Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Chiesa cattolica (Papa Bergoglio) e nullità del matrimonio: nuovo rito processuale o allargamento casi di nullità del matrimonio?

di il 25 Febbraio 2016 in famiglia, religione con Nessun commento

Sull’ultimo numero di Vita Trentina si dà notizia di una riunione di vescovi del Nord-est italiano per studiare la riforma, voluta da Papa Bergoglio, sui processi dei tribunali ecclesiastici in merito alla nullità dei matrimoni celebrati in chiesa. Non è dato sapere se i vescovi siano entrati nel merito delle nuove norme. Da quanto ho potuto leggere, oltre a una semplificazione delle procedure, si sono specificate cause di nullità del matrimonio come sacramento che si prestano a facili strumentalizzazioni. Tra esse quelle che mi hanno colpito di più sono la “mancanza di fede” di uno dei coniugi, ancor più la non piena consapevolezza di che cosa sia un sacramento e il perdurare di una relazione extraconiugale all’atto del matrimonio. E’ a tutti ovvio come si possa sempre dire, da parte di uno dei contraenti matrimonio, che in chiesa per il matrimonio ci è andato per far contento l’altro coniuge, si può sempre dimostrare che non si è esperti in teologia dei sacramenti e si può trovare un’amico/a che testimoni di aver avuto una relazione con uno dei coniugi anche all’epoca del suo matrimonio.
Non ho la competenza sufficiente per dare un giudizio sulle condizioni affinché il sacramento del matrimonio sia valido e certamente Papa Bergoglio, gesuita, ne sa. Quello che mi fa più problema è trasferire la pronuncia di nullità del sacramento alla nullità del matrimonio. Questo ha un suo fondamento naturale, richiamato anche da Gesù quando disse a proposito del divorzio concesso da Mosè che “all’inizio non fu così”. Se un consenso dato in chiesa non aveva le condizioni per essere considerato “sacramento”, non per questo non non può essere considerato valido come impegno sul piano della natura, della creazione, che non richiede competenze teologiche cristiane, né fede cristiana. Come, allora, può essere dichiarata la nullità del matrimonio? Si dovrebbe dichiarare solo la nullità del sacramento “matrimonio”, senza implicazioni per lo stato civile. Invece la pronuncia del tribunale ecclesiastico sulla nullità, dichiara nullo non solo il sacramento, ma proprio il matrimonio come tale e, in virtù delle norme concordatarie, tale pronuncia ha conseguenze civili, addirittura peggiori, se non erro, della pronuncia di un divorzio, in quanto la nullità decorre dall’inizio della vita comune e quindi priva il coniuge dichiarato “nullo” ossia “mai stato coniuge” dalle tutele date al divorziato. Era solo una coppia di fatto, priva tra l’altro delle garanzie pattizie di natura privata che questa può darsi.
Sui media si è parlato a proposito delle nuove norme ecclesiastiche di “divorzio cattolico”; certamente non lo è in “teoria”; di fatto lo può diventare per la facilità di dichiarare nullo un matrimonio: un solo grado di giudizio, per di più con procedura accelerata e facilità di motivazione.
I vescovi triveneti hanno detto qualcosa al riguardo?

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