Sia l’editoriale di Paolo Mantovan sul Trentino di lunedì scorso, sia altre dichiarazioni del prof. don Farina, per tacere di quelle degli avversari politici dell’attuale maggioranza provinciale, il consigliere Ghezzi in particolare, si scandalizzano per la decisione della Giunta provinciale di chiedere dei progetti per garantire la sicurezza degli accessi alla Chiesa di Santa Maria Maggiore. Altri, come la Curia vescovile e il sindaco di Trento si lamentano per non essere stati associati nel decidere in proposito. L’arcivescovo richiama tutti a non strumentalizzare il problema.
Sinceramente mi pare che a
strumentalizzare il problema siano stati i critici dell’iniziativa
provinciale. La Giunta provinciale ha previsto di sostenere
finanziariamente il miglior progetto che verrà presentato. Qualcuno
afferma che la sicurezza sia compito dello Stato e delle forze
dell’ordine. Ma ciò non impedisce che compiti di sicurezza siano
svolti da altri, purché nel rispetto delle leggi. Il problema per
Santa Maria Maggiore è stato sollevato da tempo, era noto ai
responsabili statali e comunali della sicurezza pubblica, ma il
parroco aveva dovuto decidere di chiudere la chiesa per evitare furti
ed usi impropri. Alcuni volontari si erano offerti per vigilare, ma
forse non era sufficiente. Don Farina si scandalizza perché non sia
la comunità cristiana a garantire la sicurezza. Quanto desidera don
Farina accadeva normalmente nelle chiese di paese, ma non è una
novità che le comunità cristiane urbane hanno una struttura
diversa. Non più “Gemeinschaft” (comunità), ma “Gesellschaft”
(società) per usare una tipologia assai nota di Ferdinand Toennies.
Gridare nella Gesellschaft che manca la Gemeinschaft è per lo meno
inutile, se non è espressione di volontà di strumentalizzare per
scopi diversi.
Vorrei chiedere a don Farina se grida
allo scandalo anche quando la comunità cristiana non offre i beni
per garantire dignità almeno di manutenzione alle chiese, alle
canoniche, agli oratori; l’intervento dell’ente pubblico, della
Provincia, viene accettato con riconoscenza (talora anche
elettorale), e da nessun vescovo o nessun esponente di Curia, ,
almeno da parte di quelli che io ricordi,, da nessun sindaco, è mai
venuto l’invito a non strumentalizzare o il lamento per non essere
stati coinvolti nelle decisioni di finanziamento.
Ciò che vale per gli interventi di
restauro, di manutenzione straordinaria di chiese ed altre
costruzioni significative usate dalle comunità cristiane vale anche
per la garanzia che quei beni non siano deturpati, usati in modo
improprio, depredati. La comunità civile ha un patrimonio culturale
che deriva dal cristianesimo che merita attenzione al di là del
fatto che oggi vi siano non cristiani o che molti cristiani
frequentino la chiesa più raramente che una volta la settimana.
Santa Maria Maggiore è un patrimonio di una realtà civile che va
oltre la comunità cristiana, spesso occasionale, che frequenta la
messa la domenica in questi anni. E il Presidente Fugatti lo ha
capito e di fronte alle insufficienze della comunità cristiana e
degli organi di controllo di Comune e Stato, ha deciso, con la sua
Giunta, di dare protezione a tale patrimonio, stanziando risorse e
chiedendo progetti. Sarebbe stato di attendersi un grazie da parte di
esponenti religiosi e autorità comunali, e invece polemiche e
accuse, che sanno tanto di strumentalizzazione, comprensibile (ma non
giustificata) da parte di oppositori, ma non da parte di chi tale
ruolo non ha, ma ne ha altri di responsabilità.