz Trsta
 
Valori sociali e politici, identità e appartenenza - Europa, Convegno internazionale “Valori degli europei – European values” Trentanni di sociologia 1962-1992, Trento, 1-2 ottobre 1992
 
Prospettive metodologiche in sociologia, Convegno “In attesa del duemila”, Istituto Trentino di Cultura e Associazione Italo-tedesca di Sociologia, Trento, 14 dicembre 1992
 
Società pluriculturale: attese e ruolo dei giovani, Convegno “Realtà socio-culturale di Brunico: situazione attuale e stimoli per il futuro”, Comune di Brunico, Provincia Autonoma di Bolzano e Università Popolare Alpi Dolomitiche, Brunico, 5 giugno 1993
 
Evoluzione delle identità e loro salvaguardia da parte delle comunità interessate; mutamento dei valori e degli orientamenti culturali nei rispettivi contesti, e Identità culturale del Trentino Convegno “Da un conflitto internazionale a un comune impegno europeo. A cinquant’anni dall’Accordo Degasperi-Gruber”, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Bolzano, 11-12 giugno 1993
 
La montagna e le sue risorse: aspetti economici e sociali, Federazione Italiana Salariati Braccianti Impiegati e Tecnici Agricoli, 1° Settimana di incontro su “La montagna, la gente, il lavoro”, Predazzo, 5-10 luglio 1993
 
(con L.Tomasi), L’appartenenza territoriale tra ecologia e cultura, Convegno di studio “Le diversità regionali in Europa. Il ruolo delle loro culture nella costruzione dell’unione europea”, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Assemblea delle Regioni d’Europa e Centro Europeo per le culture tradizionali e regionali, Trento, 1 ottobre 1993
 
Problemi dello sviluppo rurale: aspetti sociologici, XXXI Convegno di studi “Lo sviluppo del mondo rurale: problemi e politiche, istituzioni e strumenti”, Università degli Studi del Molise – Società Italiana di Economia Agraria, Campobasso, 22-24 settembre 1994
 
La dimensione provinciale nel contesto italiano. Profili sociologici (l’appartenenza), Assemblea nazionale “Identità e ruolo della Provincia nel sistema delle autonomia”, Unione delle Province d’Italia, Roma, 6-7 ottobre 1994
 
Quale società per quale famiglia, Incontro “Rileggendo la lettera del Papa sulla Famiglia”, Centro Culturale di Milano, 27 febbraio 1995
 
Matrimonio e convivenza: aspetto sociologico, Tavola rotonda “Matrimonio – convivenza”, Comune di Bologna – Quartiere Santo Stefano 5 maggio 1995
 
Region Tirol, Internationale Tagung “Europa und seine Regionen, Oesterreichisches Ost – und Suedosteuropa Institut, Wien, 20 -22 September 1995
 
Futuri assetti istituzionali e ruolo delle popolazioni di lingua e cultura minoritaria, Convegno “Le ragioni delle minoranze nello sviluppo dell’autonomia”, Union Autonomista Ladina, Pozza di Fassa, 26 aprile 1997
 
La politica, l’ambiente, le istituzioni dell’autonomia, Convegno nazionale “I valori dei trentini”, Università degli Studi di Trento, Trento, 6-7 giugno 1997
 
La formazione al servizio sociale in Italia: strategie, contenuti e prospettive professionali. Il punto di vista della sociologia, Convegno internazionale su “Gli operatori sociali nel Welfare Mix”, Università di Trento, Riva del Garda, 20-21 maggio 1999
 
Varieties of social encounters and socio-territorial belonging: the case of tourist operators, 34th World Congress of International Institute of Sociology on “Multiple modernities in an era of globalization”, Tel Aviv, Juy 11-15, 1999

ZA Data Confrontation Seminar on the European Values Survey 1999, Cologne, 13 – 17 dicembre, 2000
 
Simboli e ordinamenti politici, Colloquio italo-tedesco, Villa Vigoni, Loveno di Menaggio, 10-11 settembre 2001
 
Valori e appartenenze sociali, Presentazione del volume, Istituto Luigi Sturzo, Roma, 8 giugno 2005
 
Pace e soluzione dei conflitti nell’attuale situazione mondiale, Tavola rotonda, ISIG e IUIES, Gorizia, 5 maggio 2006
 
I valori degli Europei. Una ricerca comparativa per i paesi del''Europa, Seminario su “La doppia secolarizzazione: la situazione religiosa della Romania post-comunista”, ISIG, Gorizia, 9 maggio 2008

Valori nell’Europa mediterranea: tendenze di mutamento, VII Convegno nazionale di Ostuni, 28-30 ottobre 2010

Antipolitica e frammentazione sociale, 45° Convegno sui problemi internazionali “Cultura e rigenerazione delle istituzioni”, Istituto di scienze sociali “Nicolò Rezzara” di Vicenza, Recoaro Terme, 14-16 settembre 2012
 
I valori socio-politici degli italiani: tendenze di mutamento nell’ultimo trentennio e comunanze o specificità rispetto agli altri popoli europei, Convegno su “L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni”, Università di Trento, Trento, 22 novembre 2012
 
Sviluppo economico e globalizzazione tra valori della modernità e valori della non-modernità (pre e post), Seminario Internazionale di studi italo-tedeschi su “Valori, finanza e sviluppo economico in Europa e nel mondo globalizzato”, Accademia di studi italo-tedeschi – Merano, 12-13 dicembre 2012

La causa montana per l'oggi e per il domani, Giornata di studio su La Causa Montana, CAI e Associazione ex-parlamentari della Repubblica, Trento Film Festival, Trento, 30 aprile 2016

Intervento su I saperi sociologici tra formazione e professione, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università di Trento, 5 maggio 2016
 
Trento Innsbruck European Research Seminars (TIERS) in European Integration, 9-10 dicembre 2019, Università di Trento
 
9.2 PRESIDENZA DI CONVEGNI, DI SESSIONI DI CONVEGNI
 
Sessione Il mutamento sociale nell’area montana, Convegno “Comunità montane in transizione negli anni Ottanta”, Università di Trento, 19-21 ottobre 1981,
 
Gruppo di lavoro Le comunità rurali e montane,  1° Congresso di Sociologia del Territorio “Le unità sociali territoriali e l’intervento professionale del sociologo”, Grosseto, 26-28 aprile 1985
 
Convegno Giovani oggi: esperienze, confronti, prospettive, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Bolzano, 1985
 
Convegno “Brasile, Le sfide della transizione”, Università di Trento, 12 novembre 1987
 
Sessione Religion and food supply, VII World Congress for Rural Sociology “Food security and rural development”, Bologna, 26 giugno – 2 luglio 1988
 
