Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Il T : il sacro è retorica. O invece lo è il secolarismo?

di il 23 Settembre 2024 in religione con Nessun commento

Il T pubblica il 14 settembre un editoriale di un ricercatore della Fondazione Kessler, Claudio Ferlan, storico del cristianesimo, intitolato “La retorica del sacro”. Partendo da episodi di (probabile, aggiungo io) strumentalizzazione da parte di politici di fede e simboli cristiani giunge a negare legittimo e razionale fondamento a qualsiasi legame tra credenza religiosa e scelta politica. Si tratta di “retorica” del secolarismo condita di sarcasmo. “Dio e gli dei non hanno nulla a che spartire” con le scelte politiche afferma il dott. Ferlan. Sono riandato alla mia formazione nell’Azione Cattolica prima del Conciio Vaticano II, durante e dopo. In nessuno documento conciliare, in nessun pronunciamento del magistero ecclesiale, in nessun corso di formazione di cristiani laici è stato assunto che non vi sia un rapporto tra fede cristiana e scelte politiche. La vocazione alla “consecratio mundi” era presentata come propria del laico cristiano. Il Vaticano II ha insistito sull’impegno del cristiano nelle realtà temporali, come anche il magistero dei papi da Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI a Giovani Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Il rapporto tra fede cristiana e scelte politiche non è meccanico, si deve avvalere dellla riflessione razionale anche sulla base dell’esperienza storica e certo non si può ridurre a ostentazione di simboli. Il pensiero sociale cristiano e l’esperienza storica che ad esso si ispira devono essere fondamenti ineludibili. Ma le semplificazioni che odorano di strumentalità non possono portare chi non sacralizza il secolarismo a trascurare il fatto che i valori che devono reggere l’umana convivenza e le scelte di bene comune si trasmettono anche con simboli.

Nella mia non breve esperienza parlamentare sono stato membro per una decina d’anni della Commissione Difesa. Simboli e riti sono pane quotidiano di chi opera in ambito Difesa e Polizia. Sacralizzazione dello Stato, della Nazione sono nutrimento quotidiano dell’impegno di uomini, donne e strutture. E’ solo retorica? Lo si dica al Presidente dela Repubblica, si chiami con tutti i nomi,da Einaudi a Mattarella. E perché dovrebbe esserlo per l’uso di simboli cristiani da parte di politici cristiani, anche se pubblici peccatori? Se fosse solo retorica, secondo il ricercatore della Fondazione Kessler si dovrebbero criticare i crocefissi nelle aule pubbliche e i presepi nelle scuole materne, o ancora le feste religiose dal calendario delle festività pubbliche. Scelte di sacralizzazione del secolarismo. Penso al politico cui è intitolata la Fondazione nella quale il dott. Ferlan lavora. Non credo che sarebbe in sintonia.

Giusto criticare i politici pubblici peccatori che ostentano simboli cristiani, ma al fine di richiamarli a coerenza e indurre pentimento dei loro peccati, non di celebrare una politica secolarista. E non a caso di ritorno dal suo ultimo viaggio apostolico in Asia e Oceania Francesco ha indirettamente rimproverato non solo Trump, come fa il dott. Ferlan, ma anche la Harris, entrambi peccatori “politici” contro il V Comandamento. Da un principio religioso Francesco ha tratto un orientamento politico. Retorica?

Inviato a il T e dopo molti giorni non pubblicato

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