Egregio Direttore
l’Adige dell’8 gennaio pubblica un’intervista di Francesca Cristoforetti a una psicologa di nome Laura Mincone sullo stress che sperimentano le persone con sessualità particolare. L’intervistatrice considera pregiudizio il considerare negativamente la pratica dell’omosessualità e altre varianti. Perché anzichè un pregiudizio non può essere un giudizio, che merita rispetto? Si può cominciare dalla natura: I mammiferi hanno distinzioni morfologiche e funzionali tra maschi e femmine anche nella dotazione di organi sessuali e riproduttivi. E’ un pregiudizio pensare che il mammifero homo sapiens non sia normale se si comporta diversamente da come fanno tutti gli altri mammiferi? Ma la differenza tra i sessi non è solo dei mammiferi, ma di tutti gli esseri viventi con organismi complessi. E’ un pregiudizio pensare che gli organi per l’accoppiamento negli umani come nei mammiferi sono distinti da quelli destinati ad espellere il prodotto della digestione e pensare che confonderne le funzioni non sia normale?
Di altra natura la questione della responsabilità di condizioni che orientano a pratiche omosessuali o simili. Per millenni si è pensato che le anormalità fossero colpa o malattia. La gran parte delle società lo pensano ancora, ma le conoscenze acquisite scientificamente non sono definitive ed esaustive. Tuttavia da sociologo non posso non osservare quanto Durkheim osservava in merito ai suicidi: il tasso di suicidi varia molto tra le società, quindi le cause sono sociali. Lo stesso dicasi del tasso di omosessualità. E’ pregiudizio orientare le scelte di politica culturale e sociale in modo da ridurre il tasso di omosessualità? O è espressione di un giudizio su ciò che è bene per la società? La psicologa intervistata cita indagini che dimostrano come i figli procuratisi da coppie omosessuali non soffrono svantaggi. Ce ne sono altre che proverebbero il contrario, ma in ogni caso difficile qualificare come pregiudizio il pensare che una società sana non veda di norma famiglie naturali con papà, mamma e figli.
Da ultimo una nota sul concetto di pregiudizio. Definire un giudizio come pregiudizio equivale a dichiararlo falso. Un giudizio può essere condiviso o meno. La nostra società è fatta di giudizi diversi, più o meno condivisi e su di essi si basa il controllo sociale informale, quello che più conta. Qualificarli di pregiudizi ha una radice autoritaria.
LETTERA INVIATA A L’aDIGE 4 GIORNI FA E NON PUBBLICATA