Parte I L’appartenenza socio-territoriale, Convegno “Appartenenza e comunità. Aspetti sociologici, storici e amministrativi”, Università di Trento, 6 – 9 ottobre 1988
 
Convegno “Educazione permanente oggi in Alto Adige”, Provincia Autonoma di Bolzano, Bolzano, 11 novembre 1988
 
Sessione Sociology and social policy formation in the mountain and peripheral areas, XXIXth International Congress, Institut International de Sociologie, “The status of sociology as a science and social policy formation”, Roma, 12 – 16 giugno 1989
 
Convegno internazionale I fattori culturali dello sviluppo, Università di Trento, Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale, Trento, 6-7 dicembre 1990
 
Sessione Le Play et ses continuateurs face au catholicisme social, XXI Conference “Religion et economie” Société Internationale de Sociologie des Religions, Maynooth – Ireland, 19-23.8.1991
 
Sessione La sociologia di Robert E. Park (parte I) Convegno internazionale “Immigrazione, integrazione e culture”, Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale – Università di Trento, Trento, 8-9-10 ottobre 1991
 
Sessione: Movimenti giovanili, assimilazione e relazioni etniche, Convegno internazionale “I giovani non europei ed il processo di integrazione. Per una cultura della tolleranza”, Associazione Culturale Studi Asiatici, Trento, 11-12 ottobre 1991
 
Seminario di studio “Educazione permanente. Quale futuro?”, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Appiano, 27 novembre 1991
 
Sezione sociologica, Convegno “Consenso sociale e buona amministrazione nei parchi di montagna” Parco Adamello Brenta e Centro Internazionale di Ricerche Sociali sulle Aree Montane (CIRSAM), Molveno (TN), 7-9 maggio 1992
 
Convegno Internazionale “I valori degli europei – European values”, , Università di Trento – Trent’anni di Sociologia 1962-1992, Trento, 1-2 ottobre 1992
 
Sessione 2^, Convegno “Società dell’informazione di fine millennio. Una prospettiva estetica?” Dipartimento di Analisi Economica e Sociale del Territorio – Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Venezia, 28 maggio 1993
 
Sessione: I cento anni della sociologia di Chicago, Convegno internazionale “La tradizione della Scuola ecologica di Chicago e le prospettive della sociologia contemporanea” Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale, Università di Trento, 6-7 ottobre 1993
 
(con S. Abbruzzese), Seminario “La sociologia di Raymond Boudon” Università di Trento, 16-17 giugno 1994
 
Presentazione del volume La vita religiosa. Per una sociologia della vita consacrata, Istituto Luigi Sturzo, Roma, 25 maggio 1995
 
Incontro su: Quali scenari per il futuro dell’Albania?, Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, Roma, 30 luglio 1997
 
Gruppo di lavoro: L’identità nell’Europa delle diversità, Convegno internazionale “I confini dell’Europa – Die Grenzen Europas – The borders of Europe” Regione Autonoma Trentino Alto Adige e Associazione Italo-tedesca di Sociologia, Trento, 30-31 marzo 2007
 
Sessione I Convegno “L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni”, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento, 22 novembre 2012
 

10. PRINCIPALI CARICHE ACCADEMICHE
 
1980-87 Membro eletto del Consiglio di Amministrazione dell'Opera Universitaria di Trento e 1983-87 suo Vicepresidente
 
1982-83 Membro della Commissione di Ateneo, Università di Trento
 
1987 Presidente del Consiglio di Indirizzo “Strutture e Processi Culturali” della Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento
 
1984-87 e 1989-1996 Membro eletto del Consiglio di Amministrazione dell'Università di Trento
 
1984-90 e 1991-93 Direttore del Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale dell' Università di Trento

11. NOTIZIE BIOGRAFICHE
 
Nato a Primiero (Trento) l'11 agosto 1944; primo di 11 figli
 
Residente a Primiero San Martino di Castrozza (Trento), fraz. Tonadico, via Roma 55
 
Domiciliato a Trento, via del Nespolar 33
 
Stato civile: coniugato; 9 figli, dei quali cinque sposati (13 nipoti), uno frate carmelitano e tre in famiglia
 
12. PRINCIPALI ATTIVITA’ SOCIALI
 
Responsabile di istituto di Gioventù Studentesca (studi superiori 1960-65 a Trento)

Aderente al Movimento Oasi, fondato dal gesuita padre Virginio Rotondi, Centro per un Mondo Migliore, (Rocca di Papa)

Presidente diocesano della FUCI – AUCT (studi universitari a Trento, 1965-69, e alcuni anni successivi)

Membro del Gruppo Famiglie (guidato da don Gianfranco Corradi), primo sorto nella diocesi di Trento

Tra i fondatori nel Trentino del Movimento per la Vita

Nel Direttivo e poi Presidente per un ventennio dell’Associazione trentina della famiglia (già “Associazione delle famiglie numerose” del Trentino

Tra i fondatori nel Trentino e primo presidente del Sindacato delle Famiglie (SIDEF)

Tra i fondatori nel Trentino del Forum delle associazioni familiari.

Tra i fondatori del Centro Studi “Martino Martini”, Trento, membro del Consiglio di Amministrazione, per due mandati suo Presidente.
 
Membro della Consulta dei laici della Diocesi di Trento in rappresentanza dell'Associazione Trentina della Famiglia
 
13. PRINCIPALI ATTIVITA’ AMMINISTRATIVE
 
Consigliere comunale a Tonadico e a Fiera di Primiero
 
Membro dell’Assemblea del Comprensorio di Primiero e capogruppo DC
 
Assessore alla Pianificazione urbanistica del Comprensorio di Primiero
 
Membro del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Primiero e San Martino di Castrozza
 
Membro della Commissione Urbanistica della Provincia Autonoma di Trento
 
Presidente della Cooperativa “Villa Alpina V. Pisoni” (casa per attività della FUCI-AUCT)
 
 
14. PRINCIPALI ATTIVITA’ POLITICHE[1]
 
Membro esterno cooptato del Comitato Regionale del Trentino – Alto Adige della DC (in seguito all’Assemblea degli esterni convocata dal segretario nazionale DC, F. Piccoli);

dal 1983 tesserato DC, poi membro del Comitato Provinciale della Dc Trentina e membro dell’Esecutivo Provinciale per le politiche sociali;

Tra i fondatori in Trentino del Movimento Popolare
 
1992 – 94 Segretario Provinciale della DC Trentina, trasformata poi in Partito Popolare del Trentino, parte del PPI;
 
dal 1995 Presidente di CDU del Trentino, poi, dal 1998, de Il Centro – Unione Popolare Democratica (federato con CDU), trasformato poi nel 2003 in Centro Popolare (con l'aggiunta facoltativa fino al 2006 di “Autonomista”)
 
1994-96 eletto alla Camera nella lista del Patto per l’Italia (PPI) (gruppo PPI e poi CCD); segretario della Commissione Agricoltura
 
