In questi giorni i quotidiani locali mostrano interesse per la fase di mobilitazione politica in vista delle elezioni provinciali-regionali del prossimo autunno. Come spesso accade, la competizione in un sistema maggioritario è per il voto degli elettori di centro (o con definizione impropria “moderati”). Noto che nè l’iniziativa dell’assessore Achille Spinelli per un centro che allarghi i consensi al candidato presidente di centro-destra, nè quella che è auspicata da esponenti di Azione-Italia Viva e da ex UpT che allarghi i consensi al centro-sinistra, nè quella di centro-centro proposta da PATT e Progetto Trentino mostrano interesse alcuno per coinvolgere coloro che si richiamano alla tradizione della Democrazia Cristiana (nelle elezioni del 2018 avevano presentato una lista che comprendeva UDC e Centro Popolare, e che per pochissimi voti ha mancato di eleggere un consigliere). Nei quattro anni trascorsi il Centro Popolare, esponenti dell’UDC e politici di rilievo già DC come Pierluigi Angeli si sono attivati in Trentino per far partecipare chi apprezza l’esistenza di un partito di ispirazione cristiana alla riattivazione anche in Trentino della Democrazia Cristiana, avvenuta a livello nazionale per opera dell’assemblea dei soci del suo ultimo tesseramento (1992-1993). Come Flaminio Piccoli aveva sostenuto (dopo un primo suo voto favorevole in Consiglio Nazionale, poi giudicato un suo errore), e come nel 2010 la Corte di Cassazione, in modo definitivo ha riconosciuto, la Democrazia Cristiana non era mai stata sciolta e così essa ha ripreso l’attività. Non sono mancati e non mancano ostacoli posti da coloro che dallo pseudoscioglimento della DC avevano tratto e traggono vantaggi, politici e patrimoniali, per cui in questi anni vi sono stati contenziosi giudiziari sulla legittimità della riattivazione della DC, ma nel 2022 il Tribunale di Roma, in due sentenze, ha finalmente statuito la legittimità sia dell’Assemblea dei soci del 2016, sia del XIX Congresso di Roma del 2018 che ha eletto i nuovi organi del partito, organi che nella prossima primavera verranno rinnovati con i nuovi iscritti nel suo XX Congresso. Passare dal piano giuridico a quello del consenso politico richiede risorse umane ed economiche e molta convinzione, che certo non può più avvalersi dalla rendita politica della quale ha goduto per quasi cinquant’anni la Democrazia Cristiana fondata da Alcide Degasperi, da Luigi Sturzo e da molti altri, ma si affida solo alla forza dei valori professati e delle soluzioni proposte, ispirati al pensiero sociale cristiano. La riattivazione della DC ha comunque avuto inizio anche in Trentino, come nella maggior parte delle regioni italiane. In Sicilia, nelle recenti elezioni regionali, la DC ha superato con oltre il 6% dei voti, la soglia per avere consiglieri eletti. Per le elezioni nazionali, fallito il tentativo di far parte del Terzo Polo per la poca simpatia di Calenda per la Democrazia Cristiana, il partito ha lasciato alle singole realtà regionali di scegliere le liste da sostenere e nel Trentino la DC si è espressa per un voto di centro, sia questo il Terzo Polo o Noi Moderati o gli autonomisti di PATT e PT. Nella sua ultima riunione della Direzione si è deciso di impegnarsi per una propria presenza alle provinciali-regionali, possibilmente, come avvenuto anche in Sicilia, in accordo con UDC e altri gruppi politici di esplicita ispirazione cristiana. La sfida non è da poco, ma stentiamo a credere che in una terra come il Trentino, che ha avuto uomini e donne di grande levatura politica ispirati all’umanesimo cristiano, siano spente le motivazioni ideali che hanno animato molti uomini e donne. La prova ci attende il prossimo anno. Chi vuole dare una mano iscrivendosi alla DC e partecipando, se vuole, si faccia vivo,