Il Centro Popolare, come comunicato alla stampa e sul proprio sito web, ha deciso di sostenere alle prossime elezioni la lista con lo scudo crociato della DC nel suo simbolo, convinto che serva in Italia un partito che si ispira in modo esplicito al pensiero sociale cristiano. Ciò non vuol dire che sia convinto di tutti i punti programmatici di tale lista, alcuni dei quali coincidono con quelli della coalizione della quale Noi con l’Italia-UDC fa parte.
Non convince l’elezione diretta del Presidente della Repubblica; questi in Italia non ha funzioni di governo, come i Presidenti di altri Stati (Francia, USA, ecc.), ma funzioni di garanzia e di rappresentanza dell’unità nazionale. L’elezione diretta è molto divisiva e rende l’eletto figura di parte, mentre l’elezione parlamentare del Presidente con requisiti di ampio consenso rende più probabile che l’eletto sia figura di garanzia, di unità e di alto profilo.
Non convince l’abolizione del divieto di vincolo di mandato previsto dalla Costituzione; il parlamentare ha la sua dignità di uomo libero, libero di operare in scienza e coscienza per il bene comune. L’introduzione del vincolo di mandato rende il parlamentare succube di chi temporaneamente dirige il partito. La democrazia interna ai partiti non è garantita e per lo più non è praticata. Già la legge elettorale consegna indebitamente ai partiti la nomina dei parlamentari; aumentare la partitocrazia è un errore e lede la stessa democrazia.
In merito alle politiche per la famiglia, è contraddittorio chiedere contemporaneamente, come nel programma, la “tassa piatta” e il quoziente familiare, strumento utile solo per rimediare alla progressività delle aliquote che non tenga conto dei carichi di famiglia. Va invece chiesto, in regime di tassa piatta, ai fini di un più equo trattamento fiscale delle famiglie con figli a carico la deduzione dal reddito imponibile del minimo vitale necessario per ciascuna persona a carico.
Sorprendente infine, per una lista con lo scudo crociato, che tra gli obiettivi manchi un’azione di difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale, con la tutela reale degli esseri umani ancora nel grembo materno, combattendo l’aborto volontario, compreso quello eugenetico, e promuovendo politiche che rimuovano le cause del ricorso all’aborto. Sorprende che manchi anche la revisione della legge sulle disposizioni anticipate di trattamento, evitando che siano usate per eutanasia e suicidio assistito e potenziando, invece, i diritti a cure palliative. Nulla si dice, inoltre,a proposito del problema della crescente fragilità delle famiglie. Manca la promozione della stabilità della famiglia fondata sul matrimonio di uomo e donna, rivedendo le leggi che banalizzano il divorzio e quella sulle unioni civili, che rende di fatto equiparata alla famiglia la convivenza tra omosessuali, fino a consentire a magistrati di dare riconoscimento alla inumana pratica dell’utero in affitto, se usato all’estero.
Capisco che tutto non si possa dire in programma sintetico, ma certe dimenticanze segnalano mancate sensibilità, manifestate, invece, per altre questioni meno rilevanti per una lista di ispirazione cristiana. Mi auguro che durante la campagna elettorale la lista dello scudo crociato si faccia sentire su questi temi almeno quanto la Lega, Fratelli d’Italia e lo stesso Berlusconi (pur con qualche contrasto interno a FI). La sfida antropologica che attraversa le società occidentali non può essere confinata tra quelle secondarie per chi si fa rappresentare dallo scudo con la croce che fu simbolo di Sturzo. Degasperi, la Pira, Moro e tanti altri!
(inviato a l’Adige e non pubblicato)