1994-2006 Presidente dell’Associazione Parlamentare “Amici della Cina” fondata dall'on. Vittorino Colombo e guida di numerose visite parlamentari in Cina (dal 2006 Presidente onorario). Onorificenza ufficiale cinese come “Amico della Cina”
 
1995 – 2001 membro dell’Esecutivo nazionale CDU, responsabile per le politiche sociali (famiglia e scuola)
 
1996 –2001 eletto al Senato nella lista Polo delle Libertà del Trentino-Alto Adige, Collegio Valsugana, Fiemme e Fassa (Gruppo CDU, poi UDR, poi Misto Il Centro UPD), membro e vice-presidente della Commissione Difesa; membro capogruppo CDU delle Commissioni Bilancio, Attuazione della Riforma amministrativa, Questioni Regionali;
 
2001-2006 eletto al Senato nella lista Casa delle libertà del Trentino-Alto Adige, Collegio Valsugana, Fiemme e Fassa, (gruppo UDC) membro capogruppo UDC della Commissione Difesa, della Commissione Infanzia e della Commissione Questioni Regionali; membro delle Assemblee del Consiglio d’Europa e della UEO, Vice- presidente e per un mandato anche Presidente della Commissione Ambiente, Agricoltura e poteri locali e regionali dell’Assemblea del Consiglio d’Europa, relatore di importanti atti dell’Assemblea del Consiglio d’Europa in materia di politiche per la montagna e politiche di collaborazione transconfinaria; relatore di importanti atti dell’Assemblea della UEO sulle politiche di sicurezza in Europa e negli USA.
 
2001-2006 capogruppo PPE al Consiglio d’Europa per la Commissione Ambiente, Agricoltura e poteri locali e regionali
 
2006 candidato individuale al Senato nel Collegio della Valsugana, Fiemme e Fassa per il partito Centro Popolare Autonomista (ottenendo l’11% dei voti); non eletto:
 
 2006-2011 rappresentante del Centro Popolare Autonomista presso gli organi della Democrazia Cristiana per le Autonomie e come tale partecipe al 1° Congresso del Popolo delle Libertà a Roma
 
dal 2009 Presidente e poi Coordinatore  del Centro Popolare, Trento
 
dal 2012 conferma di socio della Democrazia Cristiana e partecipazione al XIX Congresso di Roma, poi invalidato; nel XIX Congresso DC di Roma del 2018, validamente convocato dall'Assemblea dei soci autorizzata dal Tribunale di Roma nel 2016, eletto nel Consiglio Nazionale e nella Direzione della Democrazia Cristiana. Nel 2019 eletto Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana.
 
[1] Per le attività nel Parlamento, nell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e nell'Assemblea Parlamentare della UEO si rimanda ai rispettivi siti internet di Camera, Senato, Consiglio d'Europa e Unione Europea Occidentale.
 

Un monumento a Trento per Mauro Rostagno? Quali le sue virtù nel periodo trentino?

Il Trentino del 20 dicembre dedica due intere pagine a Mauro Rostagno. Se ne analizzano le “mille vite”, una o due delle quali a Trento, se ne ricorda la condanna per aver creato le condizioni , al circolo Macondo, dell’uso di stupefacenti, le sue varie esperienze successive che si sono concluse con il suo assassinio probabilmente per la sua lotta alla mafia. Essendo la fonte principale delle informazioni Marco Boato, leader studentesco prima a lui alternativo, ma poi suo compagno di Lotta Continua, il quadro per quanto concerne l’esperienza trentina non poteva che essere “laudativo” come quello, in altre occasioni, fornito dai contestatori sessantottini. Tuttavia una pagina e mezza del suo giornale aiuta a tracciare un profilo di interesse, senza acritiche eccessive santificazioni.

Si stacca da questo taglio la mezza pagina del Trentino con la quale si accusa Trento di “perdere tempo” nell’erigere a Rostagno un monumento (su iniziativa di un gruppo di nostalgici di Rostagno), mentre invece Torino lo celebra. Se la celebrazione torinese è quel murale riportato in foto nel suo giornale, mi sembra più espressione dei dipintori notturni di pareti spoglie che un riconoscimento pubblico, che semmai si coglie nell’intitolazione di un piazzale (immagino di periferia; siamo lontani dalle celebrazioni di Cavour, Garibaldi, Vittorio Emanuele, e altri, che hanno stravolto anche in Trentino la toponomastica tradizionale pre-annessione). In ogni caso che ragioni avrebbe Trento di celebrare Rostagno? Unica possibile ragione positiva la sua lotta antimafia in Sicilia, come molti, anche vittime, non celebrati a Trento da monumenti. Ve ne sono altre di negative e proprio riguardanti il periodo passato da Rostagno a Trento.

Di quali virtù Rostagno sarebbe testimone a Trento? Non certo di studente modello, se ha fatto saltare le luci a Sociologia per poter copiare, con i suoi compagni, una prova d’esame di matematica; non certo di esponente modello della protesta studentesca contro l’autoritarismo accademico (peraltro episodico a Trento), se in riunioni a Villa Tambosi cercava di porre rivendicazioni alle quali le autorità accademiche non potessero dare risposta positiva, perché il suo obiettivo non era di rendere meno autoritaria l’università, bensì quella di fare la rivoluzione politica; non certo di residente trentino amante della città di Trento, se il suo giudizio su Trento e i trentini era sprezzante (come quello di quasi tutti i contestatori di allora), non comprendendone, invece, i tratti di una cultura civile di lunga tradizione; non certo di democratico, viste le prevaricazioni autoritarie di assemblee e occupazioni; e per finire, non certo di giovane esemplare nella propria vita privata familiare, riconosciuto utilizzatore di numerose infatuazioni femminili “compagne rivoluzionarie”. Ma si sa, i numerosi “amori” per qualcuno, sono un tratto della “grandezza” di una persona! Ma per fortuna ci sono altre grandezze, anche nella vita privata, come quelle di Degasperi e Moro.

Rostagno ha lasciato Trento prima di terminare gli studi per andare a Milano a far la rivoluzione. Trento non era per lui il posto adatto, troppo piccola, poco industriale, culturalmente arretrata. E ha trascinato con sé compagni e compagne. L’amicizia con Curcio, della quale parla il giornale, non mi sembrava poi così visibile, anzi. Tra i due diverso era l’approccio politico, anche nelle assemblee, più sensibile a Freud quello di Curcio. Curcio studente viveva lavorando nella segreteria di un vicesindaco socialista di Trento mentre Rostagno non si sapeva di che cosa vivesse (si diceva che fosse pagato dal PSIUP). Uno studente che a Trento si occupava solo di sollevare la protesta col fine della rivoluzione di che cosa viveva? Più esemplari i molti studenti-lavoratori che lavoravano per poter studiare o quelli che vivevano del pre-salario, che perdevano se non ottenevano risultati sopra la media agli esami, e guai perderne uno. Curcio ha avuto il difetto di fare quello che Rostagno diceva: usare la violenza, anche armata, per la rivoluzione. Erano in tanti a dirlo tra i contestatori di allora: alcuni coerenti lo hanno fatto; altri, più furbastri, lo hanno solo detto, altri ancora negano di averlo mai detto. E Marco Boato ne è testimone.

