Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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il virus tecnocratico in Trentino

di il 11 Novembre 2015 in COMMERCIO con Nessun commento

Due temi di questi giorni relativi a decisioni o prese di posizione di chi amministra la Provincia Autonoma mi hanno colpito per il tipo di valori che lasciano trasparire: l’individuazione degli ambiti sovra-comunali per la gestione associata di gran parte dei servizi comunali e la proposta dell’assessore alla Sanità (qualcuno dice che non abbia fatto che rendere pubblica una posizione del Presidente della Provincia) di provincializzare in un’unica ente le case di riposo finora rette in modo autonomo.

In entrambi i casi viene mortificata l’autonomia delle comunità locali in nome di logiche tecnocratiche. Dalle indagini sui valori che da tre decenni ho seguito in Italia e in Europa si ricava come il valore della democrazia si sia ormai largamente affermato, non più eroso da orientamenti esplicitamente autoritari. Il valore della democrazia è però colpito gravemente da un virus relativamente nuovo, quello tecnocratico, contro il quale sembrano mancare difese. L’autonomia e il valore regolativo della sussidiarietà derivano direttamente dai valori della libertà e della democrazia; il virus, quindi, fa morire anche autonomia e sussidiarietà. Che ciò accada in modo così evidente con un governo di centro-sinistra, e per dei più a guida autonomista, non fa altro che confermare la gravità dell’infezione in atto, dato che della democrazia partecipata e dell’autonomia centrosinistra e autonomisti hanno sempre fatto grandi bandiere.

Ho letto le decisioni della Giunta Provinciale (assessore Daldoss, uomo di fiducia del Presidente) circa gli ambiti per l’esercizio associato; meriterebbero un’analisi specifica per capirne le ragioni. Tuttavia gli ambiti appaiono in molti casi del tutto scollegati dalle realtà comunitarie che vi vivono. Mi limito a due esempi che conosco bene. Un primo caso eclatante è quanto accaduto a Primiero: negata la deroga a Canal San Bovo, che corrisponde a un’intera valle, con molti villaggi, per di più svantaggiata e costretto il Comune di Sagron-Mis ad associarsi non al vicino nuovo Comune di Primiero-San Martino di Castrozza, ma agli altri comuni di Primiero. Un secondo totalmente privo di logica “comunitaria” è l’unire nel medesimo ambito i comuni del fondovalle orientale della Bassa Valsugana e i comuni del Tesino. I “Tesini” hanno un’identità e un’area di residenza distinte che meritavano almeno la stessa considerazione che hanno avuto altre piccole comunità, riconosciute come Comunità di valle. E si potrebbe continuare. La logica dei “numeri di abitanti” ha nettamente prevalso in modo autoritario. Esempio di ragionamento tecnocratico.

Ancora più radicale l’approccio tecnocratico evidenziato dalla proposta dell’Assessore alla Sanità sulle case di riposo. Lo stupro dell’autonomia locale e sociale vi è teorizzato in nome della “razionalità tecnica”. Con questa logica non mancherà molto tempo per vedere proposte come unificare tutti i comuni del Trentino in un solo comune provinciale (in fondo dil Trentino non è che un quartiere di Milano….), unificare tutte le scuole materne, provincializzando quelle autonome di comunità, unificare tutte le bande musicali, tutti i cori, ogni forma organizzata di attività che goda di sostegno finanziario della Provincia. Viene il dubbio che l’autonomia sociale e locale per chi amministra la Provincia non sia un fatto positivo da sostenere, ma un fardello costoso da eliminare.

Se un governo di centro-sinistra a guida autonomista percorre la strada tecnocratica che nega valori fondamentali perché portano a spese “poco razionali”, l’unica speranza per il Trentino, per un Trentino a democrazia partecipata, diffusa, ad alto tasso di autonomia locale e sociale, sta nella crescita di liste civiche. Il risultato delle ultime elezioni comunali anche in alcuni centri rilevanti del Trentino potrebbe rendere tale speranza non vana. A meno che gli autonomisti non tornino ad essere tali.

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