Spero proprio che il Comune di Trento ci ripensi alla celebrazione con monumento: basta e avanza la targa dedicata a Rostagno a Sociologia. Per fortuna, sobria, ma a mio avviso anch’essa di troppo.

Gay Pride a Trento per celebrare i cinquant’anni di liberazione della sessualità del ’68 a Sociologia: indebito riferimento

E’ di questi giorni la notizia che il Comune di Trento ha autorizzato la manifestazione di Dolomiti Gay Pride (Orgoglio Gay) per il prossimo 9 giugno. Poiché in altre occasioni autorità municipali hanno negato il permesso a manifestazioni per la loro natura giudicata negativa (rispetto ai valori assunti come positivi), sarebbe interessante capire se in questo caso non si è fatta una valutazione su positività-negatività dei valori testimoniati, basando la decisione, in questa occasione, sul criterio di garantire una assoluta libertà di manifestazione oppure se si è dato un giudizio positivo o quanto meno non negativo dei contenuti e degli obiettivi della manifestazione di orgoglio dei gay della regione dolomitica (facendola forse rientrare nella promozione delle Dolomiti?). Aiuterebbe a capire Alessandro Andreatta, sindaco, e la sua Giunta in cui sono presenti esponenti di movimenti cattolici, di popolari e di autonomisti PATT.

Mi è capitato casualmente di assistere a manifestazioni Gay Pride in altre città italiane ed europee. Scena lascive di amoreggiamento omosessuale sono di norma esibite in pubblico. Se lo facessero due normali fidanzati, maschio e femmina, in una via del centro urbano potrebbero essere richiamati o multati dall’autorità addetta al garantire decoro e buon costume. Capisco che dei gay vogliano esibire in pubblico le loro tendenze e i loro comportamenti di coppia (esibizionisti ci sono sempre stati), ma non mi sembra che questo aiuti l’educazione dei bambini, dei ragazzi e dei giovani. Se il fine ufficiale dichiarato dagli organizzatori fosse quello di rivendicare piena accettazione di comportamenti omosessuali in pubblico fino al mimo di rapporti sessuali (come avviene), basterebbe un’indagine sociologica che confronti gli atteggiamenti della gente prima delle manifestazioni gay e dopo per scoprire come, con assoluta probabilità, l’esibizione omosessuale lasciva crei più rifiuto che accettazione. Questo lo sanno anche i promotori, ma il loro obiettivo è rafforzare le repulsioni, per poter poi lamentarsene.

Mi ha sorpreso il richiamo che gli organizzatori del gay pride hanno fatto al ’68 a Trento, del quale ricorre il prossimo anno il cinquantenario. Evidentemente essi (e mi pare che vi sia anche un docente in carica dell’università trentina) non hanno un’immagine giusta del tipo di “liberazione sessuale” predicata e praticata nel ’68 da quella minoranza di studenti che hanno occupato e manifestato. Nelle aule universitarie occupate, come nel Santa Chiara occupato e trasformato in “comune”, si praticava la promiscuità sessuale, rapporti tra studenti e studentesse, con il ben fornito “harem” del “capo dei capi”, cui il Comune di Trento vuole edificare un monumento. L’omosessualità era ancora considerata un’anormalità, praticata in modo nascosto da pochi (ricordo Pasolini a Roma), non qualcosa di cui essere orgogliosi. Si giudicava la famiglia una struttura autoritaria, mentre oggi i movimenti gay rivendicano il diritto degli omosessuali di fare famiglia, un rovesciamento di posizione rispetto al ’68. Lasciamo stare il ’68 a Trento; è una vernice all’orgoglio gay che non attacca, si stacca, per lasciare vedere la nudità povera di una situazione che richiede in molti casi comprensione, ma nessun orgoglio da celebrare.

Conta lo stupire, più del fare bene il proprio compito.

Le cronache di questi giorni non cessano di stupire: c’è una voglia di far qualcosa fuori dall’ordinario in modo da creare la sensazione della trasgressione, del violare regole e consuetudini. Basti leggere l’Adige del 10 dicembre.

La più strana delle iniziative è quella del MUSE, che organizza per 80 euri a testa una notte in museo, con “veline”, aperitivo con biscotti fatti di grilli (poveri grilli, neppur loro si salvano), discussione sul sesso nelle piante, bivacco notturno con sacchi a pelo. Così fanno noti musei a Londra e a New York; bravo il MUSE trentino: è il primo in Italia! Deve stupire.

Poi c’è chi s’è inventato a Trento la “notte bianca” per la festa dell’Immacolata Concezione; non bastano i mercatini a mercificare Natale; c’è un’altra festa fuori dall’ordinario da utilizzare per far soldi, stupire e divertirsi con musiche e balli, l’Immacolata. Se poi qualche vandalo devasta un presepio in Piazza Vittoria o se qualcuno pesta dei vigili che richiamano all’obbligo di contenere i volumi della musica, tutto sommato si può sopportare. La notte bianca è stata un successo decreta Nicola Maschio in una cronaca del suo giornale, che nella stessa pagina titola in grande “L’aggressione” a vigili e carabinieri. Come si combinino queste cronache è difficile capirlo.

A Primiero le suore cappuccine di clausura non paiono accontentarsi della vita di contemplazione: organizzano una serata con mussulmani sufi e con induisti, con discorsi, musiche, canti della montagna. Bello dialogare con culture diverse, anche se di induisti a Primiero non ne ho visti e i mussulmani, pochi, non mi pare appartengano alla setta dei sufi, mistici di musica e danza fino al “trance”.

A San Giovanni di Fassa, nuovo comune, attrezzano il Municipio con una sala polivalente, sì, ma pensata anche per il ballo. 850.000 euri il costo. “Scelta originale” la definisce l’articolo di cronaca, intitolato “Tutti in municipio a ballare”. Con cucina.

E si potrebbe continuare con altre iniziative durante l’anno, altre “notti magiche”, feste gay, corse funambolesche, palazzi storici importanti destinati alla gastronomia, ….. basta stupire, fare qualcosa fuori dall’ordinario. I musei non si accontentano di essere musei; gli amministratori (e gli esercenti) non si contentano di fornire buoni servizi, ma devono “divertire”, “attrarre”, vedere le città affollate anche quando di norma si dovrebbe stare a casa in compagnia dei propri cari; le feste religiose sono viste come occasione di affari e di consumi, le suore di clausura non si accontentano nel silenzio di pregare, meditare e lavorare per il loro sostentamento; i sindaci vogliono che nel loro municipio si possa suonare e ballare, divertirsi. Ma se si tratta di conservare memoria architettonica della Trento industriale, come le due belle e slanciate ciminiere Italcementi, sfida verticale umana, preoccupano i soldi da spendere; se si tratta di costruire bacini d’acqua per irrigare gli orti della Val di Gresta si aspetta che in mezza valle siano abbandonati, se si tratta di accorciare le liste d’attesa per una visita specialistica, si confida nelle tasche dei cittadini che ne hanno bisogno e vanno a pagamento; se la ricerca umanistica e sociale langue per carenza di fondi, si scarica in modo inefficace l’onere o sullo stato o sull’Unione Europea; se lupi e orsi devastano le attività dei piccoli allevatori marginali ci si limita a votare contro ad assurde norme nazionali-europee, e così via per i molti aspetti della vita “ordinaria”. Ci si accontenta di regole per le preferenze, come se gli elettori e le elettrici che apprezzano il “genio femminile” in politica non avessero potuto già prima votare donne che lo esprimono in modo adeguato. Perché non si accetta la “normalità”?

Accademia Europea di Bolzano: adeguata la sua ricerca valutativa della chiusura estiva del Passo Sella?

Sul Trentino di mercoledì scorso 25 ottobre in cronaca regionale il titolo recita “Passi chiusi, soddisfatto il 97% dei turisti” e il riferimento era alla chiusura per un giorno alla settimana, in estate, del Passo Sella. A fornire lo spunto per il titolo, una ricerca compiuta dall’Accademia Europea di Bolzano sui turisti che in bicicletta o a piedi o con l’autobus sono saliti al passo nel giorno di chiusura al traffico. Sono citate riserve, ma solo degli operatori economici del passo. Gli assessori competenti delle due province, presenti alla presentazione dei risultati, si dichiarano incoraggiati ad estendere l’iniziativa a più giorni e a più passi.

Da ricercatore da cinquant’anni non posso che far rilevare l’enorme scarto tra quanto i ricercatori dell’Eurac hanno trovato con la loro ricerca e le conclusioni cui cronista, titolista e assessori pervengono.

Si può dire che è soddisfatta la quasi totalità dei turisti, se non si è intervistato un campione di tutti i turisti del periodo considerato, e non solo di quelli che il mercoledì sono saliti al Passo Sella? Una ricerca valutativa seria avrebbe dovuto considerare l’insieme dei turisti, anche coloro che il mercoledì non hanno potuto o voluto salire al Sella a piedi o in bici o in autobus. Come nasce l’iniziativa dell’Eurac? Chi ha voluto limitare l’indagine solo a quella parte di turisti?

Una ricerca valutativa seria avrebbe poi dovuto considerare non solo l’opinione dei turisti, ma anche dei residenti o dei transitanti non turisti che hanno dovuto fare a meno di una strada che loro serviva per le loro attività o per le loro relazioni.

Pare di capire che sono stati intervistati gli operatori economici che hanno la loro attività sul passo, ma nessun dato sulle loro risposte è stato reso noto, almeno nella pagina di giornale dedicata alla ricerca. Come mai? O si è trattato solo di impressioni e dichiarazioni non trattabili come rilevanti per un approccio scientifico? Nessun dato, tra l’altro, è stato fornito sul metodo di scelta del campione di turisti che sono saliti al passo nel giorno di chiusura al transito. Il dubbio che, dato il contesto, non si possa dire che si tratti di campione rappresentativo è difficile da fugare.

Di interesse il fatto che operatori economici del passo abbiano dichiarato che alla perdita di incassi nel mercoledì di chiusura corrisponda a parziale compensazione qualche maggiore incasso negli altri giorni; osserva l’articolista che evidentemente chi non può salire al passo in automobile o in moto il mercoledì, lo fa il martedì io il giovedì. Tale constatazione contraddice in modo evidente le valutazioni degli assessori provinciali competenti in materia, che celebrano la tutela ambientale che la chiusura la traffico del mercoledì raggiungerebbe e che, in omaggio alle Dolomiti patrimonio UNESCO, andrebbe estesa. Se questa è compensata, come documentato, con più traffico veicolare privato negli altri giorni, difficile sostenere che vi sia un guadagno ambientale. Più concentrazione di traffico peggiora la qualità ambientale!

Possibile che con due istituzioni universitarie e con qualificate istituzioni di ricerca, prima di estendere un’iniziativa, i responsabili sudtirolesi e trentini non si muniscano dei risultati di una seria ricerca valutativa, come s’usa da parte di amministrazioni bene attrezzate?

Indipendenza della Catalogna: impossibile una soluzione negoziata?

di il 23 Novembre 2017 in autonomia con Nessun commento

Le vicende relative all’unilaterale dichiarazione di indipendenza della Catalogna ad opera del suo Parlamento, dopo l’esito di un referendum positivo, hanno messo in luce una questione fondamentale nell’organizzazione politica di una comunità: quali sono le modalità per avere un cambiamento nell’assetto dei poteri.
Vi può essere un generale accordo per il cambiamento. E’ avvenuto per es. con la divisione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e in Slovacchia o per la divisione dell’Unione Sovietica.. In un certo senso è avvenuto con la cessione di sovranità da parte degli stati dell’Unione Europea all’Unione stessa; sarebbe avvenuto, se vi fosse stato consenso maggioritario nel referendum, per l’indipendenza della Scozia. Questa strada è stata chiusa dalla Spagna nei confronti della Catalogna.
Qualora un accordo non ci sia, vi sono strade diverse per il cambiamento? La prima e principale è la rottura unilaterale degli accordi precedenti, più o meno voluti o subiti. C’è chi ne denuncia l’illegalità, richiamando il dovere di rispettare gli impegni sottoscritti (nel caso catalano la Costituzione spagnola) e pertanto attiva o sostiene meccanismi di repressione tramite apparati di controllo (magistratura e polizia). Ma veramente la rottura degli accordi pregressi è inaccettabile? Essi stessi sono nati dopo la rottura di accordi precedenti. La formazione degli stati nazionali è avvenuta con rottura degli accordi vigenti negli stati pre-nazionali. In Italia tale rottura, ripetuta e rinforzata dall’uso delle armi, anche straniere (si vedano gli interventi armati francesi), è celebrata come “risorgimento”, compiuto con la sanguinosa prima guerra mondiale della quale ricordiamo il centenario.
Sarebbe interessante sapere dai critici delle decisioni catalane in nome della legalità spagnola come legittimino le diverse rotture dell’ordine costituzionale attraverso le quali il regno piemontese si è allargato fino a divenire regno d’Italia. Oppure come essi giudichino i più recenti violenti processi di secessione avvenuti nell’area jugoslava. Qual è poi la legittimità dell’intervento dell’Unione Europea quando ha creato, con la guerra Nato alla Serbia, un nuovo stato, il Kossovo, consentendogli di usare come moneta l’euro.
Con il trascorrere dei decenni le situazioni cambiano e un’organizzazione politica deve prevedere regole per il suo mutamento, senza dover ricorrere ad azioni violente. L’uscita pacifica della Gran Bretagna dall’Unione Europea testimonia che simili regole si possono istituire. Basta che i principi regolatori cui ci si ispira siano quelli della sussidiarietà dell’organizzazione politica di un certo livello per i livelli politici di livello inferiore. Invece permangono principi ispirati al nazionalismo, secondo i quali l’unità nazionale è “sacra”, ossia intoccabile, e non un prodotto storico che è soggetto a possibilità di mutamento. La sovranità va ripartita tra i diversi livelli di organizzazione politica, da quelli locali a quello globale e tale ripartizione deve sempre poter essere rinegoziata.
Se tali nuove regole per il mutamento non vuole darsele uno stato che è ancora strumento politico “sacro” al servizio di una nazione (quella prevalente al suo interno), siano esse un obiettivo per l’Unione Europea. Altro che nascondersi dicendosi solo espressione di “stati sacri”!
Cordiali saluti,

Funerali negati: dove la misericordia della Chiesa?

di il 21 Novembre 2017 in etica pubblica, religione con 2 Commenti

Un capo-mafia colpevole di molti assassinii e condannato a molti ergastoli in regime duro è morto carcerato a Parma. A lui la Chiesa cattolica nega esequie pubbliche, perché pubblico peccatore che non ha dato segni pubblici di pentimento. A norma di diritto canonico.

Stride tanto rigore con la predicazione della misericordia che tutta la Chiesa, a partire dal pontefice, ripete continuamente. Se Dio è misericordioso, come mai la Chiesa non lo è con i pubblici peccatori che non hanno dato segni pubblici di pentimento? Le esequie in chiesa sono solo per coloro che non sono pubblici peccatori? Non si insegna che un peccatore è tale non solo in base alla “materia grave” della violazione morale, ma anche in base alla “piena avvertenza e al deliberato consenso”, elementi che rimandano al segreto della coscienza di ciascuno? Perché in altri casi di violazioni gravi ed evidenti pubblicamente della norma morale senza che ci siano segni pubblici di pentimento non si negano funerali in chiesa? E’ mai stato negato un funerale in chiesa a un medico che ha eseguito migliaia di aborti ,“abominevole delitti”, uccisioni di esseri umani innocenti? E’ mai stato negato un funerale in chiesa a pubblici bestemmiatori che pubblicamente non si sono pentiti? Oppure a impenitenti adulteri? Eppure si tratta pur sempre di “materia grave” pubblicamente evidente.

Mi sa tanto che anche la Chiesa si stia sottomettendo da qualche anno al “politicamente corretto”, misericordiosa dove lo spirito del tempo porta a indulgenza, ma impietosa laddove questo vuole durezza di condanna, anche davanti alla salma di un morto.

Mentana e la legittimazione dell’autonomia speciale trentina; ma lo stato nazionale quale legittimazione?

Il Trentino ha dato largo spazio al dibattito sulla persistenza delle ragioni dell’autonomia speciale dopo le affermazioni di Enrico Mentana, giornalista, in un dibattito tenutosi a Trento. A preoccupare sono stati soprattutto gli applausi tributati a Mentana quando questi ha affermato che l’autonomia speciale trentina è ormai un anacronismo.

Premesso che Mentana non ha fatto altro che dire ciò che molti già dicono, peraltro in modo superficiale, sulla base di stereotipi e pregiudizi (da un giornalista con le sue responsabilità al TG7 ci si poteva aspettare affermazioni più circostanziate), non ci si può limitare a condanne. Personalmente ho trovato di particolare interesse l’articolo del collega Nevola e dell’on.Ballardini, entrambi disposti ad accettare che l’assetto istituzionale possa cambiare nel tempo, mutando le condizioni storiche. Il prof. Nevola sottolinea il concetto di legittimazione; l’autonomia speciale non è di per sé eterna: è un prodotto storico. La sua sussistenza va continuamente rilegittimata. E dopo settant’anni dalla sua istituzionalizzazione, le ragioni che l’hanno giustificata possono aver perso valore. L’on. Ballardini fa un passo oltre, mettendo nel conto che, con i poteri dello stato nazionale ceduti all’Unione Europea, vada ridiscusso tutto l’assetto dei poteri, non escludendo, di fronte alla perdita di ruolo dello stato nazionale, un più incisivo ruolo delle entità regionali, per noi anche transfrontaliere, in un rapporto nuovo con stato nazionale e Unione europea.

Nevola non mette in questione la legittimazione dello stato nazionale; i particolari poteri delle autonomie speciali vanno certo legittimati e non lo sono una volta per tutte, ma neppure i poteri dello stato nazionale sono legittimati una volta per tutte. Gli eventi della Catalogna lo stanno a dimostrare, ma lo hanno dimostrato anche quelli del referendum scozzese, quelli della divisione tra Boemia e Moravia da un lato e la Slovacchia dall’altra, quelli della dissoluzione jugoslava, e così via. La legittimazione dello stato nazionale sta giuridicamente nel patto costituzionale, come per l’autonomia speciale trentino-sudtirolese sta nel patto Degasperi-Gruber. Se non valgono gli impegni giuridici per l’autonomia regionale-provinciale trentino-sudtirolese, perché contano altre ragioni storiche, perché dovrebbe valere il patto costituzionale dello stato italiano? In fondo si può sempre ricordare che l’annessione del Trentino – Alto Adige all’Italia fu un atto di conquista militare come esito di una guerra. E’ adeguata legittimazione questa?

Devono i trentini prendere atto che la situazione è cambiata e che il quadro giuridico non tiene più? E perché dovrebbe invece tenere a livello nazionale, sia nella configurazione delle autonomie interne, sia nei rapporti tra stati confinanti dell’Unione Europea? L’on. Ballardini fa intravedere piste di cambiamento, e se ne parla da anni. Poteri fondamentali dello Stato sono il battere moneta, l’amministrare la giustizia, disporre di apparati militari, regolare il prelievo fiscale statale. Ormai molti di essi sono in ultima istanza dell’Unione Europea o lo stanno per diventare. Uno potrebbe chiedersi: ha ancora senso lo stato nazionale? Politologi come Herz se lo sono già chiesto oltre sessant’anni fa. Non equivale tale domanda a porre la legittimazione “politica” (non giuridica) dello stato nazionale? Non conviene alla comunità nazionale e allo Stato svalutare la legittimazione giuridica delle autonomie speciali; potrebbe ritorcersi contro. Non bastano gli applausi di alcuni giovani a un giornalista per ritenere facilmente praticabile un ritorno al periodo liberale e fascista succeduto all’annessione e neppure allo stato regionale ad autonomia ordinaria previsto dalla Costituzione vigente e malamente messo in atto. Fra i trentini l’attaccamento all’autonomia speciale è forte. La sua legittimazione giuridica è garanzia di pace. Pericoloso negarne la validità.

patti con gli elettori e politica “liquida”

L’avvicinarsi di scadenze elettorali, specie di quella provinciale-regionale, fa ritornare le petizioni per “nuovi patti” con gli elettori, per rinnovamenti di patti ed alleanze tra formazioni politiche. Le stesse persone che avevano presentato come nuova un’alleanza o una formazione politica nella precedente elezione invocano di nuovo che di produca una novità all’elezione successiva. E i mezzi di comunicazione accreditano la necessità della novità, pena la perdita di consensi, il cadere dalla cresta dell’onda. E l’onda la creano proprio i mezzi di comunicazione, giornali e TV in particolare.

Mi sono più volte chiesto quali siano le ragioni di tale esigenza di novità e se sia costruttivo sostenerle. Se sono convinto dei principi cui ispiro la mia azione politica e gli obiettivi che intendo perseguire, il modo più razionale di agire è ispirato a continuità, non alla ricerca di novità. Se dei politici puntano sulla novità e se dei giornalisti spingono a ciò, e ciò è ricorrente ad ogni elezione, sorge il dubbio che principi e obiettivi di programma siano solo un mezzo per ottenere consensi per quel particolare momento, esempio di “liquidità della politica” come direbbe il collega Bauman. La stessa parola “patto con gli elettori” evoca una distanza tra politici e cittadini, voi date il voto a me e in cambio vi prometto certe azioni. Altra cosa un rapporto eletto-elettori nel quale il primo rappresenta i secondi, ne esprime ideali e orientamenti all’azione. Non c’è alcun patto tra diversi, ma solo condivisione e comune impegno in un rapporto di fiducia che va assai oltre la logica pattizia.

Da premiare in termini di riconoscimento pubblico dovrebbe essere la durata nel tempo di un impegno politico, che risulta facilitata da un patrimonio ideale di riferimento; un tale patrimonio non si cambia secondo le circostanze e le convenienze di un momento. Il movimento cattolico aveva espresso nel XX secolo una sua presenza politica stabile, apprezzata da molti cittadini. Lo stesso si può dire del movimento operaio socialista o delle correnti laico-liberali, pur nelle divisioni e articolazioni createsi lungo un secolo. Che cosa impedisce che tra i cittadini non possa rinascere la valorizzazione dell’impegno politico a lungo termine, fondato su ideali cui si crede profondamente e che ispirano programmi di lunga durata? Sarebbe un male? Meglio la “politica liquida” che caratterizza l’oggi? La domanda interpella almeno coloro che hanno un patrimonio ideale e di riflessioni culturali, come i cristiani che hanno il grande patrimonio della dottrina sociale della Chiesa, coloro che amano solidità e non liquidità, continuità e non novità. Ma interpella anche i giornalisti e gli editori, che creano opinione pubblica, l’agorà del mondo contemporaneo. E forse anche coloro che si sentono “costretti” a lanciare novità, ad auspicare nuovi “patti” per paura di non essere sulla cresta dell’onda e perdere consensi: potrebbero essere più liberi di essere loro stessi, non potendo credere che essi siano “liquefatti” nel profondo, travolti dal cinico uso strumentale delle parole e dei rapporti con gli elettori.

Università: opportunità di crescita della persona da offrire a tutti coloro che lo desiderano

di il 17 Settembre 2017 in servizi pubblici, università con Nessun commento

L’Adige di domenica 3 settembre dedica il titolo principale di prima pagina al problema del “numero chiuso” di ammissioni alle università, tornato all’attenzione pubblica a seguito di una sentenza del TAR del Lazio su un ricorso di studenti della Statale di Milano. A Trento si è sempre preferito parlare di “numero programmato”, in ragione della disponibilità di strutture didattiche adeguate.
Ricordo come a Sociologia a Trento, ancora Istituto Superiore (Universitario) di Scienze Sociali, per un anno furono addirittura bloccate le nuove iscrizioni, che nei primi anni raddoppiavano da un anno all’altro. Al blocco succedette l’anno successivo il “numero programmato”, per Sociologia senza gravi scompensi negli anni (nel frattempo si erano aperti nuovi corsi di laurea di Sociologia in molte università italiane).
L’esplosione degli accessi all’università ha poi condotto a introdurre con norma nazionale il “numero programmato” per medici, veterinari e architetti: la motivazione principale della programmazione era indicata nella necessità di raccordare il numero di laureati alla prevedibile quantità di sbocchi occupazionali. C’era un’esplosione di laureati e di studenti in medicina (e di architetti), candidati, si pensava, alla disoccupazione. Ricordo di aver partecipato a riunioni di sociologi delle diverse Facoltà di Sociologia italiane che tentavano di applicare il criterio degli sbocchi professionali anche nella programmazione degli accessi ai corsi di laurea in sociologia.
Poi è accaduto, esperienza diretta anche del Trentino, che non reperiscano più i medici necessari per alcune strutture sanitarie, che i calcoli programmatori orientati alla quantità di sbocchi professionali si siano rivelati errati. Come a suo tempo già sostenevo per i sociologi, non vi sono sufficienti conoscenze, né mai vi potranno essere, che consentano, in sistemi aperti e di libero mercato, di prevedere in modo attendibile, e per un periodo che non sia brevissimo, la domanda di determinati posti di lavoro. Lo potevano fare forse i sistemi socialisti di economia pianificata e centralizzata, ma non hanno saputo reggere la concorrenza dei sistemi di mercato.
Mi chiedo, poi, quanto giusto sia concepire l’università principalmente come canale di formazione per dei posti di lavoro, specie per i corsi di studi in scienze umane, ma non solo. L’istruzione fino ai più alti gradi è un bene in sé, per la crescita umana della persona. Vale indipendentemente dal fatto che poi si svolga un lavoro che utilizza spezzoni di istruzione avuta nelle istituzioni disegnate per la trasmissione e l’elaborazione delle conoscenze. Il fatto che in alcuni paesi si arrivi a quote elevatissime di laureati sta a testimoniare di tale valore, indipendentemente dal fatto che le conoscenze acquisite siano nella fisica, nell’astronomia, nell’economia, nella medicina, nella sociologia, nella psicologia, nel diritto, e così via.
Il problema aperto è quindi quello di come consentirea tutti coloro che desiderano “crescere in conoscenza” di poterlo fare, anche nelle apposite istituzioni se preferite all’auto-organizzazione della propria formazione (hanno tra l’altro anche il vantaggio del riconoscimento del valore legale del titolo di studio). Si tratta di scegliere la misura delle risorse (pubbliche e private) da destinare all’istruzione media e superiore, come si sceglie quella per altri servizi, da quelli sanitari a quelli per i trasporti e le comunicazioni. Se v’è una domanda inevasa di istruzione, il problema primo è quello di ampliare l’offerta, non di restringere la domanda. Sarà poi il sistema delle aziende pubbliche e private, o delle professioni, ad allocare in modo efficace ed efficiente le diverse persone ai vari ruoli lavorativi. E un operaio, un artigiano, un impiegato, un lavoratore dei servizi alla persona che abbia compiuto studi universitari è comunque, a parità di altre condizioni, una persona umanamente più ricca, per sé, per la famiglia, per la comunità, se quegli studi non avesse compiuto. Basta conoscere un po’ ciò che accade in paesi nei quali più i livelli di istruzione (di prosecuzione degli studi dopo l’obbligo) sono alti per convincersene.

Alcide Degasperi beatificato sull’altare laico della storia italiana; disturba ricordarlo come popolare e democratico cristiano?

di il 17 Settembre 2017 in partiti politici, religione, storia con Nessun commento

Il 19 agosto 1954 moriva a Sella di Valsugana Alcide Degasperi; molta l’emozione in Italia. Ogni anno il 19 di agosto, prima a Trento, poi a Borgo Valsugana (per un periodo nella chiesetta di Sella, vicino alla sua abitazione per le ferie) viene celebrata una Messa in suo suffragio, alla presenza di donna Francesca (finché è vissuta) e delle figlie e altri familiari. Il Centro Studi su Alcide Degasperi di Borgo da molti anni organizza un momento di ricordo di vari aspetti della vita di Degasperi come uomo, come cristiano, come politico. Negli anni Novanta la celebrazione era occasione anche per convegni con interventi di politici aventi un ruolo nazionale, promossi e tenuti da uomini che alle idee di Degasperi dichiaravano di ispirarsi: ricordo per esperienza diretta Rocco Buttiglione, leader prima del PPI e poi del CDU, l’eurodeputato SVP-PPE Michl Ebner, Pierferdinando Casini del CCD. In chiesa non mancavano mai altri esponenti di quella che era stata la Democrazia Cristiana, sia esponenti nazionali (ricordo più volte l’on. Castagnetti) che regionali, ex Presidenti di Regione e Provincia, ex Assessori, ex Consiglieri regionali, ex segretari e dirigenti DC.
Nel 19 agosto di quest’anno non ho visto nessun esponente di rilievo della DC, salvo Aldo Degaudenz, Presidente del Centro Studi che organizza gli eventi. C’erano alcuni ex DC, ma mancavano coloro che hanno avuto responsabilità politica e amministrativa. Mancavano alla Messa e mancavano anche alla bellissima rievocazione (sala piena) del ruolo di Degasperi negli anni della Prima Guerra Mondiale, specie a tutela dei profughi trentini nei territori dell’allora impero austro-ungarico, curata da Renzo Fracalossi e dal Club Armonia. Unico consigliere provinciale-regionale in carica presente alla Messa era Claudio Cia, fondatore del movimento Agire per il Trentino. Mi scuso se non ho visto altri presenti. La grande chiesa di Borgo era piena.
Mi sono chiesto le ragioni per le quali non si sente più il dovere di ex DC di partecipare; lo ha sentito più volte il vescovo della Diocesi di Trento, qualche anno lo hanno sentito anche dei cardinali, ma non i laici già impegnati in politica. Negli ultimi due anni Il vescovo Lauro Tisi è stato particolarmente incisivo nel ricordare le virtù morali di Alcide Degasperi.
Probabilmente una parte della risposta sta nelle celebrazioni che in nome di Degasperi vengono organizzate dalla Fondazione Degasperi di Trento a Pieve Tesino, da qualche anno il giorno precedente, il 18 di agosto. I relatori invitati sono di alto interesse e prestigio (il vertice raggiunto lo scorso anno con l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) ed è garantita l’attenzione dei mass-media anche nazionali. Salvo qualche fuggevole cenno, l’occasione di Pieve Tesino valorizza direttamente o indirettamente il Degasperi ministro, capo di Governo, non il Degasperi che cerca di tradurre nell’azione politica l’insegnamento sociale della Chiesa e soprattutto il suo essere cristiano, contribuendo anche in modo rilevante alla fondazione del Partito Popolare del Trentino (1905) (Unione Politica Popolare del Trentino nel 1904), alla conduzione del PPI dal 1919, alla fondazione e alla guida della Democrazia Cristiana poi. In breve l’iniziativa sostenuta dalla Fondazione e indirettamente dalla Provincia Autonoma ha “laicizzato” la figura di Degasperi, in linea con quanto la Provincia ha fatto istituendo anche il “Premio Degasperi”. Giusto e meritorio fare di Degasperi un patrimonio di tutti, anche di chi si riferisce o si è riferito a chi gli fu forte avversario in termini politici e culturali, ma ciò ha di fatto portato a svuotare la figura di Degasperi delle sue valenze personali religiose, quelle più profonde e che spiegano anche le sue azioni sul piano di governo della cosa pubblica. E chi fu del suo partito (e quindi “di parte”) si accontenta di questa beatificazione sull’altare laico della storia italiana.
Il precedente vescovo mons. Bressan celebrava la Messa del 19 agosto, ma l’enfasi sulle virtù umane e cristiane di Alcide Degasperi era tenue, consegnata per un po’ a mons. Armando Costa. L’attuale vescovo mons. Tisi, invece, non manca di sottolineare fortemente tali virtù. Ci si può chiedere perché allora non riavvia il processo per la beatificazione. Lo impone la coerenza. Chi gli ha parlato ha sentito fare riferimento alle riserve che provengono dall’Alto Adige. Mi pare impossibile che si subordini il riconoscimento delle grandi virtù umane e cristiane alla condivisione di scelte politiche attinenti alla popolazione di lingua tedesca del Sudtirolo. Non credo che lo possa fare il vescovo di Bolzano-Bressanone, ma tantomeno il vescovo di Trento. Fosse stata anche sbagliata la scelta di Degasperi al riguardo, avesse commesso anche un “peccato”, non mi consta che i santi proclamati dalla Chiesa non abbiano mai fatto errori e non abbiano mai commesso peccati. Cristiano esemplarmente impegnato, da cristiano, in politica: perché non procedere nella causa avviata da tempo?

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